Il destino, il caso, la fatalità, le coincidenze o chissà che altro ci hanno riservato una fine d'anno 2009 all'insegna dell'aggressione al "potente & famoso". Dopo Berlusconi è toccato a Papa Ratzinger esserne oggetto e bersaglio. In entrambi i casi si è trattato di aggressori segnati dalla malattia mentale; psicopatici o psicolabili, comunque squlibrati conclamati. E' successo a Milano nelle vicinanze del Duomo in ambiente aperto; è successo in San Pietro, all'interno della Basilica, poco prima della Messa di mezzanotte di Natale. In entrambi i casi con ampia documentazione televisiva e sotto gli occhi di centinaia di persone che potranno dire "io c'ero!".
Potenti & famosi. Potenza politica ed economica, ma non solo. Per il Papa è fin troppo evidente che sia una figura che supera i limiti del carisma politico per entrare nella sfera morale e religiosa. Per i cattolici rappresenta Gesù Cristo in terra in quanto guida spirituale e sostanziale della Chiesa oltre che Capo dello Stato della Città del Vaticano che, detto per inciso, è l'unico esempio di monarchia elettiva al mondo. Per Berlusconi l'ambito è naturalmente più ristretto ma poi non così tanto, vista la propensione apertamente dichiarata del soggetto a considerarsi parecchi gradini superiore ai suoi simili e la vera e propria venerazione di cui è oggetto da parte dei suoi fans. Una venerazione alla soglia del fanatismo che esorbita la sfera puramente politica.
Lungi da me voler fare paragoni irriverenti e fuoriluogo, vorrei però soffermarmi su una semplice questione di forma e di stile, ma non per questo meno sostanziale. In seguito all'aggressione di Berlusconi, le "truppe cammellate" del centro destra (politici e giornalisti in primis, ma anche presentatori tv, opinionisti e tutto l'universo mediaset al completo) non hanno atteso più di qualche minuto per scatenare un'offensiva mediatica accusando apertamente gli avversari del centro sinistra di essere i mandanti politici, morali e virtuali dell'aggressione dello squilibrato Tartaglia. La stampa "a libro paga" (Fede, Feltri...) non ha esitato a reclamare a gran voce una incriminazione per tentato omicidio premeditato a carico del folle autore dell'aggressione.
Tartaglia è stato inquadrato come uno strumento manovrato da una mano politica targata centro sinistra, ovvero i famosi comunistacci anti-berlusconi. I vari Capezzone, Bondi e Cicchitto hanno lanciato e alimentato una campagna politica e mediatica che ha elevato il padre-padrone Berlusconi a rango di vittima immolata e di martire. Berlusconi stesso, ancora incerottato in ospedale, ci ha dato dentro con dichiarazioni in odore di santità battezzando al volo la nascita del cosiddetto "partito dell'amore", dispensando a piene mani buoni propositi e pii pensieri di amore che vince sul male. Insomma un carrozzone di nani e ballerine come pochi altri è stato mai dato di vedere.
Sul fronte di Papa Ratzinger reazioni del tutto opposte. Anzi, nessuna reazione. Grande à plomb e massima dignità e austerità. E' vero che la faccia insanguinata di Berlusconi aveva un impatto emotivo decisamente diverso e più drammatico del ruzzolone del Papa (ma qualcuno lo vada a spiegare al cardinale ultraottantenne che ci ha rimesso un femore...), è vero che il lancio di un oggetto in piena faccia è altra cosa di uno spintone, ma nella sostanza delle cose si tratta comunque in entrambi i casi di un'aggressione da parte di un folle, con conseguenze potenzialmente letali anche in considerazione dell'età delle vittime. Ebbene, il capo spirituale e non solo spirituale della Chiesa (come detto è pur sempre un Capo di Stato) ha scelto di dare un basso profilo al fatto criminoso, minimizzando l'accaduto e addirittura non facendone minimamente cenno in prima persona. La prima reazione a caldo del Papa pare sia stata una frase del tipo "beh, non è poi successo nulla di grave". Nessuna campagna mediatica, nessuna dichiarazione di vittimismo o di martirio, nessuna invettiva contro mandanti reali o virtuali.
Altra classe, altro stile, altro spessore e levatura morale. E scusate se è poco.
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