domenica 19 settembre 2010

Film visti. The American

The American
Regia di Anton Corbijn con George Clooney e Violante Placido.

Voto: 1,5 su 5

Definire imbarazzante questo film è dir poco. Il regista Corbijn (proviene dal mondo dei video musicali e lì ce lo rimanderei al volo...) ci offre un film sciatto, prevedibile e presuntuoso che si regge unicamente sulla bravura di Clooney e sulla bellezza dei luoghi dove la vicenda è ambientata, l'Abruzzo. Vorrei aggiungere che il film punta molto anche sulle tette di Violante Placido, generosamente messe in mostra in mancanza di talento d'attrice, ma non vorrei passare per volgare... Per il resto si sfiora il ridicolo con un finale da antologia tanto è banalmente prevedibile e rozzo; nelle intenzioni la melodrammatica conclusione vorrebbe essere addirittura strappalacrime, ma finisce solo per essere irritante per la stupidità delle ultime scene. Di storie di redenzione finale da parte di criminali incalliti per opera di una bella fatalona sono pieni gli annali di cinema, con esercizi di stile di grandi maestri e di grandi attori, ma questo The American francamente scivolerà nel dimenticatoio in poco tempo, non appena il film farà il solito giro in DVD e in tv sfruttando al massimo il faccione imbronciato di Clooney e le belle tette di Violante, dopodichè buonanotte a tutti.
Il tenebroso George Clooney ce la mette tutta per dare interesse ad un personaggio immusonito e privo di spessore e bisogna dire che il suo onesto mestiere lo fa piuttosto benino, ma decisamente non basta a sostenere il peso dell'intero film, contornato com'è da personaggi maldestramente abbozzati. Una chicca la partecipazione di un più che mai ruvido Filippo Timi nel ruolo di "dottore delle macchine" (meccanico), che si stacca nettamente dalla media recitativa del resto del cast. Della prostituta Clara, alias Violante Placido, che redime il killer ho già detto tutto quello che c'è da dire (cioè nulla) e aggiungerei che il personaggio è così approssimativamente costruito che non risulterebbe credibile in niente, nè come prostituta, nè come strumento di redenzione, nè come lavandaia; il prete di campagna Paolo Bonacelli è a metà strada tra il filosofo "de noantri" e il saccente ambiguo e ficcanaso, e in più probabilmente anche fedifrago segreto padre di famiglia. Il tutto nello stesso personaggio. Oltretutto ogni personaggio italiano che nella storia viene a contatto con il protagonista -che è un americano rifugiatosi in Italia per sfuggire a chi lo vuole ammazzare- si intende benissimo con lui e tutti si capiscono perfettamente. Forse che nei paesini sperduti sulle montagne abruzzesi tutti conoscono l'inglese e lo parlano come seconda lingua dimostrando grande senso di ospitalità per gli eventuali killer americani che si trovano colà di passaggio...? Ma dai. A voler rigirare il coltello nella piaga cercando tra le ridicolaggini del film, ci sarebbe di che sbizzarrirsi. Ma mi auto-limito per eccesso di buonismo. Tuttavia mi piacerebbe chiedere agli sceneggiatori che ci faccia un bordello con quattro-cinque prostitute (tra cui Clara-Violante) in un paesetto di montagna abruzzese dove in tutto il film si vedono si e no una decina di abitanti a farla grande, forse meno. Farà affari d'oro a palate.....

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