Il rito del Ferragosto
Posted at 09:25, 17/8/2009
E' fatta, anche per quest'anno abbiamo superato il ferragosto. Un giro di boa che segna il passare del tempo, anno dopo anno, al pari delle feste natalizie. C'è un prima e un dopo ferragosto come un prima e un dopo Natale e Capodanno. La nostra vita sociale sembra cadenzata appositamente su queste date, fisse e costanti. Per quanto mi riguarda, questo ferragosto è stato come gli altri: tranquillo e di tutto riposo. Per scelta evito le ferie in questo periodo, sia per l'eccessivo affollamento di qualsiasi località di villegggiatura, sia per i prezzi proibitivi dell'alta stagione. A casa si sta benissimo. Meno caos, meno confusione. Più tempo per le proprie passioni o i piccoli riti quotidiani. Ormai mi mancano poche pagine per finire il libro di Scerbanenco; ho goduto in tv e celebrato il trionfo del marziano Bolt nei 100 metri di atletica leggera; ho ascoltato -ahimè- le ennesime stupidaggini sull'Inno nazionale che secondo Bossi non conosce nessuno (avrei un piccolo aneddoto in proposito...); ho ascoltato le solite raccomandazioni dei telegiornali su mari e monti estivi (del tipo: non prendere il sole per docici ore di fila e non andare a passeggiare in montagna con le infradito). Insomma la solita sbobba.
P.S.: Ecco l'aneddoto sull'Inno di Mameli. Incontro di rugby internazionale di Coppa Europa (Challenge Cup, una specie di Coppa Uefa del calcio). Squadre schierate a centro campo e inni nazionali. Parte la la Marsigliese degli ospiti, una squadra francese, se ben ricordo. Tocca al nostro Inno nazionale. Ma il tempo passa e e non parte nessuna registrazione. E' evidente che qualcosa non va. Imbarazzante. Ed ecco che succede l'impensabile: il presidente degli ex giocatori ormai "pensionati" della squadra locale, il Petrarca Padova, chiama a raccolta tutti dalla tribuna e comincia a cantare "Fratelli d'Italia" a braccio, senza musica. Tutto il pubblico, guidato dal gruppo degli ex petrarchini, si accoda e canta sostituendosi alla base ufficiale. Fantastico, commovente, da pelle d'oca. Oltre un migliaio di persone, tutte insieme, spontaneamente, orgogliosi di essere italiani e accomunati dall'Inno di Mameli.
E Bossi dice che nessuno lo conosce e lo canta? Ma mi facci il piacere, mi facci!
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