domenica 6 gennaio 2013

Film visti. La migliore offerta (non si può mai sapere...)

Locandina La migliore offerta
La migliore offerta
Regia di Giuseppe Tornatore.
Con Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks, Donald Sutherland, Philip Jackson.

[Voto: 3,5 su 5]

 "Vivere con una donna è come partecipare ad un'asta. Non sai mai se la tua è l'offerta migliore". E' il segretario personale del protagonista de La migliore offerta a pronunciare la frase. Ed è un po' il leit motiv, una chiave di lettura del film stesso. Sì, perchè tutta la vicenda narrata da Giuseppe Tornatore che torna sugli schermi dopo il suo monumentale Baaria, è un continuo crescere e aggiungersi di elementi narrativi che non si sa mai se siano reali o posticci, definitivi o interlocutori. Un po' come la ricostruzione dell'automa meccanico che fa da liaison del racconto. Ma andiamo con ordine.
Geoffry Rush (perfetto) è un attempato antiquario e battitore d'asta internazionale, Uno che maneggia tutti giorni grandi opere d'arte per sè e per le grandi gallerie e case d'asta. E' una persona con qualche problema psicologico, usa sempre dei guanti per non avere contatti diretti con gli oggetti potenziali veicoli di infezione, vive in aurea solitudine senza affetti e senza frequentazioni con chicchessia, non ha mai avuto una donna al suo fianco. Ma nel suo campo è un'autorità riconosciuta. Un luminare. Infatti è a lui che si rivolge una benestante proprietaria di una villa ricolma di oggetti d'arte appartenuti alla famiglia di cui lei è ormai l'ultima rimasta. Il compito dell'antiquario e catalogare tutti i beni, farne una valutazione e porli in vendita al fine di realizzare una cospicua somma. Ma c'è un problema. La giovane proprietaria (Sylvia Hoeks) è sfuggente, evita contatti diretti, non si fa mai vedere, in pratica un fantasma. Dopo avergli dato buca ad un paio di appuntamenti il rapporto di lavoro fra i due sembra destinato a cessare, fino a quando l'antiquario scopre che la ragazza ha un problema psicologico simile al suo. Evita deliberatamente i contatti con gli altri arrivando a vivere chiusa in casa senza vedere nessuno da oltre una decina d'anni. Tutta questa vicenda desta la curiosità dell'anziano collezionista d'arte che si prende a cuore sia la ragazza che la conclusione dell'affare. In breve da cosa nasce cosa e sboccia addirittura l'amore fra i due. E' opportuno che mi fermi qui perchè da ora in poi si sviluppa l'intrigo che regge tutta la vicenda.
Sylvia Hoeks - 61st Berlin Film Festival - 'Coriolanus' Premiere
Sylvia Hoeks
Dunque siamo di fronte ad una trama alquanto misteriosa che ad un certo punto vira verso una romantica storia d'amore tra un vecchio e una giovane, bellissima ragazza tanto (troppo?), più giovane di lui. Se non fosse che il film è stato scritto e girato in tempi non sospetti verrebbe da pensare che possa avere riferimenti reali con famosi personaggi di attualità....  Un amore impossibile? Altrettanto romanticamente la risposta sarebbe che no, l'amore può benissimo sopravvivere alla enorme differenza d'età. E infatti fra i due innamorati le cose vanno a gonfie vele...
Tutta la vicenda si costruisce a incastri così come un abile meccanico restauratore (Jim Sturgess), amico e confidente di Geoffry Rush, riesce a riportare in vita un automa meccanico del '700 che l'antiquario rinviene fatto a pezzi tra le cianfrusaglie della vecchia casa patrizia. Un tassello dopo l'altro fino a che, ingranaggio dopo ingranaggio, il meccano non riprende forma e vita. Parallelamente anche la storia prende forma e fisionomia, si delinea nei suoi aspetti e si avvia verso la conclusione. Che ovviamente non si può anticipare.

Il film segna un cambiamento in Tornatore che da Baaria, film di grande respiro storico e tematico volto al politico e al sociale della sua Sicilia, si rivolge a temi molto più universali come ad esempio l'amore. Un cambiamento di rotta che non nuoce affatto perchè Tornatore è autore in grado di spaziare senza difficoltà in entrambi i campi e questo film lo dimostra appieno. Ottimi gli interpreti tra cui spicca Geoffry Rush per il modo in cui riempie lo schermo con la sua bravura nell'nterpretare il collerico e pieno di sè antiquario, affetto da una non celata vena di misoginia.

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