domenica 10 aprile 2011

Film visti. The next three days

The next three days

Regia: Paul Haggis, con: Russell Crowe, Elizabeth Banks, Olivia Wilde.
[voto2,5 su 5]

Il film è scandito da passaggi temporali, tre anni prima, tre mesi prima, tre giorni prima... Il titolo invece fa riferimento ai tre giorni successivi alla vicenda narrata da Paul Haggis e interpretata da Russel Crowe nel ruolo di protagonista. Ma cosa succede prima e dopo? Succede che un tranquillo insegnante di college della conservatrice e austera Pennsilvanya bianca e cattolica decide di trasformarsi in un criminale per amore della moglie ingiustamente (forse) condannata per un omicidio mai commesso. E' talmente convinto dell'innocenza della sua amata che non esita a stravolgere la propria vita e quella dei suoi cari (il figlioletto, i genitori anziani). Non esita neppure a diventare lui un assassino pur di arrivare al suo obiettivo: far evadere la moglie e sottrarla al carcere a vita.
Ci riuscirà? Come ci riuscirà? Non dico nulla perchè l'interrogativo è ciò su cui si regge il film, specie nella seconda parte dopo un inizio a dir poco noioso e inconcludente fatto da stucchevoli stereotipi di bella-famiglia-americana-dove-tutti-si-amano-e-si-vogliono-bene. I colpi di scena non mancano come anche qualche situazione tanto clamorosa quanto poco credibile. Ma, tant'è, il film complessivamente funziona e regge l'interesse dello spettatore. Merito soprattutto di quel gigione stropicciato e sovrappeso di Russel Crowe che ormai recita soprattutto se stesso, agganciato ad un clichè che si è costruito a pennello. Russel da sempre l'impressione di essere un gladiatore stanco e disgustato dal mondo, ma pronto a incavolarsi di brutto se toccato nel vivo. Un clichè vincente perchè il personaggio sta in scena dal primo minuto senza cedimenti e offrendo una caratterizzazione credibile di uomo-comune-che-reagisce-all'ingiustizia. Molti limiti invece denuncia la belloccia Elizabeth Banks nei panni di moglie assassina e vittima di un errore giudiziario (forse). Una presenza da bionda patinata e mielosa all'inizio, poi incolore e inespressiva per il resto del film nei panni della carcerata infelice. Tra i caratteristi di contorno belle prestazioni attoriali dei poliziotti che una volta tanto non fanno la figura dei tontoloni dimostrando invece un buon fiuto investigativo. Bravi attori di buon mestiere.

Una considerazione su Paul Haggis che non riesce a ripetersi ai livelli del suo splendido lavoro precedente, Nella valle di Elah. Il mestiere c'è tutto, il grande interprete e la storia intrigante anche, ma su tutto, a fare da coagulante dei vari elementi, manca il tocco da maestro che da il la al film.

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