martedì 19 ottobre 2010

" 'A livella" non è uguale per tutti

'A livella secondo il grande Totò era la Morte, quella con la M maiuscola, perchè l'unica cosa in grado di azzerarci tutti e di renderci tutti uguali, nessuno escluso. Non ricchi, non potenti, non umili, non santi. Davanti alla morte gli uomini vengono piallati tutti indistintamente senza pietà.
Ebbene, se oggi Totò fosse vivo, non so se la penserebbe allo stesso modo. Il paradosso lo abbiamo visto reale e concreto ieri quando la polizia ha eseguito l'arresto del balordo che ha ucciso con un pugno alla stazione di Roma una donna di trentacinque anni, madre e moglie. Il colpevole dell'omicidio ha ricevuto il sostegno, la solidarietà e il conforto di circa duecento persone che si erano radunate sotto casa sua e che hanno riempito di improperi i poliziotti che hanno compiuto l'arresto. Perchè tutto questo? Perchè la morte non è uguale per tutti. C'è morte e morte...  La vittima del bullo romano aveva una colpa grave che la rende diversa dagli altri, anche da morta: era rumena. In forza di ciò la gente sotto casa dell'assassino si è sentita in diritto di contestare l'arresto e di invocare la libertà per il bullo. Che peraltro è stato colto in flagrante dalle telecamere della stazione Anagnina e dunque non vi è alcun dubbio sullo svolgimento dei fatti che hanno portato alla morte della giovane donna.
Il giovanotto, pregiudicato per reati minori, si è detto più volte pentito del suo gesto. Ma guardate la foto a lato: la sua faccia coperta in parte dal cappuccio non sembra la faccia di un pentito roso dal rimorso. Ride. Un ghigno beffardo, altro che contrizione e disperazione per aver spezzato una vita. Evidentemente il sostegno degli amici ha fatto il suo effetto, al di là delle dichiarazioni di circostanza probabilmente suggerite dal suo avvocato. E' diventato una specie di eroe. Ma è e rimane un assassino che ha sfogato la sua stupida aggressività su una donna, dopo averci litigato e averle sputato addosso. Uno schifoso vigliacco, altro che eroe.
Dal Corriere della Sera:
Quando sono arrivati i carabinieri , sotto casa di Alessio Burtone si era radunata una folla, che ne ha chiesto la liberazione, con amici che hanno urlato frasi come «Alessio uno di noi» o «Alessio libero». Tensione e applausi. Si aprono così le porte del carcere di Regina Coeli per Alessio Burtone, il giovane di 20 anni accusato di avere con un pugno provocato la morte di Maricica Hahaianu, infermiera romena deceduta venerdì scorso in un ospedale romano. Il gip Stefano Di Lorenzo lunedì ha firmato l'ordinanza notificata dai carabinieri a Burtone che lascia gli arresti domiciliari e viene condotto nel carcere di Regina Coeli. E’ accusato di omicidio preterintenzionale. L'ordinanza è motivata per pericolo di fuga e di inquinamento delle prove.


Questa vicenda fa il paio con l'altra di Milano, in cui un tassista è in fin di vita dopo essere stato massacrato di botte -un vero e proprio linciaggio ad opera di un branco- dagli amici della padrona di un cane che era finito sotto le ruote del suo taxi. il cocker era sfuggito al controllo della padrona, probabilmente perchè senza guinzaglio. Gli amici della ragazza hanno selvaggiamente picchiato il tassista. Perchè? Per quale meccanismo logico si picchia a morte l'autore di un atto di cui non ha nessuna responsabilità? E soprattutto perchè dopo gli amici degli indagati se la sono presa con i testimoni del fatto, minacciandoli e bruciando la loro automobile?  
Ciò che lega i due episodi, oltre alle considerazioni sulla diversa valutazione della morte di una persona straniera, è la violenza brutale, cieca e sproporzionata di cui sono rimasti vittime i due aggrediti. Perchè è la violenza, fisica e verbale, il paradigma di vita dei nostri tempi. E di esempi ne vediamo tutti i giorni. I modelli di vita e di comportamento che ci vengono offerti dai media, televisione in primis, sono comunque pervasi da un fondo di violenza inaudita. Non è forse violenza l'azzuffarsi dei politici in qualsiasi dibattito, anche parlamentare? Non è violenza il cosiddetto tifo dei cosiddetti sportivi da stadio di calcio? Non è violenza la dinamica che mette di fronte i concorrenti di certi show per teen agers di largo successo (grandi fratelli, tronisti, naufraghi, ecc....)?

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