lunedì 28 dicembre 2009

"Angeli e demoni", eroi e vigliacchi nel soccorso pubblico

Sui giornali di oggi due notizie antitetiche ma riguardanti lo stesso settore, il pubblico soccorso. I protagonisti: i piloti dell'elisoccorso sanitario del 118 e i soccorritori del Soccorso alpino. Non generalizzo, ma mi baso su episodi specifici offerti tristemente dalla cronaca.
Primo episodio (gli eroi). Trentino, Val di Fassa. Una squadra di soccorritori del Soccorso alpino di Trento era alla ricerca di due amici friulani dispersi sulle Dolomiti (e poi trovati senza vita sotto una valanga) nell'Alta Valle di Fassa, in Val Lasties, tra i passi Pordoi e Gardena, nel gruppo del Sella, oltre i 2.000 metri di quota. I quattro soccorritori volontari sono anch'essi rimasti vittime di una valanga durante la ricerca.
Secondo episodio (i vigliacchi). Sicilia, ospedale di Gela. Una bimba di 5 mesi è morta la vigilia di Natale dopo avere atteso per ore l'arrivo dell'elisoccorso del 118 che che doveva trasportarla "d'urgenza" all'ospedale di Palermo. Era in coma ed è morta sulla barella dell'ambulanza parcheggiata nell'hangar in attesa di un elicottero che per lei poteva significare la vita, ma che è stato il suo strumento di morte. Causa del ritardo? Incredibile a dirsi, ma da quanto risulta, i piloti dei due elicotteri disponibili invece di precipitarsi sul posto e fare il loro dovere hanno passato il tempo a litigare su chi dovesse andare al soccorso. "Tocca a te, no a te. Vai tu, non tu" ...e la piccola bimba è morta dopo tre ore di inutile attesa.

Eroi gli uni e vigliacchi infingardi gli altri. Due casi, due storie simili; diversi i protagonisti, diversi gli esiti delle due vicende. In un caso il rimpallo dell'iniziativa tra due soccorritori ha portato alla morte della piccola paziente da soccorrere; nell'altro lo spirito di sacrificio e di abnegazione dei soccorritori è stata la loro condanna a morte. Diversi gli ambiti e le circostanze, basti pensare a quanto faticoso e rischioso sia andare in montagna ad oltre 2000 metri di quota a portare aiuto a chi ne ha bisogno e quanto invece sia tutto sommato facile e tranquillo guidare un elicottero da un ospedale ad un altro in condizioni di calma atmosferica come nel caso specifico. Eppure i soccorritori maggiormente esposti ai rischi non hanno esitato un attimo a prepararsi e partire, mentre gli altri si sono rimpallati l'onere del prestare soccorso litigando via radio.
Inutile chiedersi perchè. Evidentemente le circostanze e gli uomini fanno come sempre la differenza. E non bisogna neppure criminalizzare genericamente una categoria benemerita come gli operatori dell'elisoccorso. E' la natura umana che divide gli uomini e li può rendere eroi o vigliacchi.
Se almeno ci fosse una giustizia che possa rimettere le cose a posto... Invece chi è morto eroicamente lascia una famiglia e dei parenti a piangere, mentre chi si è comportato vigliaccamente, al massimo -ma proprio "al massimo!"- si beccherà forse una incriminazione per omicidio colposo e con attenuanti varie se la caverà forse solo con una tiratina d'orecchi.
Angeli e demoni. Eroi e vigliacchi. Così va il mondo, anche nel pubblico soccorso.
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