domenica 1 agosto 2010

Jack

La prima volta che ho incontrato Jack è stato un impatto mica da poco. Quella volta rientrai a casa poco prima di cena aprendo con le chiavi, senza suonare il campanello. Ho aperto la porta all'improvviso e Jack rimase un po' spiazzato per la sorpresa di vedersi comparire qualcuno alle spalle. Si voltò di scatto con una faccia niente affatto rassicurante. Grande e grosso e per lo più nero come il carbone è un tipaccio che incute un po' di timore reverenziale. Anche se poi, conoscendolo, si rivela un pezzo di pane. Succede sempre così per noi grandi e grossi, incutiamo un certo timore, ma poi ci riveliamo per quello che siamo in realtà: dei bravi ragazzi. Guai se non fosse così. Metti il carattere di un piccoletto in uno grande e grosso e il più delle volte bisognerebbe rinchiuderlo sotto chiave. Il fatto è che noi grandi e grossi non dobbiamo dimostrare niente a nessuno, mentre i piccoletti sono sempre lì a rincorrere una reputazione e un'attenzione che pochi danno loro per scontate e spontaneamente. E' il destino dei piccoletti, ad ogni livello. Certo è che io e Jack facciamo una bella coppia (modestia a parte).

Insomma, Jack doveva rimanere ospite a casa solo per qualche giorno, poichè dove stava prima, da Gianluca (il moroso di mia figlia), non era più gradito e gli avevano posto l'aut aut. Anzi no: fuori di casa, punto e basta. Come il pesce, al terzo giorno l'ospite puzza, recita il proverbio. Ormai era a casa. Come si fa a dire di no? Mica si può lasciarlo in mezzo a una strada, povero Jack. Un po' di umanità. Da allora sono passati due anni (era agosto del 2008) e Jack è ancora qua a casa mia. Ormai è uno di famiglia, un posto che si è conquistato con la forza della sua simpatia e della sua indole pacifica. A dispetto del suo aspetto, come detto. I primi tempi chi lo incontrava in ascensore aveva visibilmente delle reazioni poco simpatiche. Grande e grosso e nero. Non tutti hanno la capacità e la sensibilità di entrare in sintonia con un tipo così e molto spesso non fanno nulla per non farlo vedere. E francamente è abbastanza imbarazzante. Il discorso sui pregiudizi e la paura del "nero" sarebbe lungo e ci porterebbe lontano... ma mi ha sempre dato fastidio che il fatto che sia nero crei una barriera emotiva. Con Jack si sta bene insieme, non ti dice mai di no ed è sempre disponibile. Non si tira mai indietro e sa come dimostrare il suo affetto e riconoscenza. Certo a volte ci vuole una buona dose di pazienza. Non è esente da difetti come del resto chiunque altro. Per esempio puzza un po', ma non perchè non ci tenga all'igiene personale e non si lavi mai, anzi passa ore a pulirsi e sistemarsi, ma semplicemente perchè è il suo odore naturale. Prendere o lasciare. Certo è che dopo un bel bagno è tutt'altra cosa. Ma dura poco, il suo odore prende facilmente il sopravvento.
Dicevo che Jack avrebbe dovuto rimanere con noi solo per qualche giorno, ma poi è finita che si è stabilito a casa ed è ormai uno di famiglia. Credo che nessuno di noi potrebbe ormai pensare di mandarlo via. Anche perchè dove potrebbe andare? Non è mica facile trovare un'altra sistemazione. Dove? In un istituto? In un ricovero per senza-casa? No, impossibile. Mi ci sono affezionato e per quanto mi riguarda a casa mia avrà sempre un tozzo di pane e un po' d'acqua fresca a sua disposizione. Anche se a dire il vero l'alimentazione è sempre stato il suo problema. Grande e grosso, ma tanto delicato dal punto di vista salute. Pare che abbia delle intolleranze alimentari. Le proteine della carne e quindi anche dei derivati gli fanno malissimo. Finisce che la pelle si irrita e si infiamma, si creano delle bolle che si infettano e si riempiono di pus. Specie nelle orecchie. Cosa che