Padova. In campo si bestemmia troppo:
il parroco "sfratta" la squadra di calcio
http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=115617
Ecco uno squarcio di Veneto per capire di che pasta siamo fatti da queste parti. Da sempre una roccaforte cattolica conservatrice e tenutaria di valori e tradizioni, feudo della Democrazia cristiana dei tempi d'oro, ora votata ai nuovi dei del centro destra, dominio per anni dell'enfant prodige Giancarlo Galan ex Forza Italia, poi PdL, ora ministro della Repubblica. Culla e ambiente di crescita e sviluppo dell'ideologia celodurista più intransigente attraverso la Liga Veneta agli inizi, poi confluita e assorbita dalla potente e dilagante Lega Nord di Bossi.
Ma la realtà quotidiana e popolare è quella che si legge nell'articolo del Gazzettino. I giocatori e l'entourage della squadretta di calcio locale di S. Elena nella Bassa padovana sono dei gran bestemmiatori, per di più sfacciati e recidivi. Il padrone del campetto dove si allenano e giocano è il parroco, che alla lunga si deve essere stufato di sentire questi incalliti bestemmiatori esercitare la loro blasfemia in casa sua. Un vero e proprio oltraggio, stupido e sprezzante, oltre che maleducato e irriguardoso nei confronti dei credenti. E così alla fine ha perso la pazienza ed ha cacciato via tutti. Che la squadra di calcio si vada a trovare un altro campo da gioco per sfogarsi a calcio & bestemmie. Sciò, via di qua! Proprio come si farebbe in un pollaio con delle galline vocianti e rissose.
Questo è il Veneto, cari amici. Dove tutti si dicono morigerati, ferventi cattolici e brave persone, ma quando possono si sciacquano la bocca con Dio, i santi e i sacramenti. Un perbenismo di facciata, da sbandierare pubblicamente per puro conformismo. Ma è anche il Veneto delle crociate per il mantenimento del crocefisso nelle scuole e nei luoghi pubblici, delle petizioni contro chi osa mettere in discussione la presenza di un simbolo sacro appeso al muro. Naturalmente a discapito di altre fedi e religioni, perchè quella cattolica è la sola, vera e unica religione. Salvo poi bestemmiare alla grande il proprio Dio, sotto gli occhi e le orecchie del signor parroco.
Sottolineo, e dovrebbe essere implicito, che non si tratta di generalizzare indistintamente. Non tutti bestemmiano ovviamente, ma il fenomeno è molto rilevante e diffuso e per di più in continua crescita sia tra giovani e anziani che tra uomini e donne. Personalmente (lo dico per chiarire la mia posizione), mi professo credente, pessimo cattolico, non bestemmio e ritengo che il crocefisso stia bene sul muro alla vista di tutti, come anche -però- qualsiasi altra icona religiosa, non essendoci graduatorie di merito o preferenze tra religioni e credenti.
Si noti bene che sarebbe sbagliato e riduttivo pensare che il fenomeno sia limitato alle fasce più popolari e ignoranti. Niente affatto. La bestemmia in Veneto abbonda democraticamente sulle bocche di tutti indistintamente, a tutti i livelli e gradi di istruzione. Dall'operaio al professionista, dal commerciante al dirigente d'azienda. La bestemmia è ormai un intercalare quasi onomatopeico, un rafforzativo di concetti che rischierebbero di rimanere nel vago se non conditi da una bestemmia. Ci sono le bestemmie pleonastiche e riempitive, quelle cattive e gonfie di rabbia, quelle comiche e satiriche, quelle esclamative, quelle definitive, ossia dette per chiudere la bocca all'interlocutore timido.
La bestemmia una volta era un reato. Adesso credo che non lo sia più, poichè la religione cattolica non è più la religione di stato e dunque il reato di vilipendio non esiste più. Ma rimangono pur sempre (rimarrebbero...) il rispetto per gli altri e la buona educazione. Ahimè, due categorie morali ed etiche che al giorno d'oggi possono solo far sorridere come si trattasse di reperti storici, essendo principi ormai obsoleti per una gran fetta di italiani. L'aggressività e l'insofferenza sono i nuovi paradigmi del vivere comune. E la bestemmia rispecchia e ricalca esattamente sia l'aggressività verso gli altri che l'insofferenza per il credo altrui.
Discorso a parte merita quello sulla squadra di calcio che ha denunciato lo sfratto dal campo ad opera del parroco come un affronto ingiustificato. Sì, perchè a leggere i commenti dei lettori del Gazzettino presenti sul sito, si viene a sapere che dal punto di vista sportivo la società di calcio del S. Elena non brilla per correttezza, nè in campo nè sugli spalti a bordo campo. Il che ha poco di sportivo, inteso come spirito comportamentale. Insomma, tale padre tale figlio. Tale la società di calcio, tali i suoi giocatori bestemmiatori..... Nulla di nuovo sotto il sole.
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