lunedì 14 dicembre 2009

Film visti. A serious man

A serious manregia di Joel ed Ethan Coen; con Simon Helberg, Michael Stuhlbarg, Richard Kind, Adam Arkin, George Wyner, Katherine Borowitz




[voto 1,5 su 5]





Un film spiazzante, in certi momenti addirittura irritante, inconcludente. Ne è passato di tempo da Barton Fink, Fargo, Il grande Lebowsky... Personalmente i Cohen di dieci anni fa mi piacevano, mi appassionavano e mi entusiasmavano. Gli ultimi Cohen (Non è paese per vecchi, Burn after reading) francamente li trovo insopportabili e pretenziosi. La mia impressione è che abbiano perso freschezza e spontaneità, alla ricerca di personaggi troppo costruiti e troppo emblematici. Tutto questo eccesso di "troppo", va a discapito della storia raccontata che diventa stiracchiata e farraginosa.

Ambientato nel 1967, racconta una vicenda interamente circoscritta agli ambienti ebrei di Minneapolis nel cuore dell'america bianca e rigidamente tradizionalista. Gli anni sessanta come li abbiamo conosciuti e apprezzati al cinema sono parecchio distanti, salvo qualche accenno musicale qua e là. Niente rock&roll, niente B-52, niente sballo del sabato sera, niente Vietnam, niente figli-dei-fiori. Giusto una canna di straforo, per gradire. I fratelli Cohen si concentrano invece su un opaco professore universitario e la sua opaca famiglia. Personaggi di basso profilo, che sembrano sguazzare nella loro opacità. Anche una relazione extraconiugale, solitamente dirompente in qualsiasi menage familiare, è vissuta con grigiore. Nemmeno una reazione, un segnale di vitalità, una sana e sacrosanta incazzatura. E su tutto regna e ristagna una pletora di rabbini vuoti e insulsi che prestano la propria opera in bilico tra il ruolo religioso e quello di psichiatri di famiglia, salvo non riuscire a dare alcun aiuto reale. Da che pianeta arrivano questi personaggi? La cosa più inquietante è che da qualche parte tipi così esistono o sono esistiti realmente...
Irritante anche il doppiaggio del protagonista principale. Il doppiatore sembra un incrocio/imitazione di Oreste Lionello/Woody Allen, occhiali compresi...

Il film è questo. Mi dispiace, ma non ci siamo proprio.
.

1 commento:

Anonimo ha detto...

IL PREGIO DEL FILM è PROPRIO NEI PERSONAGGI COSì STRANITI E DISADATTATI. I FRATELLI COEN RESTANO DEI MAESTRI INDISCUSSI NEL RACCONTARE E DESCRIVERE L'AMERICA DI IERI E DI OGGI.

ANTONIO B.