La mattina appena sveglio, mentre ancora poltrivo a letto, ho costruito mentalmente il percorso della giornata. Ho deciso che sarei tornato in moto in alcuni di quei posti visti tante volte d'inverno, innevati, quando andavo a sciare tutti i fine settimana. In passato ho sciato un po' dappertutto sulle Dolomiti e non solo. Qualche puntatina l'ho fatta anche in Austria e in Val d'Aosta. Ma a mio insindacabile giudizio le Dolomiti sono sempre un gradino sopra a tutte le altre montagne.
Ecco il percorso.
Padova - Longarone (pausa cappuccino e brioche) - Val Zoldana - Zoldo Alto/comprensorio Civetta m. 1200 - Palafavèra m. 1500 - Passo Staulanza m.1800 (pausa per prendere un po' di sole) - Selva di Cadore m.1150 - Colle Santa Lucia m. 1450 (pausa per il panorama fantastico sul versante sud-est e il sottostante lago di Alleghe) - Alleghe m. 1000 - Falcade m.1150 - Passo Valles m. 2050 - Passo Rolle m. 2000 (pausa pranzo in malga) - San Martino di Castrozza m. 1450 - Fiera di Primiero m. 800 - Arsiè - Valsugana - Bassano del Grappa - Padova. Totale: circa 380 km. Il percorso segna un vero e proprio anello che circumnaviga il Civetta andando poi a debordare verso ovest, verso le Pale di san Martino.
Sciisticamente siamo in territorio del comprensorio del Civetta. Il maestoso Monte Civetta, la vetta di 3220 m. da cui prende il nome, è lì a dominare tutto, incutendo una certa dose di soggezione a chi lo osserva da vicino o ci scia ai piedi. Infatti Zoldo, Palafavèra, Selva, Alleghe sono località disposte tutte intorno alle sue maestose pendici e sono collegate tra loro con funivie, seggiovie e cabinovie, e quindi tutte raggiungibili con gli sci. La rete di piste del comprensorio, che è fra le più estese ed attrezzate, raggiunge ben gli 80 km. Cifra da capogiro. In parole povere chi ha gambe e fiato può sciare in continuazione tutto il giorno senza mai ripetere due volte la stessa pista. E non è, credo, il comprensorio più vasto delle Dolomiti....! Tornare d'estate in questi posti percorsi con gli sci ai piedi (parecchi anni fa) è un'esperienza totalmente diversa. Cambia tutto. I punti di riferimento del paesaggio non sembrano nemmeno gli stessi e sono comunque non facilmente riconoscibili. Ovviamente l'aria è diversa e quell'odore di legna che arde che si sente in vicinanza di malghe e baite, che d'inverno scalda il cuore e l'anima oltre che il corpo, d'estate non c'è. Ma rimane comunque un paesaggio di incredibile bellezza.
Ma il meglio, il più bello, ciò che lascia incantati e senza parole ancora non si è visto. Infatti verso ora di pranzo arrivo in zona di Passo Rolle e San Martino di Castrozza. Ovvero la zona delle Pale di San Martino. Una delle meraviglie della natura che non ha rivali in tutto il mondo. Sia da Passo Rolle che da San Martino sono lì a portata di mano. Sembra quasi di poterle toccare. Se sono aperti gli impianti della Tognola (all'ingresso di San Martino arrivando da Fonzaso/Arsiè), suggerisco di andare in cima al colle con la cabinovia. Una volta su (c'è la stazione di sci con bar/ristorante e solarium), le Pale saranno lì, affianco a voi, come splendide top model da ammirare e fotografare. Non c'è foto o descrizione che possa rendere la bellezza di queste cime. Bisogna andarci e ammirarle con i propri occhi.
Le Pale di San Martino |
Un'annotazione. Da quando ho imboccato la Val Zoldana a Longarone e fino a quando non sono tornato a valle ad Arsiè, le auto incrociate lungo la strada sono state rarissime. Merito probabilmente anche del periodo di tardo settembre, quando i turisti estivi ormai sono tutti tornati a casa. In compenso tutto il tour del comprensorio del Civetta è il regno delle moto e dei motociclisti. A decine e centinaia, di ogni tipo e cilindrata, disseminate lungo curve e tornanti o nei luoghi di ristoro. E ognuno con il suo stile di guida, corsaiolo e spericolato o tranquillo e turistico come il sottoscritto. Un vero spettacolo nello spettacolo della natura.
2 commenti:
sembra un bel posto!
Condicido su tutto, tranne per il finale.
Il problema delle moto in montagna è invece assai grave, altro che spettacolo nella natura.
Non parlo dei motociclisti che fanno del sano turismo ad andatura tranquilla, ma di quei stramaledetti che scambiano le strade di montagna per il Mugello, con fracasso, pieghe e velocità da veri criminali. Quando li incrocio prego Iddio affinchè, in uscite dalle curve, non escano dalla loro traiettoria. Un conto è se si sfracellano per conto loro (in fondo se lo sono cercato), un altro è se coinvolgono chi non c'entra nulla con la loro idiozia.
Ma i Carabinieri che fanno? Eppure basterebbe mettersi in una posizione ad hoc ed in breve il debito pubblico verrebbe risanato.
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