venerdì 3 settembre 2010

Un'equazione al posto di Dio

E' in uscita un nuovo libro di Stephen Hawking, il famoso astrofisico considerato l'erede di Newton e di Einstein. Insegna a Cambridge, gira in carrozzina a causa di una grave malattia che lo rende sempre più inabile e gira il mondo a fare conferenze. Una mente geniale come poche altre sulla terra, in ogni tempo.
Il nuovo libro si intitola The Grand Design, con le maiuscole per ogni parola, a significare che grand (grande) e design (progetto) non sono termini generici qualsiasi, ma sono "IL" grande progetto, ovvero la Creazione del mondo, di tutto ciò che è, è stato e sarà. Insomma l'opera di Dio. Naturalmente il punto di vista, l'angolatura attraverso cui sbirciare la realtà, è quella dello scienziato. E come fece forse per la prima volta Charles Darwin con la sua teoria positivistica dell'evoluzione, Hawking arriva a ipotizzare che per accettare l'idea della Creazione, del Creato così come lo osserviamo, non è necessaria la figura di Dio ma è ammissibile una spiegazione meccanicistica. L'universo può essersi creato da sè, può essersi creato in maniera autonoma, in virtù dell'esistenza di una semplice (si fa per dire) e unica legge fisica: la forza di gravità.
Minchia! Il Big Bang, la scintilla che diede vita al processo di espansione dell'universo e la sua successiva espansione, la nascita di stelle e pianeti, di galassie e nebulose, dell'aria e della terra, dell'acqua e degli esseri viventi potrebbe essere frutto di un meccanismo naturale che avrebbe preso il via senza bisogno di interventi "esterni". Anche solo detta così, questa cosa mi fa andare via di testa. Non voglio neppure tentare di addentrami nei particolari, perchè tanto so che sarebbero fatica e tempo sprecati, Ma il concetto del Nulla e del Creato, prima e dopo il Big bang, è di per sè affascinante. Mi stordisce. Se c'è il nulla prima, come fa ad esserci il creato dopo senza una volontà precisa? Il concetto di nulla è ancora qualcosa di più totale ed assoluto del vuoto, va direttamente a interfacciarsi con la sfera filosofica. Come si fa a non vedere qualcosa di soprannaturale nel passaggio dal nulla a qualcosa che poi sfocerà nella materia esplosa col Big Bang? Mi rendo conto della povertà del mio concetto, ma francamente è difficile fare altrimenti per un mediamente ignorante come io mi ritengo. Dice Hawking: la sola legge di gravità può bastare a spiegare tutto. OK mi può stare bene. Ma facendo un banale passettino indietro, l'esistenza di tale legge n. 1 come si spiega o come si giustifica? Chi o cosa ha messo lì quella legge fisica? Se non esisteva nulla, se non c'era nulla da sottoporre alla gravità che motivo e ragione di esistere poteva avere in un ambito in cui per definizione non c'era niente di niente? E dunque ad un certo punto qualcuno o qualcosa dovrà pur aver dato inizio anche solo alla singola legge che secondo Hawking può spiegare tutto, innestando un meccanismo sequenziale e naturale che ha portato a tutto il resto. E come svincolare questa scintilla iniziale dal concetto di un essere supremo, a Dio? O sarebbe sufficiente accettare l'esistenza "spontanea" di questa legge n.1 senza fare quel passettino indietro chiedendosi chi ce l'abbia messa lì quella legge?
Sono convinto che l'uomo potrebbe passare i prossimi centomila anni a farsi queste domande senza poterne venire a capo. Salvo che, nel frattempo, menti geniali come Stephen Hawking non elaborino qualche convincente equazione da sostituire a Dio.

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