sabato 30 aprile 2011

Film visti. Quegli ultimi 8 minuti...

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Regia: Duncan Jones. Con Jake Gyllenhaal, Vera Farmiga, Michelle Monaghan.
[Voto: 3 su 5]

Due parole (non di più) sulla trama, chè a rivelare troppi particolari perderebbe interesse. E il film non lo merita perchè è molto ben strutturato con una serie di progressivi colpi di scena che mantengono sempre vivo l'interesse dello spettatore. Il capitano Colter (Jake Gyllenhaal) è un militare Usa che fa parte di un programma governativo sperimentale specializzato nella prevenzione di attacchi terroristici. Si trova quindi, attraverso l'utilizzo di una nuova e avanzatissima tecnologia, a vivere e rivivere nei panni di una delle vittime la tragedia di un treno fatto esplodere da una bomba allo scopo di individuarne gli attentatori. Insomma una specie di ritorno nel passato, ripercorrendo quegli ultimi otto minuti prima dell'esplosione, finalizzato ad evitare a posteriori la tragedia. A posteriori o in anticipo sul tempo? E già qui ci troviamo di fronte ad uno dei nodi proposti dal film di Duncan Jones (figlio d'arte: suo padre è nientemeno che il grande David Bowie). L'antitesi tra passato e presente, l'esplorazione del passato, ormai divenuto storia, per manipolare e migliorare il presente. Ma di conseguenza anche il futuro... Bisogna dire che l'idea di base non è nuova. Hollywood ci ha più volte proposto numerosi soggetti sul tema del passato che, se modificato, influenza il presente e/o il futuro. Ci sono esempi illustri che spaziano dal dramma (Sliding doors) alla commedia fantascientifica (Ritorno al futuro). Ma non solo..., l'elenco sarebbe lungo e articolato.
Insomma di carne al fuoco ce n'è parecchia, per non parlare di non banali riferimenti alla vita e alla morte, siano esse reali o artificiali; dell'invadenza della scienza in ambiti  (per l'appunto: la vita e la morte) che esulano dal naturale perimetro dell'intervento umano. Ma anche dell'amore e dell'individuale prospettiva di determinare il proprio futuro, intesi come gioia di vivere in vista di un futuro progetto di vita possibile e realizzabile. Volendo classificare il film lo si può considerare una via di mezzo tra un giallo, un film di fantascienza, una commedia ed un film sentimentale. E nessuno esce insoddisfatto dal cinema...

Michelle Monaghan
Ho già detto della buona regia di Jones, in passato autore di "Moon", un criptico e fantascientifico film poco noto e poco distribuito nelle sale italiane (l'ho visto abbastanza casualmente in tv su Sky cinema qualche tempo fa). Ma va sottolineata anche la buona prova del protagonista Jake Gyllenhaal che con quella faccia da belloccio sempre attonito e stupito si cala perfettamente nella parte di eroe buono e positivo della vicenda. Deliziosa  Michelle Monaghan (già vista in ruoli minori in Unfaithful - L'amore infedele, Mission: Impossible III, Somewhere) nei panni della fidanzatina-dagli-occhi-che-sorridono, per la quale lo spettatore fa il tifo fin dalle prime inquadrature. Merita un cenno di merito anche l'ottima Vera Farmiga (The Departed – Il bene e il male, Tra le nuvole) nel ruolo di freddo e professionale ufficiale di collegamento dell'esercito che al momento buiono tira fuori tutta la sua umanità repressa che si intuisce nei suoi più che espressivi occhi azzurri.
Nota particolare. Una volta tanto, parlando di terrorismo e di terroristi, non siamo di fronte al solito arabo fanatico e kamikaze di cui Hollywood fa ormai un uso smodato, ma al maschio bianco biondo e americano fino alla radice dei capelli. Ma non per questo meno idiota e fanatico. E non è poco.

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