lunedì 4 ottobre 2010

Film visti. Chi va al Sud piange due volte...

Benvenuti al Sud

Regia di Luca Miniero; con Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini.
[Voto: 2,5 su 5]


"Il forestiero che viene al sud piange due volte: quando arriva e quando se ne va". L'affermazione viene pronunciata due volte nel film, all'inizio della vicenda che vede il direttore di ufficio postale della nebbiosa Lombardia trasferito per punizione in Campania e poi quando lo stesso se ne va, al termine del periodo di espiazione.  Il film fa di tutto per convincere lo spettatore della veridicità dell'assunto e infine, sia pure a modo suo, ci riesce in pieno. Il sud che emerge nel film è un luogo meraviglioso dove la vita scorre con semplicità e spensieratezza, tutti sono più o meno felici, ma comunque non sembrano avere problemi in grado di angustiare più di tanto le proprie vite. Insomma è un film comico, non un dramma o un film verità, quindi va bene così. Tanto più che è stato lo stesso protagonista Claudio Bisio ad ammettere che durante le riprese del film sembrava a tutta la troupe di vivere in un'isola felice, salvo poi tuffarsi nella cruda realtà soltanto pochi giorni dopo, quando a pochi km di distanza dalla location di Castellabbate, il sindaco di Pollica Angelo Vassallo è stato assassinato con 9 colpi di pistola nella notte mentre rientrava a casa.
Tornando al film, bisogna innanzitutto dire che si tratta del fedele remake del francese "Giù al nord" che ha avuto un enorme successo l'anno scorso. Il dipanarsi della vicenda è assolutamente identico come è giusto che sia un remake, fatta eccezione per l'ambientazione che in luogo della piovosa Bretagna è la soleggiata e ridente Campania. Piacevole il film transalpino, altrettanto piacevole l'italiano. Per i cugini francesi la regione dove espiare l'esilio punitivo è l'estremo nord con abitudini, tradizioni e dialetto incomprensibili per il forestiero; per noi invece la punizione si sconta in meridione tra i terroni napoletani (fieri di esserlo, almeno quanto i bretoni). Da qui una serie di esilaranti gags che strappano un sacco di risate facendo leva sui più triti luoghi comuni. Ma il gioco sta proprio in questo: giocare apertamente sui luoghi comuni senza alcun pregiudizio per nessuno. Il film risulta simpatico, semplice nella costruzione, divertente, leggero. In una parola lo definirei "domenicale" in quanto adattissimo per trascorrere un pomeriggio leggero quel che basta, pur senza essere banale (e volgare).
Bravo e gigione come al solito Bisio, circondato da altrettanto consumati caratteristi. Un cenno a parte merita Valentina Lodovini, brava e bella giovane attrice emergente, dagli splendidi occhi che sorridono. Una vera ventata di fragrante bellezza.
Unico neo (forse) del film, è il personaggio dell'impiegato postale "indigeno" interpretato da Alessandro Siani, che fa un po' troppo spudoratamente il verso a Massimo Troisi, arrivando a citarne un famoso sketch di oltre vent'anni fa (quello della lingua napoletana che con pochi monosillabi, uniti alla tipica mimica partenopea, riesce ad essere espressiva come e più di tanti discorsi). Ma preferisco pensare ad un omaggio al grande attore prematuramente scomparso.
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