Pianoforte vendesi
di Andrea Vitali
Personaggi e interpreti:
- Bellano, piccolo paese sulle rive del lago di Como;
- il Pianista, un poco di buono così soprannomionato per le sue doti di ladro svelto di mani;
- il pianoforte, frutto non apprezzato di un'eredità, posto in vendita al miglior offerente;
- la vecchina ultra ottantenne, zitella per scelta consacrata alla musica;
- il maresciallo dei Carabinieri della locale stazione e il suo brigadiere;
- il calzolaio che ogni anno, tutti gli anni, la notte della Befana si ubriaca;
- la trippa, nobile quanto popolare piatto povero della cucina tradizionale che riempie lo stomaco e ritempra lo spirito nelle fredde giornate invernali.
Ecco ci sono tutti. In una notte magica, quella dell'Epifania, in cui tutto il paese fa festa ed è percorso da brividi insoliti che evocano morti che si alzano dalle tombe per parlare con i vivi, Vitali inserisce la vicenda di un abile mariuolo che spera di fare bottino nella confusione della festa. Invece finisce con l'imbattersi con un insolito cartello che offre la vendita di un pianoforte. Da quel momento in poi nulla sarà più come sembra.
Grande Andrea Vitali. Un vero maestro nel raccontare storie di gente qualsiasi e quasi insignificanti, luoghi e ambientazioni marginali e banali trasformandole in storie di persone e di luoghi unici al mondo. Personaggi e luoghi vivificati dal racconto che assumono personalità e sembianze nuove e originali, ma mai banali anche nella loro normalità.
Pianoforte vendesi è un piccolo gioiello (nemmeno un centinaio di pagine) da leggersi tutto d'un fiato. Con passione.
P.S.: Certe volte non siamo noi a scegliere i libri da leggere, ma sono loro a scegliere noi. Ho acquistato questo libro di Vitali per caso ad una sagra di quartiere. Una di quelle feste di parrocchia dove si va per mangiare gnocchi e carne alla brace con gli amici o i vicini di casa. Non diverse dalle feste dell'Unità, sempre più rare al giorno d'oggi. C'è lo stand della pesca di beneficienza dove, se va bene, ci si riempie di cianfrusagli inutili, l'orchestrina di liscio e il dj discotecaro che a giorni alterni invitano alle danze i parrocchiani, anziani e giovani. Nella mia parrocchia oltre a offrire tradizionalmente ogni anno degli ottimi gnocchi che sembrano fatti in casa, c'è anche lo stand riservato agli "intellettuali" dove si vendoni libri usati. Sono centinaia e centinaia, tutti allineati su bancarelle traballanti e suddivisi tra narrativa italiana, straniera, saggistica, cucina, fiabe, turismo e viaggi. A dominare su tutto un incredibile tanfo di umido. Ma in quale cantina umida saranno mai conservati quei libri da un anno all'altro? A sovrintendere e gestire lo stand è stato chiamato uno dei parrocchiani di fiducia del Parroco. E' un ex vigile urbano in pensione che si dedica stoicamente alle necessità della parrocchia. Sono capitato nello stand del libro per caso, dopo il doveroso omaggio agli gnocchi, gironzolando per la sagra gustandomi il mio toscano del dopo cena. Un passaggio quasi dovuto sulle bancarelle, a curiosare tra le tremende zaffate di odor di muffa e di umido. Mi sarebbe piaciuto trovare una copia del Moby Dick di Melville; mi è venuta voglia di rileggerlo e vedere che sensazioni mi avrebbe suscitato adesso, a cinquant'anni suonati, la storia della balena bianca e del capitano Achab dopo aver letto il libro da ragazzo. Invece mi trovo davanti questo libricino smilzo di Andrea Vitali. Spiccava per l'aspetto, nuovo quasi intonso, a dispetto della vetustà dell'offerta che lo circondava. Tutti libri vecchi di anni o decenni. Che ci fa qui, mi sono chiesto. Possibile che nessuno prima di me lo abbia addocchiato? Lo prendo al volo, senza pensarci. Continuo il giro, trovo un Camilleri che non avevo letto e unn Erri De Luca che mi incuriosiva. Passo alla cassa, dal vigile in pensione. Scambio due parole di circostanza sulla festa parrocchiale e sul tempo capriccioso e alla fine mi fa il prezzo. Sì, mi fa il prezzo. Non fa la somma dei prezzi dei libri, chessò il 50% del costo di copertina. No, li guarda e li riguarda, li gira e li rigira, li soppesa e poi spara: "4 euro per tutti e tre". Non credo alle mie orecchie. Gli chiedo conferma: 4 euro per tutti e tre? Ho capito bene? Lui mi guarda interrogativo, mi sembra quasi di indovinare i suoi pensieri "sono troppi 4 euro"? Muffa e odore di chiuso compresi nel prezzo, naturalmente. Prendo il portafoglio e quasi sentendomi in colpa per il prezzaccio gli allungo un biglietto da 5 euro. Lui apre il cassettino della cassa improvvisata cercando il resto. Faccio il signore, con un cenno della mano rifiuto il resto. Tenga pure, per le necessità della parrocchia...
1 commento:
Il tuo commento al libro di Vitali mi ha talmente convinto e coinvolto che lo leggerò senz'altro. Bravo e complimenti per il tuo blog che spazia su svariati argomenti con grande fluidità di scrittura.
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