Il passo in più cui si fa riferimento sono i bombardamenti che i jet italiani faranno sulla Libia. E' questa la novità sostanziale, al di là dei giri di parole e ai contorsionismi diplomatici. "Flessibilità nell'intervento militare" nell'espressione usata dal ministro La Russa significa che invece di sole azioni di pattugliamento e copertura i caccia italiani spareranno e bombarderanno al pari di quelli francesi, inglesi e americani. Insomma la Nato ha deciso che l'Italia non poteva defilarsi più ed era ora che si sporcasse le mani di sangue al pari di tutti gli altri. E se la Nato decide, l'Italia obbedisce.
Ma un conto è alzarsi in volo per pattugliare un'area assegnata e fornire copertura, ben altro conto è premere il grilletto dopo aver inquadrato un obiettivo e assistere allo scoppio delle bombe. Al rientro alla base quel pilota italiano saprà di aver ammazzato delle persone, siano essi militari o civili. Come dire che al mattino ci si sveglia, ci si sbarba, si fa colazione, si saluta la moglie o si portano a scuola i figli e poi, imbarcati sul proprio jet, si va al lavoro. Un lavoro che da ora in poi prevede e mette in conto anche di ammazzare gente libica. E' la guerra, bellezza!
Ma perchè siamo arrivati a questo punto? Sbaglio o la nostra Costituzione rinnega la guerra come strumento per la risoluzione di controversie tra stati? Ricordo male? Non saprei citare a memoria l'articolo, ma mi pare che la sostanza sia questa. E andare a sganciare bombe o lanciare missili da un cacciabombardiere non è un atto di guerra, ancor più, radicalmente e tragicamente di più, che pattugliare il cielo sopra Tripoli o Bengasi?
E che non si venga a cianciare della solita missione umanitaria per salvare vite umane dalla barbarie del dittatore di turno. Perchè altrimenti qualcuno dovrebbe spiegarmi come mai in Siria, dove l'esercito sta facendo morti a decine e centinaia fra i dimostranti che chiedono libertà e riforme sociali, nessuno si sogna di intervenire e tutti si limitano a dichiarazioni formali di disapprovazione e di biasimo. Dove sta la differenza tra Libia e Siria? Nel petrolio, ovviamente. In Libia c'è da mettere le mani sui giacimenti petroliferi, in Siria c'è solo sabbia e deserto. Le bombe le riserviamo ai libici che, loro sì, meritano di essere difesi dalla Nato. Che i siriani si fottano."Per l'Italia non cambia niente". Come se tra sganciare una bomba o no, non passasse nessuna differenza. Nel leggere questa dichiarazione del ministro La Russa, non so se ridere o piangere.
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