lunedì 5 settembre 2011

Film visti. Cose dell'altro mondo

Cose dell'altro mondo
Regia: Francesco Patierno
Cast: Valerio Mastandrea, Diego Abatantuono, Valentina Lodovini  


Voto: 3 su 5




"Cari extracomunitari, prendete il cammello e tornate a casa vostra nel deserto...! Fora da i ball, negri, marocchini, albanesi, romeni, zingari e tutti gli altri. Via dall'Italia!" .
Quante volte abbiamo sentito ripetere frasi come queste? Quante volte al bar, per strada, sulle tv locali e non solo locali, ma anche nei talk show delle grandi reti nazionali? Sui giornali, alla radio, nelle interviste ad esponenti del governo fino all'ultimo passante per strada. E' lo stile dei Borghezio, dei Bossi, dei Calderoli. In una parola: stile Lega. Quelli del celodurismo e dei luoghi comuni che fanno leva sugli istinti più bassamente xenofobi degli italiani.
E alla fine, a forza di insulti e imprecazioni, in Cose dell'altro mondo succede. Il sogno di questa gente che vuole liberarsi degli immigrati si avvera. Un certo giorno gli immigrati spariscono, tutti insieme.
Gli italiani e l'Italia tutta piombano nella crisi più nera. Non funziona più niente. Dalla sanità alle fabbriche, dal commercio grande e piccolo alle famiglie che affidavano gli anziani alle badanti dell'est, tutti si devono arrangiare per far fronte alla mancanza del milione e passa di lavoratori stranieri spariti nel nulla. E allora in tanti si accorgono che tutta quella gente non sono tutti rapinatori, spacciatori e stupratori come si urlava nei comizi, ma nella stragrande maggioranza persone che lavoravano facendo spesso i mestieri più umili e pesanti, quelli che gli italiani cosiddetti d.o.c. non vogliono o non sanno più fare. Spariscono dalla circolazione anche i bambini, figli di immigrati, che frequentavano le scuole insieme ai piccoli italiani. Sopportati e spesso derisi. Perfino i bambini che certamente non stupravano o spacciavano ma che comunque erano temuti e tenuti a distanza dai bravi italiani. E' il panico totale.

Tutto questo succede nella prima mezz'ora del film. Inizio scoppiettante, con un gran ritmo e presa emotiva sullo spettatore. Buoni gli attori, bene il film. Poi però qualcosa si inceppa, il ritmo narrativo incespica, rallenta, il racconto per immagini si ripiega su se stesso alla ricerca di significati e metafore.
Il film dunque un po' delude, perchè non riesce a mantenere fino alla fine le premesse con cui era iniziato. Ma resta intatto il valore di denuncia sociale dell'intera vicenda, paradossale finchè si vuole, ma terribilmente e drammaticamente vera e reale.
Il film è girato tra Treviso e Bassano del Grappa, nel cuore del Veneto leghista, e la sua realizzazione non ha mancato di provocare polemiche già prima che venisse girato. Una volta sparsasi la voce sul tema e i contenuti, il film è stato boicottato dai comuni che avrebbero dovuto ospitare le riprese attraverso la negazione delle necessarie autorizzazioni amministrative. E le polemiche non sono mancate neppure in fase di postproduzione e lancio pubblicitario. Naturalmente e rigorosamente prima che fosse possibile vederlo. Polemiche al buio, in tipico stile italiano e della politica italiana. Polemiche fondate principalmente sull'asserzione che il Veneto raccontato nel film non è così in realtà Non così estremo e così radicalmente xenofobo. Balle. I discorsi e i proclami che si sentono nel film rispecchiano fedelmente quelli che si sentono quotidianamente ovunque proprio qui in Veneto, la regione in cui sono nato e vissuto, la mia terra. E di cui, in certi casi, francamente mi vergogno.

Ottime le prove del tris di attori, Diego Abatantuono nei panni dell'imprenditore manifatturiero e piccolo ras delle tv locali (le polemiche sono nate anche perchè qualcuno vi ha riconosciuto notissime persone reali della società veneta), Valerio Mastandrea, poliziotto romano verace tra veneti ruspanti e ringhiosi, con parecchi problemi personali e una storia d'amore finita male con la maestra elementare Valentina occhi-che-sorridono Lodovini (ma quanto m'attizza Valentina...).                Il film sembrerebbe chiudere la porta ad una soluzione del problema denunciato. Gli immigrati non ci sono più e gli italiani devono rimboccarsi le maniche e darsi da fare con il sudore della loro fronte e non più con quella degli altri. Sembrerebbe... perchè forse un germoglio può nascere anche laddove sarebbe impensabile. La maestra Lodovini è incinta. E il padre è uno degli immigrati spariti nel nulla. Un seme piantato che può dare origine ad una vita. Una nuova vita e una nuova generazione di italiani. In definitiva, un segnale di speranza.

2 commenti:

Alessandro Frigo ha detto...

Ciao Angelo, in questo caso sono prorpio di avviso diverso dal tip. 3 è un voto troppo alto per un film i che non è un film, al massimo un apologo di poca sostenza, e tu sai quanto io disprezzi la lega......
Tiene solo la prima parte, i personaggi sono tutti improbabili, Mastrandea è catapultato nella storia a farci nulla, la fine del film, a sorpresa!!? è super scontata. Mi è piaciuto solo il tassista, l'unico personaggio autentico e coerente del film....... Voto, 1 per l'argomento trattato: è ora che si parli della lega e delle catastrofi che combina, ma certo non è questo il modo!

Alessandro Frigo

Unknown ha detto...

Bah. Veramente io ho scritto che il film regge mezz’ora e poi si arena. Mi pare che siamo d’accordo.
Poi il voto conta relativamente. Un film non è un trattato politico, ma una forma d’arte che talvolta si occupa di temi politici. Non gli si possono imputare responsabilità che non gli competono. Il film racconta una storia attraverso una vicenda e dei personaggi. Prova a ripensare al film in questo modo e vedrai che il voto sale.

Grazie del commento.
Angelo