ovviamente fa male, molto male. Inutile il giro di svariati medici e tutta una serie di analisi specifiche. Le indicazioni ricevute sono sempre le stesse: niente carne e derivati. L'alternativa è il pesce. Con tutto quello che mangia il signorino, trattarlo a pesce è anche una bella spesa. Ma l'ospite è sacro e non potrei mai obbligarlo ammangiare qualcosa che gli facesse male, non sono così venbale. A me oltretutto il pesce fa schifo e il solo odore mi fa quasi venire la nausea. Quando preparo la cena mi tocca tapparmi il naso. Sì perchè, Jack ha tanti pregi, ma sulle piccole cose quotidiane è un disastro. Mi tocca preparargli da mangiare, lui non muove un dito. E' a mangiare, però non lo batte nessuno. Anzi è proprio un mangione (anche in questo siamo molto simili...). Non so come faccia a divorare tutto quello che ha davanti in un battibaleno. A volte butta giù tutto quasi senza masticare. Finisce prima di tutti gli altri e poi si mette a guardarti mangiare con insistenza. Imbarazzante. Da piccolo non devono avergli insegnato nulla. Inutile dirgli di andar piano e masticare lentamente. Non ascolta neanche un po' e continua a fare di testa sua. Ma Jack è così, prendere o lasciare. Salvo poi vomitare tutto, quando esagera veramente. Uno schifo. Qualche volta proprio esagera e allora gli urlo dietro che la deve smettere di mangiare in quel modo. Ma mi dicono che tutti quelli della sua razza usano mangiare allo stesso modo. Non voglio fare discriminazioni razziali ma c'è un limite a tutto. E' come sbattere contro un muro, non c'è niente da fare. La sua ostinazione caratteriale emerge prepotente anche quando si va a fare una passeggiata al mare o in campagna. Inutile sperare che non si butti in acqua senza badare alla temperatura, che sia estate o inverno, se sia acqua pulita o stagnante. Mare, lago o fosso per lui non fa differenza. Come faccia non lo so, francamente. A me fa schifo solo a vederla l'acqua stagnante dei fossi in campagna, ma a lui non sembra fare alcun effetto. E' visibilmente felice a sguazzare nell'acqua e bisogna dire che nuota con un certo stile, istintivo, ma efficace. Una volta, eravamo al mare in inverno, decide di buttarsi dal molo, nonostante la temperatura proibitiva.Inutile dire che gli avevo raccomandato di non farlo. Era febbraio, in una giornbata cupa e gelida. Ma lui fa lo spaccone e si butta ugualmente. I problemi cominciano quando tenta di risalire perchè il molo è protetto dai massi frangiflutti che sono resi viscidi dalle alghe. Non riesce a fare presa e scivola cadendo nuovamente in acqua ad ogni tentativo. Stavo già pensando di dovermi tuffare anch'io per dargli una mano quando a forza di urlargli di spostarsi e scegliere un diverso approdo, vedo che faticosamente riesce a tirarsi su. Che spavento. Un'altro po' e sarebbe morto assiderato, quell'incosciente. A volte credo che faccia finta di non capire per continuare a fare i suoi comodi. Che faccia tosta.
Ma Jack sa farsi voler bene nonostante il suo carattere spavaldo e testardo, la sua fame atavica e l'assoluta mancanza di buone maniere. Quando usciamo iunsieme e andiamo a fare due passi è da ammirare. E' proprio bello e attira gli sguardi di tutti e io me lo tengo vicino con orgoglio. Certo, qualcuno continua a guardarlo male per via che è nero e imponente, ma chi ha imparato a conoscerlo ormai non ci fa più caso. La gente è diffidente per preconcetto, ma poi spesso cambia atteggiamento quando si accorge che il colore e l'aspetto sono particolari secondari e ciò che conta è l'individuo e la sua bontà.
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Questo è Jack Labrador, il mio amico cane (uno dei rari casi di cane con un nome e cognome).

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