venerdì 20 agosto 2010

Piccolo tour della Toscana (in moto)

Finalmente sono riuscito a levarmi una "fissa" che avevo da tanto tempo. Invece del classico giro in  moto di una giornata, un viaggio più lungo e con varie tappe. Un tour in moto in Toscana. Breve (tre giorni, circa 800 km complessivi), ma gustato fino in fondo, deciso all'improvviso, praticamente senza alcuna programmazione, nessun persorso prestabilito, nessun programma di viaggio. Ma semplicemente partire e andare dove ti porta l'estro o il caso. Una sola regola: evitare per quanto possibile i percorsi affollati e privilegiare le strade secondarie, magari più lente, ma belle e panoramiche. Nessuna corsa contro il tempo, andatura turistica, paesaggi da vedere e gustare in tutto riposo. Non mi corre dietro nessuno, voglio godermi l'andare in moto con il vento addosso.

Partenza martedi 17 agosto verso le 9, mettendo nelle borse solo l'essenziale e niente più. Prua a sud, verso Bologna. Trasferimento rapido per superare la noiosa pianura padana e uscita dall'autostrada a Sasso Marconi per imboccare la Statale Porrettana. Attraversamento dell'Appennino con destinazione Pisa. Strada bella, tortuosa, per nulla trafficata. Il bello delle strade alternative e secondarie è che ci si può fermare ad ammirare il panorama ogni volta che si vuole o ne vale la pena. Verso le due del pomeriggio al valico del passo il tempo si guasta, rinfresca e scende un po' di pioggia. Pazienza. Ridiscendendo verso valle dal versante ovest; va molto meglio e punto verso Pisa. Dove arrivo verso le quattro del pomeriggio anche in questo caso con soste intermedie. Ho un po' di fortuna nel trovare un albergo libero al primo colpo e a due passi dal centro storico, vicino al Duomo, al Battistero e alla famosissima Torre pendente. (prendere nota: Hotel Athena, buona camera con aria condizionata, televisione ma senza frigo bar, a 65 euro, senza prima colazione). Mai stato prima d'ora a Pisa, quindi il piacere è stato doppio. Mi sarebbe piaciuto sal;re in cima alla Torre, ma sono 296 scalini (se non ricordo male). Troppi per il mio cuore malandato, devo limitarmi a vederla dal basso e basta. Tra l'altro gli anelli superiori sono in restauro (come da foto più sopra); forse per questo appare nuova di zecca, linda e pulita dallo smog. In compenso tutto intorno è un brulicare di gente e di turisti. Impossibile trovare due persone di seguito che parlino la stessa lingua. I pisani sono decisamente minoritari e quello che sento parlare con maggior frequenza è lo spagnolo. Un sacco di giapponesi e altrettanti olandesi. Approfitto per assaggiare la focaccia farcita, la cecìna (una specie di focaccia di farina di ceci passata al forno) e farmi una birretta. Buono anche il gelato artigianale, ma prezzi assurdi. Ben 2,80 euro per una bottiglietta di minerale da mezzo litro. Francamente mi sembra eccessivo, sia pur considerando che si trattava di un locale centralissimo a cento metri dalla Torre.
Proseguo il mio giro attraverso il centro storico e constato che appena si abbandona la zona intorno ai monumenti, cambia radicalmente il panorama. Una sequenza di negozi vuoti, non chiusi per ferie, ma senza attività. Un certo stato di trascuratezza complessiva nei palazzi piuttosto deludente. Effetto della crisi?
Cena in una trattoria tipica con cucina casalinga. Menù: bruschetta aglio e pomodoro, tortelloni ripieni al pecorino di fossa, filetto alla griglia, patate al forno, cantucci col vin santo. Tutto ottimo. Conto di 35 euro: adeguato e onesto.
Secondo giorno. Partenza di buon mattino con tempo incerto. Comunque non piove e fa piuttosto fresco. Direzione Volterra, per poi puntare su Massa marittima, dopo aver attraversato la zona delle colline metallifere. Anche in questo caso strade provinciali, tortuose e panoramiche. Praticamente deserte. Ma dove sono i presunti milioni di turisti in vacanza che a sentire i vari telegiornali dovrebbero aver invaso l'Italia? Tutti ammassati in spiaggia gli uni sugli altri oppure sono rimasti a casa? Si vedono invece in percentuale un sacco di auto straniere, specialmente olandesi e tedeschi. Ci si accorge di loro da come mantengono la distanza di sicurezza. Gli italiani si incollano a venti centimetri dalla targa posteriore di chi li precede per cercare di spingerti avanti, sempre stressati dalla fretta e dal bisogno di esibire le proprie abilità motoristiche. Mi da sui nervi avere qualcuno che ti alita sul collo per metterti fretta, che palle. Non essendo lì per fare a gara con nessuno, accosto e faccio passare, cominciando a pensare di andare troppo lento. Ma poi considero che i miei 60/70 km orari su una strada tortuosa di collina, tutta curve, sono più che adeguati e che quindi sono loro ad essere fuori di testa. Bah.
