venerdì 29 aprile 2011

Royal wedding, oppio dei popoli

William e Kate, il gran giorno è arrivato. Tutto pronto a Londra per le nozze tra il principe William e Kate Middleton. Migliaia di persone hanno passato la notte lungo il percorso tra l'abbazia di Westminster e Buckingham Palace. William ha trascorso l'ultima serata da scapolo con il padre Carlo, Camilla e il fratello Harry e si è concesso un bagno di folla a sorpresa. La sposa e la sua famiglia si sono riuniti al Goring Hotel, a Belgravia. Per il grande evento mediatico sono attese nelle vie della capitale britannica circa 600.000 persone, della cui sicurezza si prenderanno cura 5.000 agenti di polizia.
Questa la cronaca, questi i fatti che inondano i giornali e le tv di tutto il mondo. Oggi ci saranno dirette televisive che coinvolgeranno -si dice- due miliardi di persone in tutto il mondo.

Ma la domanda è: ha ancora un senso ai giorni d'oggi una famiglia reale che regna e governa quasi come fossimo ancora nel XIX secolo? Ma anche: ha un senso il concetto stesso di monarchia e di diritto ereditario? Ha ancora un senso impazzire per i pettegolezzi e le beghe di corte, amanti e cornificazioni compresi, consumare fiumi d'inchiostro sul favoloso anello di fidanzamento di Kate o sui gadget-ricordo sfornati dall'industria turistica? E pensare che in Italia c'è anche qualcuno che, nostalgicamente, ricorda che un tempo il cuore della nobiltà europea si dava appuntamento in Italia, con Roma crocevia delle famiglie blasonate di tutto il mondo. Fasti e vestigia ormai perse nel tempo e nei ricordi che sono stati rispolverati per l'occasione e oggi riempiono i giornali e alimentano il gossip delle riviste specializzate che vivono sui VIP o presunti tali. Già ora si è scatenata la caccia al cappellino più originale (=obbrobrioso) sfoggiato dalle nobildonne inglesi invitate al royal wedding.... Nota a margine, ma per nulla marginale:  tra i 1900 VIP invitati dal sangue blu o con qualche speciale benemerenza, non figura nessun membro di Casa Savoia che, per quanto spodestata, è pur sempre la dinastia più antica d’Europa. Il che la dice lunga sul ruolo sempre più marginale dell'Italia sulla scena internazionale. Che si tratti di politici della repubblica o di membri della ex famiglia reale, se sono italiani non contano nulla. E dunque il loro posto è a casa a guardare la cerimonia in televisione.
Ovviamente si dirà che con tutto quello che di tragico succede nel mondo sia un'oscenità dedicarsi così spasmodicamente alle reali altezze che convolano a nozze in pompa magna. Basti solo pensare alla guerra di Libia che si combatte proprio dietro l'angolo, alle porte d'Europa.
Pienamente d'accordo, per quanto mi riguarda. Ma il culto per le famiglie reali, specialmente quella inglese, è una religione, o la si abbraccia o la si rifiuta in toto. E la religione, si sa, è l'oppio dei popoli.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' lecito porsi tutte queste domande da non inglesi?
Come si fa a criticare le tradizioni di un popolo conservatore come quello inglese?
Noi italiani siamo un popolo oramai senza tradizioni, nemmeno tanto unito, che ci facciamo beffe del tricolore, e forse per questo troviamo anacrostici certi eventi.
Io vedo invece con simpatia l'importanza data al royal wedding, sarà uno spreco di denaro, di attenzione, tutto quel che si vuole...però è pur sempre il capitale di un popolo da secoli.
Se guardiamo ancora in casa poi, le Frecce tricolori, tanto per fare un esempio, è un ns. vanto, ma ci costano all'anno quasi 200 miliardi di vecchie lire, eppure nessuno trova tanto da ridire. Non è forse uno spreco pure questo?

E' vero che se poi dovessimo guardare quel che accade nel mondo, dovremmo stare tutto il giorno a piangere.
Io penso che dobbiamo avere senz'altro un'attenzione particolare alle tragedie che accadono, ahimè, quotidianamente, ma non per questo dobbiamo pensare solo al peggio. Perdiana, la vita dobbiamo anche godercela in qualche modo!
Altrimenti è davvero finita.

PS.: ovviamente palro in generale, non mi riferisco al matrimonio reale.