mercoledì 30 giugno 2010

Eroi del nostro tempo

Dico la verità, a costo di passare per cinico e insensibile. Verrebbe da dire "ma chissenefrega"...  Ma la morte di Pietro Taricone è la notizia del momento che tiene banco su giornali e telegiornali e fa a gara con quella della sentenza sul senatore PDL Dell'Utri -condannato a 7 anni di carcere per reati di mafia antecedenti il 1992- . Una condanna a intermittenza: prima del 1992 è colpevole, dopo il 1992 no. Incongruo, irragionevole, assurdo? Ma no. E' la giustizia italiana, bellezza.

Taricone, giovanotto di bella presenza con ambizioni di attore e uomo di spettacolo, è morto in seguito ad un incidente per un lancio con paracadute finito male. Una disgrazia, un incidente fatale e deprecabile, ma che rientra nella casistica di questa disciplina sportiva rischiosa e pericolosa. Casi del genere succedono con periodica ripetitività e nessuno batte ciglio a livello mediatico se la vittima è un povero diavolo qualsiasi. Al contrario, Taricone ha dalla sua quella di essere un reduce della prima serie del Grande Fratello e di averne riportato tutti i possibili benefici in termini di pubblicità e notorietà. Il successo dell'effimero e del nulla, della forma a discapito della sostanza. In effetti come attore Taricone era decisamente "limitato" e come uomo di spettacolo non si sa bene quale fosse la sua eccellenza specifica. Ma sui giornali e in tv se ne parla come della morte di un eroe. Un eroe dei nostri tempi, tempi fatti di nulla, di capacità improvvisate, di belle presenze, frutto di professionali e sperimentati agenti che ne curano l'immagine e le public relations. Et voilà, il personaggio è fatto. Che poi sappia fare poco o nulla, poco importa. Che non abbia capacità particolari o competenze specifiche, fa niente. Dettagli. Ma tanto basta per trattare la sua tragica fine come quella di un eroe, con tanto di lacrimuccia di circostanza delle barbaredurso di turno o dei giornali di gossip che si staranno sfregando le mani per la ghiotta opportunità di incremento delle vendite. Con una notizia così cii campano una decina di numeri almeno... Se a lasciarci la vita fosse stato un tizio qualsiasi non gliene sarebbe fregato nulla a nessuno, amici e familiari esclusi. Ma siccome è un personaggio dello spettacolo tutto va bene, tutto viene amplificato. Taricone santo subito. Taricone eroe di carta. Eroe dei nostri tempi.

Il senatore Dell'Utri invece esulta per essere stato assolto per i reati post 1992, dopo la sua scesa in politica (per legittima difesa, dice lui...). Grande vittoria dei suoi avvocati. Grande sconfitta della pubblica accusa. Ma intanto Dell'utri si ritrova con una condanna a sette anni sia pure non ancora passata in giudicato. Cosa che non gli impedisce di continuare disinvoltamente a fare il senatore della Repubblica italiana. Si sa che la poltrona è dura da abbandonare per rigurgiti etici o scrupoli moralistici... L'eventualità di dimettersi dalla carica non lo sfiora nemmeno, nonostante tutto. Nonostante i sette anni di galera. Ma intanto esulta per lo scampato pericolo, fidando chiaramente in prescrizioni o altre dabbenaggini cavillose che escogiteranno i suoi avvocati.

Come Taricone del Grande Fratello, Dell'Utri è un altro tipico eroe dei nostri tempi. Basati sul nulla o su gambe molli e tremolanti tenute su da avvocati di grido. Eroi di carta, eroi del nulla, dalle più che dubbie capacità.
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Taricone, personaggio per me incolore e negativo, come tutti i partecipanti al Grande Fratello, i suoi autori, la TV che lo trasmette e la gente che lo guarda. Ma è sempre triste la morte di una persona. Di qualsiasi persona che muore per un incidente, per una mera fatalità. Il vuoto improvviso che lascia è immediatamente percepibile. Taricone è morto mentre si stava dedicando al suo hobby preferito: il paracadutismo. Ed i media hanno dedicato a questo evento uno spazio che nemmeno i mondiali di calcio...
A questo proposito, volevo far presente che le morti che adesso andrò ad indicare, probabilmente non hanno avuto nemmeno un secondo di spazio nelle TV e nei periodici che si stanno occupando con tanta foga di Taricone. Eccole:

Vincenzo Natilla - 32 anni - operaio di Bari, morto cadendo al suolo trascinato da un montacarichi, mentre lavorava in un edificio (27/02/2010).

Salvatore Pagliaro - 51 anni - operaio, morto nei pressi dello svincolo autostradale di Palmi cadendo da un pilone e precipitando dentro ad una colata di cemento (28/02/2010).

Lorenzo Cammita - 33 anni - operaio di Arzano, ucciso dal muletto che stava riparando, all'interno di un'azienda specializzata in macchinari automatici (01/03/2010).

Gino Bortolon - 39 anni - operaio di Vicenza - schiacciato tra due nastri trasportatori che stava riparando (09/03/2010).

Marco Barzaghi - 30 anni - operaio - schiacciato da una trave di ferro mentra lavorava in una carpenteria metallica di Trezzo Sull'Adda (10/03/2010).

Sebastiano Marruso - 27 anni - morto a Pozzuoli mentre stava lavorando alla ristrutturazione di un palazzo: il gancio della grù si è staccato colpendolo alla testa (16/03/2010).

Walter Pouli - 27 anni - morto folgorato mentre compiva una manutenzione alle linee elettriche della ferrovia presso la stazione di Livorno Ferraris (16/03/2010).

Savino Pistillo - 52 anni - ingegnere - è morto cadendo da un'impalcatura da un'altezza di sette metri in un cantiere edile di Faenza (19/03/2010).

Seguono centinaia di altri nomi, solo quest'anno.

Franco

Anonimo ha detto...

A distanza di pochi giorni della sentenza di Dell'Utri già non se ne parla più, mentre su Taricone imperversano alla grande le copertine dei settimanali non solo di gossip.
Questa è la stampa italiana.

Renato