Volterra è arroccata in cima ad una collina con un panorama mozzafiato. A perdita d'occhio tuttintorno il dolce saliscendi delle colline. Nel centro storico il palazzo comunale, la cattedrale e il battistero (foto a lato). Atmosfera magica, nonostante i tanti turisti vocianti e fotografanti. Un ambulante con un carrettino che si autodefinisce "armaiolo dei bimbi" vende spade di legno, vestito con abiti simil-medievali. Capello lungo, movimenti studiati e voce impostata, fa la sua bella figura nella piazza principale, circondato dai curiosi.
Proseguo scendendo sul versante sud. Il percorso è fantastico, Per km e km non si incontra anima viva, solo verde e boschi. Pur essendo abituato a paesaggi da favola (le valli dolomitiche percorse in lungo e in largo allenano piacevolmente l'occhio...), le colline toscane mantengono un fascino unico, riuscendo ad assumere un che di  sensuale con il loro andamento morbido e sinuoso.
Ad un certo punto, verso mezzogiorno, avendo un certo languorino allo stomaco, esco dalla provinciale e prendo una stradina piccina picciò che si inoltra nel bosco. Un cartello indica la presenza di un agriturismo. La stradina si inerpica per parecchi km in salita per un lungo tratto. Incontro solo una macchina di olandesi, per il resto nulla e nessuno. Arrivo all'agriturismo dove mi sparo un paninazzo con la cara, vecchia e onesta mortadella. Birretta, ovviamente.
C'è anche un'area attrezzata per pic nic con un bel prato sullo spiazzo. Tiro fuori dalle borse la mia stuoia, uso la giacca da moto come cuscino e mi metto disteso sull'erba a guardare gli squarci di blu nel cielo. Mitico.
Proseguo per Massa passando da Larderello, la zona famosa per i soffioni boraciferi, almeno secondo i miei ricordi scuola. In realtà di soffioni o di eruzioni di vapore dal terreno non ne ho vista neppure una. Forse non sono lungo la provinciale. Oppure la spiegazione è un'altra. Lungo il percorso transitando da Larderello si inconra una centrale Enel denominata Green Power con gigantesche ciminiere del tipo di quelle delle centrali nucleari. Fanno un po' (tanta) impressione sia per l'enormità delle dimensioni, che per il collegamento estetico con il nucleare, ma conforta che si tratti di energia naturale. Ecco che fine hanno fatto i soffioni del terreno: sono sfruttati dall'Enel per produrre enegia "verde".
Pausa pranzo in un'osteria lungo la strada. Il paninazzo con la mortazza è un pallido ricordo e mi è venuta fame. L'osteria è di quelle dove si fermano i camionisti, dunque c'è da fidarsi. Infatti le tagliatelle fatte in casa con ragù di cinghiale sono spettacolari. Immancabile anche la bruschetta con il solito aglio e pomodoro. Particolare succulento: i fiori di zucca fritti. Deliziosi.
Arrivo a Massa marittima presso l'albergo Il Sole in pieno centro (zona pedonale). Prenotazione fatta al mattino utilizzando il volume Dormire low cost che avevo casualmente trovato in uno dei miei giretti in libreria. Prezioso, comodo e dettagliato, lo tengo sempre nella borsa da moto. Può tornare sempre utile.. Anche qui ottima sistemazione: camera con vista mozzafiato sulle colline lato ovest, aria condizionata; 65 euro con prima colazione. Massa ha un centro storico delizioso.Nel  fazzoletto di spazio della piazza principale sono raccolti il palazzo comunale, la cattedrale e il campanile. Con una cornice di palazzetti d'epoca veramente belli. Vale la pena visitarla. Ci sono anche due o tre musei di varie tematiche. Cena tranquilla in un locale della piazza a ridosso della cattedrale, con la classica fiorentina alla griglia. Siamo in provincia di Grosseto, ma la fiorentina è comunque buona. Nel pomeriggio appuntamento con Ernesto, il mio amico rugbysta conosciuto tramite internet. L'esempio che in ternet non sempre divide, ma al contrario può essere uno strumento di conoscenza e di amicizia. Ci siamo conosciuti nel 2000 accomunati dalla passione per il rugby, abbiamo fondato un club virtuale di rugby con appassionati reclutati rigorosamente via internet (All Bluff Rugby) che tuttora disputa incontri amichevoli ad invito con giocatori provenienti da tutta Italia. E quando è possibile una bella rimpatriata con Ernesto mi fa sempre piacere. Tra l'altro tiene anche un interessante blog (vedi link a lato della pagina).















