domenica 22 agosto 2010

Film visti. Quando l'uomo gioca a fare Dio...

SPLICE Regia di Vincenzo Natali.
Con Adrien Brody, Sarah Polley, Delphine Chanéac.

[Voto: 2,5 su 5]

Premessa: per fortuna che l'estate sta finendo e, con il cambio di stagione, al cinema torneranno film degni di questo nome....

Cominciamo con l'inquadrare il film. Una coppia di scienziati biochimici e geniali ricercatori nel campo della genetica. Coppia anche nella vita, oltre che nel lavoro. Delle creature animali o quasi, create artificialmente per estrane principi attivi da utilizzare nell'industria farmaceutica da una grande multinazionale. Tra alti e bassi il loro lavoro li abitua ad avere dimestichezza con la vita, crearla e modificarla a piacimento. Ma ad un certo punto si presenta l'occasione di fare un salto di qualità: sperimentare sul DNA umano e non più soltanto su quello animale.  Questo l'inizio della storia che si preannuncia abbastanza interessante e convincente. Non si fa fatica ad immaginare che la realtà nei laboratori segreti di qualche industria farmaceutica sia esattamente così, se non di più o peggio. Il film affronta la tematica ponendo dei dubbi sulla liceità della ricerca se di mezzo ci sono degli esseri umani. E lo fa in modo curioso. I due sono una coppia che in qualche modo generano una vita, sia pure in provetta. E' proibito dalle leggi e dalla morale, ma lei convince lui ad infrangere le regole. Vi dice nulla? Non ricorda la storia di Adamo ed Eva nel paradiso terrestre, con Eva nel ruolo di subdola tentatrice? E alla nascita della creatura i due si trovano ad affrontare gli imprevisti più banali, così come farebbe una giovane coppia di sposi: i pianti del bebè, le pappe, i capricci, l'apprendimento. Con la differenza che la creatura (Dren il suo nome, che è Nerd letto al contrario) fa tutto alla velocità della luce, merito dei suoi super cromosomi. Il regista Vincenzo Natali (canadese, a dispetto del nome italiano, e già autore di un claustrofobico film di successo di qualche anno fa, "The cube") e i suoi sceneggiatori affrontano con grande attenzione sul piano psicologico il rapporto che si instaura con una creatura ‘diversa' alla quale entrambi i protagonisti, ognuno con la propria sensibilità, sentono di dover dare cure e attenzioni. E forse questa è la parte più interessante del film, salvo poi sbarellare alquanto e perdersi in un ridicolo finale quasi-horror. Un peccato perchè per gli amanti del genere fantascientifico certamente Splice (in inglese: innestare) avrebbe potuto occupare un posto di riguardo tra le loro preferenze.

Nota a margine. In questa piatta estate cinematografica 2010 il protagonista Adrien Brody (quello del Pianista di Polanski) è al suo secondo o terzo film nelle sale. Uno peggiore dell'altro. Che sia un caso che lo abbiano relegato rigorosamente in bassissima stagione?

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