mercoledì 2 giugno 2010

Film visti. La nostra vita

La nostra vita

Regia di Daniele Luchetti, con Elio Germano, Raoul Bova, Isabella Ragonese, Luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli.
[voto: 3,5 su 5]

La nostra vita... quella delle gente comune, che compra i mobili all'Ikea e passa la domenica con i parenti. Niente week end costosi, niente spese folli, niente lussi o stravizi. Cene di pasta in bianco col formaggino, non sushi o aragosta. La vita di gente semplice e umile per la quale Vasco è un mito e le sue canzoni sono il verbo. Al massimo dopo anni passati a sognare una vacanza, si va in Sardegna, mito estivo per cui mettere da parte i soldi anno dopo anno, ma comprando il biglietto con sei mesi d'anticipo per risparmiare. La nostra vita racconta di gente comune, quella che fa massa, che riempie i centri commerciali il sabato e la domenica, che ha nei figli e nella famiglia i soli veri tesori da custodire. Ma dove c'è la vita c'è la morte. E il film di Luchetti parla inevitabilmente anche di morti, oltre che di vite. La morte di Elena (Isabella Ragonese), mamma di due figli che muore di parto del terzo. La morte di uno sconosciuto rumeno, vittima del lavoro, della precarietà e della sua ubriachezza. La morte "dentro" che colpisce Claudio (Elio Germano) che, rimasto vedovo con tre figli piccoli, cessa di vivere per com'era prima, per come lo abbiamo conosciuto nella prima parte del film (nettamente la migliore) e decide che la cosa per cui vale la pena vivere è la ricerca del successo e del denaro a palate per dare alla sua famiglia ogni comodità. Va via per la tangente e la sua vita -fino ad allora dedicata ai figli e alla famiglia- cambia. Ma la vita è dura e spietata e là fuori c'è una realtà con cui fare i conti. E Claudio scende nell'inferno della sua nuova vita e poi ne risale, con l'aiuto della famiglia e degli amici più veri. Una rinascita dopo la morte.
Elio Germano ha vinto la Palma d'oro 2010 a Cannes per la sua intensa e convinta partecipazione. Una scena che sarà difficile dimenticare è quella della canzone di Vasco cantata a squarciagola al funerale della moglie Elena. Da antologia per il coinvolgimento emotivo che suscita.

L'Italia che esce dal film di Luchetti è drammaticamente vera e reale, fatta di lavoro nero, di immigrati sfruttati, di debiti, di strozzini e di fallimenti.  Un'Italia impegnata in una guerra perpetua per sopravvivere. Un'Italia radicalmente diversa da quella che ci sentiamo raccontare, neanche tanto subliminalmente, dai giornali e dalle televisioni dei nostri governanti secondo cui va tutto bene e l'Italia è un paese ricco e florido. Un'Italia che avrebbe risentito meno di altri paesi della crisi mondiale e che ne starebbe uscendo a grandi passi. Balle. Grandissime balle della classe dirigente che ci governa. E che Elio Germano durante la premiazione alla croisette non ha mancato di denunciare apertamente: "Dedico questa vittoria agli Italiani che sono migliori dei loro governanti".
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1 commento:

Giggi ha detto...

La scena di Elio Germano che urla a squarciagola la canzone di Vasco al funerale, è tra le mie top ten di sempre.
Un pezzo di bravura assoluta da parte di un attore che non smette di stupire per versatilità ed intensità.
Da sola vale il film.