mercoledì 20 aprile 2011

Libri. Accadde a Bellano

Il meccanico Landru
di Andrea Vitali

Siamo nel 1930, primi anni del periodo fascista nell'Italia che rinasce dopo la tragedia della Grande Guerra. Un'Italia di cambiamenti epocali destinati, nel bene e nel male, a lasciare un segno nella storia dei decenni a venire. Bellano è un piccolo paesino sulle sponde del lago di Como. Profonda provincia lombarda, dove giunge solo l'eco lontana di ciò che accade nel resto d'Italia. Una piccola comunità con i suoi classici punti di riferimento: il maresciallo dei Regi Carabinieri, il segretario della locale sezione del Partito Fascista, il parroco, il medico condotto, il direttore della fabbrica manifatturiera che da lavoro a buona parte dei paesani e tutta una serie di personaggi di contorno, dal capostazione al messo comunale, ma non per questo meno importanti e vitali nell'economia sociale del minuscolo centro. Una sorta di castello di carte che vive di un suo equilibrio sufficientemente stabile tra il lago e le montagne che lo sovrastano. La vita scorre prevedibile e anche noiosa, ma certamente anche tranquillizzante, filtrando ciò che di importante avviene al di fuori. La trasformazione politica di un'Italia che va a capofitto verso la dittatura fascista, la trasformazione industriale che si apre sempre più al progresso tecnologico, la trasformazione sociale degli italiani stessi alle prese con queste novità. In questo quadro di sonnacchiosa provincia si innesta un elemento nuovo, il meccanico Landru che con altri cinque suoi colleghi arriva in paese per avviare una linea di nuovi telai nel locale cotonificio. Una sorta di mini rivoluzione industriale che come conseguenza porterà ad una riduzione del personale. Ma, come se non bastasse, Landru e i suoi sono gente che viene da fuori, estranea all'ambiente chiuso e ovattato di Bellano. Facile immaginare che portino qualche sconquasso. Come infatti, puntualmente, accade...

Ho letto il libro nei giorni scorsi, nella mia ultima permanenza in ospedale per l'ennesimo ricovero e relativo intervento. Ed è stata una buona lettura, soddisfacente e appagante. Di quelle che alla fine dispiace di essere arrivati all'ultima pagina, tanto ci si affeziona ai personaggi raccontati. Di Andrea Vitali avevo letto altre due opere, Come  le olive e Dopo lunga e penosa malattia. Il primo, come buona parte di tutta la sua produzione letteraria, serialmente ambientato a Bellano; il secondo invece più atipico e intimistico, ma comunque rientrante nel filone di un Italia provinciale e marginale. Ma su Bellano e i suoi paesani esiste una vera e propria epopea con una molteplicità di romanzi, tutti ambientati negli stessi anni '30. Il che fa di Vitali una specie di "campione" dei narratori dotati del talento e della capacità di raccontare delle storie. Storie di uomini, di donne, e di fatti che hanno la caratteristica di essere straordinariamente ordinari. Caratteristiche non comuni in una letteratura contemporanea sempre più orientata a cercare di sbalordire e meravigliare il lettore. Invece Vitali riesce nell'intentio di calamitare l'attenzione senza effetti speciali o storie sbalorditive, bensì con la naturalezza, la semplicità e verosimiglianza di storie "normali" e di personaggi "normali". Tanto normali da diventare veri fenomeni.

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