Terzo giorno, quello del rientro. Sono tanti i km da fare perchè il percorso delle tappe precedenti mi ha portato piuttosto lontano. Decido di fare il tratto di strada fino a Siena sulle strade secondarie per poi proseguire e predere l'autostrada a Firenze. Passo, su consiglio di Ernesto, da San Galgano che è una cattedrale senza tetto (foto a lato). Bella cattedrale, elegante e slanciata, ma mancante del tetto. Secondo la tradizione sarebbe crollato, ma in realtà la mancanza della copertura è dovuta ai monaci dell'abbazia che se la sono venduta essendo di rame. La mancanza di denaro li spinse all'insano gesto già in tempi medievali mitigando la decisione con la storiella del crollo. La storia si ripete, si può modernamente chiamare crisi economica o crisi dei mercati, ma la sostanza è la stessa. Quando la barca fa acqua si tira la cinghia e si corre ai ripari in qualunque modo, anche vendendosi il tetto in rame della chiesa....
Ahimè, il rientro in autostrada verso Padova è noioso quanto triste perchè il mini tour della Toscana è finito. Ma non è detto che non mi rimetta in viaggio alla prima occasione. La volpe perde il pelo, ma non il vizio...
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4 commenti:

Agriturismo Piacenza ha detto...

Pisa e volterra passando da un agriturismo all'altro, una vacanza da sogno, complimenti anche per le belle fotografie.
Ciao

Anonimo ha detto...

Sono Ernesto, l'amico di internet, cofondatore degli All Bluff, la squadra più scalcagnata ma più divertente del mondo rugbistico. E' stato un piacere rincontrare Angelo. Siamo amici credo più a causa del Rugby che di internet. Internet è solo un'occasione, il Rugby è una cosa sacra (non ridete!) che in certi momenti può anche stancarti, ma che porti nel cuore per tutta la vita.
Quindi Angelo, alla prossima.

Anonimo ha detto...

......e un giro per le colline Tortonesi e dell'Oltrepo'...a quando?
(bonarda, cortese, gutturnio, riesling...e poi quanto viene prodotto a Varzi...e qui intorno.
E' un invito e proposta.
Ti scorto io con la mia "amante": (Gilera 300 cc bicilindrica,anno 1958, regolarmente iscritta ASI, tenuta come fior di conio)
L'Agriturismo si chiama "le mansarde del piano di sopra" e il mio vicino di casa abita a tre 3 km
Rugger'One :-)

Unknown ha detto...

Caro Rugger'One, vedrai che la tua proposta non resterà inevasa. In uno dei prossimi week end annunciati con bel tempo vedrai che mi troverai a bussare alla porta del tuo "agriturismo" casareccio.
Scalda la Gilera...!