Dico la verità, a costo di passare per cinico e insensibile. Verrebbe da dire "ma chissenefrega"... Ma la morte di Pietro Taricone è la notizia del momento che tiene banco su giornali e telegiornali e fa a gara con quella della sentenza sul senatore PDL Dell'Utri -condannato a 7 anni di carcere per reati di mafia antecedenti il 1992- . Una condanna a intermittenza: prima del 1992 è colpevole, dopo il 1992 no. Incongruo, irragionevole, assurdo? Ma no. E' la giustizia italiana, bellezza.
Taricone, giovanotto di bella presenza con ambizioni di attore e uomo di spettacolo, è morto in seguito ad un incidente per un lancio con paracadute finito male. Una disgrazia, un incidente fatale e deprecabile, ma che rientra nella casistica di questa disciplina sportiva rischiosa e pericolosa. Casi del genere succedono con periodica ripetitività e nessuno batte ciglio a livello mediatico se la vittima è un povero diavolo qualsiasi. Al contrario, Taricone ha dalla sua quella di essere un reduce della prima serie del Grande Fratello e di averne riportato tutti i possibili benefici in termini di pubblicità e notorietà. Il successo dell'effimero e del nulla, della forma a discapito della sostanza. In effetti come attore Taricone era decisamente "limitato" e come uomo di spettacolo non si sa bene quale fosse la sua eccellenza specifica. Ma sui giornali e in tv se ne parla come della morte di un eroe. Un eroe dei nostri tempi, tempi fatti di nulla, di capacità improvvisate, di belle presenze, frutto di professionali e sperimentati agenti che ne curano l'immagine e le public relations. Et voilà, il personaggio è fatto. Che poi sappia fare poco o nulla, poco importa. Che non abbia capacità particolari o competenze specifiche, fa niente. Dettagli. Ma tanto basta per trattare la sua tragica fine come quella di un eroe, con tanto di lacrimuccia di circostanza delle barbaredurso di turno o dei giornali di gossip che si staranno sfregando le mani per la ghiotta opportunità di incremento delle vendite. Con una notizia così cii campano una decina di numeri almeno... Se a lasciarci la vita fosse stato un tizio qualsiasi non gliene sarebbe fregato nulla a nessuno, amici e familiari esclusi. Ma siccome è un personaggio dello spettacolo tutto va bene, tutto viene amplificato. Taricone santo subito. Taricone eroe di carta. Eroe dei nostri tempi.
Taricone, giovanotto di bella presenza con ambizioni di attore e uomo di spettacolo, è morto in seguito ad un incidente per un lancio con paracadute finito male. Una disgrazia, un incidente fatale e deprecabile, ma che rientra nella casistica di questa disciplina sportiva rischiosa e pericolosa. Casi del genere succedono con periodica ripetitività e nessuno batte ciglio a livello mediatico se la vittima è un povero diavolo qualsiasi. Al contrario, Taricone ha dalla sua quella di essere un reduce della prima serie del Grande Fratello e di averne riportato tutti i possibili benefici in termini di pubblicità e notorietà. Il successo dell'effimero e del nulla, della forma a discapito della sostanza. In effetti come attore Taricone era decisamente "limitato" e come uomo di spettacolo non si sa bene quale fosse la sua eccellenza specifica. Ma sui giornali e in tv se ne parla come della morte di un eroe. Un eroe dei nostri tempi, tempi fatti di nulla, di capacità improvvisate, di belle presenze, frutto di professionali e sperimentati agenti che ne curano l'immagine e le public relations. Et voilà, il personaggio è fatto. Che poi sappia fare poco o nulla, poco importa. Che non abbia capacità particolari o competenze specifiche, fa niente. Dettagli. Ma tanto basta per trattare la sua tragica fine come quella di un eroe, con tanto di lacrimuccia di circostanza delle barbaredurso di turno o dei giornali di gossip che si staranno sfregando le mani per la ghiotta opportunità di incremento delle vendite. Con una notizia così cii campano una decina di numeri almeno... Se a lasciarci la vita fosse stato un tizio qualsiasi non gliene sarebbe fregato nulla a nessuno, amici e familiari esclusi. Ma siccome è un personaggio dello spettacolo tutto va bene, tutto viene amplificato. Taricone santo subito. Taricone eroe di carta. Eroe dei nostri tempi.

Come Taricone del Grande Fratello, Dell'Utri è un altro tipico eroe dei nostri tempi. Basati sul nulla o su gambe molli e tremolanti tenute su da avvocati di grido. Eroi di carta, eroi del nulla, dalle più che dubbie capacità.
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2 commenti:
Taricone, personaggio per me incolore e negativo, come tutti i partecipanti al Grande Fratello, i suoi autori, la TV che lo trasmette e la gente che lo guarda. Ma è sempre triste la morte di una persona. Di qualsiasi persona che muore per un incidente, per una mera fatalità. Il vuoto improvviso che lascia è immediatamente percepibile. Taricone è morto mentre si stava dedicando al suo hobby preferito: il paracadutismo. Ed i media hanno dedicato a questo evento uno spazio che nemmeno i mondiali di calcio...
A questo proposito, volevo far presente che le morti che adesso andrò ad indicare, probabilmente non hanno avuto nemmeno un secondo di spazio nelle TV e nei periodici che si stanno occupando con tanta foga di Taricone. Eccole:
Vincenzo Natilla - 32 anni - operaio di Bari, morto cadendo al suolo trascinato da un montacarichi, mentre lavorava in un edificio (27/02/2010).
Salvatore Pagliaro - 51 anni - operaio, morto nei pressi dello svincolo autostradale di Palmi cadendo da un pilone e precipitando dentro ad una colata di cemento (28/02/2010).
Lorenzo Cammita - 33 anni - operaio di Arzano, ucciso dal muletto che stava riparando, all'interno di un'azienda specializzata in macchinari automatici (01/03/2010).
Gino Bortolon - 39 anni - operaio di Vicenza - schiacciato tra due nastri trasportatori che stava riparando (09/03/2010).
Marco Barzaghi - 30 anni - operaio - schiacciato da una trave di ferro mentra lavorava in una carpenteria metallica di Trezzo Sull'Adda (10/03/2010).
Sebastiano Marruso - 27 anni - morto a Pozzuoli mentre stava lavorando alla ristrutturazione di un palazzo: il gancio della grù si è staccato colpendolo alla testa (16/03/2010).
Walter Pouli - 27 anni - morto folgorato mentre compiva una manutenzione alle linee elettriche della ferrovia presso la stazione di Livorno Ferraris (16/03/2010).
Savino Pistillo - 52 anni - ingegnere - è morto cadendo da un'impalcatura da un'altezza di sette metri in un cantiere edile di Faenza (19/03/2010).
Seguono centinaia di altri nomi, solo quest'anno.
Franco
A distanza di pochi giorni della sentenza di Dell'Utri già non se ne parla più, mentre su Taricone imperversano alla grande le copertine dei settimanali non solo di gossip.
Questa è la stampa italiana.
Renato
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