domenica 24 ottobre 2010

Film visti. In nome del dio denaro

WALL STREET - "Il denaro non dorme mai"
Regia di Oliver Stone, con Shia LaBeouf, Michael Douglas.

Voto: 1 su 5

Questo sequel di Wall Street dello stesso Stone (l'originale risale addirittura al 1987, con Oscar a Michael Douglas) vorrebbe tornare ad essere cinico e spregiudicato come il primo, vorrebbe mostrarsi ancora una volta come film di denuncia del marciume che regna nel mondo finanziario che conta davvero, vorrebbe dare dignità umana e accreditare di sensibilità paterna anche le iene di Wall street. Ma in realtà è solo una ciofeca. Perchè fare un film così? Per sfruttare il successo di un precedente film vecchio di svariati anni poichè il marcio sta sempre lì? Per cavalcare il malcontento dell'opinione pubblica in questi anni di crisi? Per dare addosso ai banchieri felloni e agli speculatori che hanno messo in ginocchio il mondo intero? Per far sapere agli spettatori di non fidarsi di chi promette soldi facili senza alcuna responsabilità personale? Qualunque sia la motivazione, il risultato è scadente. Mi dispiace per Oliver Stone, ma questo film è una vera delusione. Irritante prima di tutto per il linguaggio criptico e iniziatico infarcito di tecnicismi incomprensibili a chi non abbia una cultura o una formazione di carattere finanziario. Lo spettatore medio, quale io mi ritengo, è impegnato per tutto il film a inseguire i significati di espressioni gergali, di acronimi incomprensibili, di definizioni oscure da Piccolo Bignami del perfetto finanziere. Ma irritante anche per l'inconcludenza della vicenda dove tutto è prevedibile, dove ci sono i buoni e i cattivi rigidamente inquadrati e con un finale in sfacciata controtendenza con tutta la ferocia morale ed etica mostrata fino a pochi minuti prima, con un voltafaccia da stendere un cavallo per la piatta banalità della soluzione conclusiva. Insomma, come ho già detto, una vera ciofeca. Michael Douglas ormai ha messo in bacheca l'Oscar del 1987 e recita solo se stesso, sempre con quel cinico sorrisetto sardonico stampato in faccia qualunque cosa succeda e qualunque ruolo interpreti, mentre il giovane LaBeouf farebbe meglio a tornare a dedicarsi a filmetti su giovani collegiali brufolosi alle prese con i primi tiramenti amorosi. Con tutta la stima per Oliver Stone, che pure in passato ha fatto grandi cose, questo Wall street parte seconda è da evitare assolutamente. Ci basta e avanza la realtà quotidiana per farci un'idea del livello morale che regna tra le iene di Wall street.

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