giovedì 2 giugno 2011

Il test della verginità della rivoluzione egiziana

Conosco poco o nulla della cultura araba. Quel poco che so è quello che traspare dalle cronache dei giornali o dalla televisione. Per me rimane un mondo di difficile comprensione, con la precisa sensazione che sia tuttora sprofondato in pieno medioevo dal punto di vista sociale e umano.
A confermare questa impressione arriva la notizia che rimbalza dall'Egitto post Mubarak. Come si sa, pochi mesi fa un vento di rivoluzione ha attraversato il nord Africa spazzando via i regimi dittariali di Marocco e Egitto, per poi passare alla Libia e coinvolgere anche la Siria. La situazione attuale è che nei primi due paesi i regimi sono stati rovesciati, mentre in Libia divampa la guerra e in Siria perdurano le proteste popolari e relativi bagni di sangue. La domanda che circolava fin dall'inizio è che tipo di stato sarebbe sorto dalle ceneri delle dittature. L'esempio dell'Iran è lì a inquietare il mondo intero con un regime di stampo religioso integralista ancora peggiore del precedente che ha portato l'Iran ad essere in cima alla lista degli stati-canaglia.

Dall'Egitto arriva in questi giorni una notizia inquietante che lascia immaginare che tipo di scenario si stia preparando in quel paese dell'Africa nord orientale. Alcune delle donne arrestate il 9 marzo a piazza Tahrir furono costrette a subire “test di verginità”. Lo ha detto alla Cnn, sotto condizione di anonimato, un generale delle forze armate egiziane. Dalle sue parole non traspare particolare pentimento: “Mica erano come sua figlia o mia figlia” – ha detto al giornalista. “Quelle ragazze stavano nelle tende insieme a dei manifestanti di sesso maschile”. Nella mentalità del generale egiziano, dunque, ciò le rende meritevoli di essere sottoposte a una forma di tortura qual è un “test di verginità” fatto sotto costrizione.
Amnesty International aveva denunciato che 17 donne avevano riferito di essere state picchiate, sottoposte a scariche elettriche, obbligate a denudarsi mentre i soldati le fotografavano e infine costrette a subire un “test di verginità”, sotto la minaccia di essere incriminate per prostituzione.

Ma tutto questo come si concilia con la ventata di rinnovamento della rivoluzione (o supposta tale)? Cade il dittatore Mubarak e il suo regime politico, ma la mentalità comune che vuole la sottomissione indiscussa delle donne resta intatta. Che tipo di nazione nascente da una rivoluzione ci si può aspettare con questi presupposti?

Per saperne di più:
http://lepersoneeladignita.corriere.it/2011/06/01/%e2%80%9ctest-di-verginita%e2%80%9d-nel-nuovo-egitto/

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