sabato 25 dicembre 2010

Una brutta storia

Nella retorica del Natale, quando tutti dovrebbero essere più buoni, c'è una notizia pubblicata sui giornali locali della mia regione che va in controtendenza. L'antefatto della vicenda risale a qualche mese fa, ma l'epilogo, tragico, è arrivato proprio in questi giorni natalizi. Andiamo con ordine.

Succede che in un sobborgo di Padova, un certo giorno nella piazza principale compare uno striscione scritto alla meno peggio, con questo testo: "Luisa F. ucciderà sua sorella se non dona". Dopo qualche interrogativo e le comprensibili perplessità iniziali la vicenda viene a galla. Paola F. è malata di leucemia e per cercare di guarire dovrebbe sottoporsi ad un trapianto di midollo, a condizione che vi sia compatibilità con il donatore per evitare il rigetto. La migliore compatibilità, è risaputo, c'è tra consanguinei, quindi il donatore è da ricercare nella ristretta cerchia di familiari stretti. L'unica candidata possibile è la sorella Luisa, che però rifiuta il trapianto nel timore di subire delle conseguenze fisiche dannose o dolorose per se stessa. Niente donazione, niente trapianto. Gli altri familiari di Paola non la prendono bene ovviamente. E' vero che non vi è garanzia assoluta che il trapianto riesca anche nel caso di donatore consanguineo, ma le probabilità di successo sono enormemente superiori rispetto al donatore non consanguineo. E' mai concepibile che si possa rifiutare la donazione alla propria sorella malata sapendo che ciò significa destinarla a un salto nel buio con un donatore estraneo?
Il fatto esce dalla piccola comunità padovana ed ha addirittura risonanza nazionale finendo sui giornali e in tv, dove, come al solito, non si cerca di meglio che azzannare questo tipo di notizie per specularci sopra sfruttando l'onda emozionale della vicenda. Ricordo di aver intravisto di sfuggita una trasmissione domenicale della solita Barbara D'Urso su Canale 5 con tanto di collegamento via satellite e interviste varie in diretta. Ma al di là delle jene strappalacrine della televisione, quella di Paola e della sorella Luisa rimane una vicenda drammatica e inquietante su cui riflettere.
Inutile dire che le reazioni sono state molteplici e principalmente suddivise tra accusatori e difensori della scelta di Luisa nel rifiutare la donazione. Come sempre si sono formati due partiti del sì e del no, del contro e a favore. Con tanto di gruppo sull'onnipresente Facebook che ha fatto da centro di raccolta, nel bene e nel male, sia delle reazioni sdegnate che delle ricerche del possibile donatore.

E siamo giunti all'epilogo di questa vicenda. Il fatto che coincida proprio con questi giorni natalizi intrisi di mieloso buonismo, di retorica consumistica dei regali ad amici e parenti più o meno cari  a dispetto dei valori cristiani che invece ispirano (o dovrebbero ispirare) il vero Natale, tutto questo è reso più drammatico e stridente. Paola è morta qualche giorno fa in seguito ad una crisi di rigetto dopo il trapianto eseguito da un donatore non consanguineo. Un donatore rintracciato forse in Germania grazie alle banche dati internazionali che mettono a disposizione di chi ne ha bisogno i dati cruciali per stabilire una possibile compatibilità. Paola F. è morta a 57 anni in Nuova Zelanda dove risiedeva da tempo. Ha finito la sua lotta con la leucemia, perdendola.

Esiste un obbligo a donare? Nel vasto serbatotio della morale e dell'etica esiste qualche regola che imponga un gesto di generosità quando il donatore è dubbioso al punto di tentennare? No, certamente. Nessun obbligo pende sul potenziale donatore ed egli si regola e decide secondo coscienza. Dunque la scelta del rifiuto di Luisa va rispettato, sia pure a denti stretti. Sia pure non condividendo la sua scelta, ma senza giudicare nulla e nessuno. Ma rimane comunque una brutta storia, comunque la si veda e la si valuti. Come non pensare al dolore per la morte di Paola e alla sua vita interrotta, ma anche alle angosce della sorella Luisa a cui il no deve essere costato non poco, nonostante tutto.

Che brutto Natale passeranno i suoi familiari di Paola. Ma non voglio neppure pensare a quello che trascorrerà sua sorella Luisa. Sarà comunque per tutti un Natale triste, perchè l'angoscia di fronte al passaggio dalla vita alla morte non fa eccezioni.

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