venerdì 4 giugno 2010

Dimonios, forza paris!

Come ogni anno, il 2 giugno, Festa della Repubblica, si è svolta a Roma la parata militare. In ogni comune d'Italia ci sono state commemorazioni grandi e piccole (forse ad eccezione dei comuni governati dalla Lega di Bossi...), ma la parata dei Fori Imperiali sullo sfondo del Colosseo ha un suo fascino unico. Un evento tradizionale, che sempre riesce a suscitare in me una certa emozione, nonostante con le divise non abbia un buon rapporto. Non per niente a suo tempo ho evitato in ogni modo il servizio militare di leva (che allora era obbligatoria). In tutta coscienza e ideologicamente ho un rifiuto delle armi e delle divise militari per quello che simboleggiano. Però riconosco anche dei lati positivi in questo mondo con le stellette e mi riferisco al senso di appartenenza e di unità che sono tra gli elementi qualificanti della cultura militare. Un esercito che non combatte e che non si addestra al combattimento non sarebbe un esercito, e pensare che possa esistere un mondo senza militari ed eserciti è pura utopia. Una pia illusione.  L'Italia stessa, che secondo la Costituzione aborrisce la guerra, non manca di distinguersi in operazioni militari che non sono definite ufficialmente guerra ma che in realtà lo sono a tutti gli effetti. Basta considerare le cose per come sono, senza nascondersi dietro giochi di parole. Proprio l'altro giorno ho citato la notizia dei 29 miliardi di euro spesi in commesse militari per cacciabombardieri ed elicotteri da combattimento. Uno stato che ripudia la guerra si attrezza in quel modo?
Ma torniamo alla parata del 2 giugno. Sono due le considerazioni a margine (molto a margine, ma il blog serve anche per divagare con i pensieri e le riflessioni...) che voglio condividere.
La prima è molto personale e risale a quando ero bambino. A Padova tanti, ma tanti anni fa c'era l'usanza di una piccola parata militare in Prato della Valle (vicino alla Basilica di S. Antonio, per chi conosce un po' la città). Qualche blindato, le jeep (anzi: le Campagnole della Fiat), i soldati che sfilavano, gli alpini, i bersaglieri, i carabinieri in alta uniforme (mio papà che era maresciallo era eccezionale in alta uniforme!)..., ma soprattutto c'erano i carri armati. Fantastiche montagne di acciaio e cingoli sferraglianti che mi mettevano paura al solo avvicinarmi a motore spento. Quando invece passavano rombando in sfilata erano terrore allo stato puro. Eppure quando mio papà mi faceva salire accanto alla torretta da dove usciva la canna del cannone era un'emozione da far scoppiare il cuore. Non potrò mai dimenticare quei momenti di eccitazione allo stato puro. Sono passati ben oltre 40 anni da allora, ero un bimbo da scuole elemntari, ma il ricordo è fortissimo.
La seconda riflessione è su un particolare reparto dell'esercito che ha un fascino unico e particolare. No, non sono gli alpini o i bersaglieri o i parà. Troppo facile, troppo scontato. Senza voler nulla togliere a questi storici corpi, mi riferisco alla Brigata Sassari. Cos'ha di particolare? L'inno, perbacco. Guardo la sfilata in tv quasi solo per gustarmi i pochi minuti in cui i sassarini marciano cadenzati cantando la loro canzone. Il loro inno "Dimonios" (conosciuto anche come forza paris) è veramente molto bello, sia nel testo che nella musica. E' coinvolgente. Parla di orgoglio nell'essere sardi e sassarini, di tradizione e di rispetto per la gente e per la storia della propria terra. E conclude esortando all'unità e ad avanzare tutti insieme, compatti. Un po' come il rugby: sostegno e lavoro di squadra.

Dimonios (forza paris)
per leggere il testo: http://www.assonazbrigatasassari.it/inno.htm
per ascoltare l'inno: http://www.assonazbrigatasassari.it/dimonios.mp3
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