venerdì 18 dicembre 2009

Garlasco, Stasi innocente

Chiara Poggi fu colpita a pochi passi dalla porta d’ingresso, poi trascinata lungo le scale che conducono in cantina. Sul pavimento della villetta di due piani restano le tracce delle mani insanguinate della vittima, colpita più volte con un’arma sconosciuta. Un’aggressione feroce: l’assassino infierisce fino a sfondarle il cranio. Nulla manca nell’abitazione e non ci sono tracce di estranei. Chiara indossa un pigiama estivo, è lei probabilmente ad aver aperto la porta a chi le toglie la vita. Nessun ombra nella sua vita, pochi amici e la storia d’amore di quattro anni con Alberto Stasi. È lui che scopre il corpo senza vita della fidanzata e su di lui puntano, da subito, le indagini. Da subito si scatena il tam tam mediatico, da Porta a Porta del solito Vespa, fino all'ultimo rotocalco in edicola. Complice la calura estiva e la scarsità di notizie tipica del periodo, il delitto di Garlasco da potenzialmente insignificante fatto di cronaca di provincia come ce ne sono tanti, assurge al ruolo di "delitto dell'estate" scatenando la morbosa curiosità di tutti.
Qualcosa di simile, nel meccanismo di attenzione e diffusione dell'interesse su un fatto di cronaca altrimenti trascurato a livello nazionale, è successo per il delitto di Perugia, quello che ha visto la recente condanna della giovane americana Amanda Knox (con l'altro imputato Raffaele Sollecito) giungendo addirittura all'interessamento del segretario di stato Usa Hillary Clinton. Ovvero alla diplomazia internazionale. Incredibile. Personalmente mi sono fatto un'idea su colpevoli e innocenti in queste due vicende processuali. Un'idea molto epidermica, non conoscendo altro, e neppure troppo a fondo, che quello che si è letto sui giornali. Per me La Knox e Sollecito sono colpevoli, mentre Stasi è innocente. Ripeto: è solo un'impressione istintiva, nulla di più.
Oltre all'onore delle luci della ribalta mediatica (se tale si può definire), c'è un altro elemento che lega i due fatti di cronaca. In entrambi i casi è stato determinante l'apporto delle indagini scientifiche condotte dagli investigatori. La domanda da porsi è questa. Che livello di affidabilità hanno questo tipo di indagini? Direi senz'altro un livello altissimo, visto lo sviluppo del settore investigativo-scientifico anche alla luce dei moderni strumenti scientifici. Aggiungerei però, al tempo stesso bassissimo, addirittura deleterio e controproducente, se le indagini vengono condotte in maniera approssimativa e raffazzonata. Domanda: come e con che competenze giudicare? Lasciamo perdere per principio paragoni asssurdi con serie televisive o film polizieschi (in giro si è letto anche questo...) e cerchiamo di usare il buon senso. Mi spiego: è sufficiente vedere le immagini di qualche servizio dei vari telegiornali o qualche foto tratta dai quotidiani per notare -vedi ad esempio la foto qui accanto- come accanto a personale investigativo in tenuta asettica (tuta bianca, calzari-soprascarpe, guanti, mascherina e chissà che altro ancora), sulla scena del delitto vi è sempre la compresenza di una massa di persone -poliziotti, carabinieri, medici, infermieri, curiosi, giornalisti, magistrati...- che evidentemente sporcano o alterano l'ambiente che dovrebbe essere oggetto di indagini accuratissime. Che senso ha bardarsi con tuta, calzari e mascherina quando si è circondati da persone vestite normalmente che toccano e calpestano di tutto? Come si fa ad avere fiducia in un siffatto tipo di indagini? Le sofisticate attrezzature scientifiche e le tecnologie applicate al settore investigativo che senso hanno se poi mezzo mondo passa e inquina la scena del delitto?
Ed è proprio quanto è emerso in entrambi i processi, con prove e perizie spesso diametralmente opposte anche probabilmente proprio perchè basate su indagini svolte in questo modo in apparenza poco comprensibile. E' solo la mia impressione da profano o c'è del vero nelle considerazioni?
Risultato: a Perugia due condanne e a Garlasco una assoluzione. Per il momento, poi in appello ri ricomincerà daccapo. Sentenze giuste? Sentenze sbagliate? Difficile dirlo in generale, come per qualunque sentenza. Bisogna però accettarle perchè così deve essere. Ma il dubbio rimane: come sono state svolte le indagini? Quella tal prova determinante per la condanna o per l'assoluzione è credibile e genuina oppure è stata inquinata da un estraneo qualsiasi presente indebitamente sulla scena del delitto?
Un processo penale è spesso un gioco a carte coperte che dipende dalle circostanze e dall'abilità dei giocatori (avvocati, inquirenti, giudici). Se poi le carte sono inaffidabili per imperizia e approssimazione, come la mettiamo? Dio ce ne scampi e liberi...
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