mercoledì 21 aprile 2010

Coprolalia (o del segno dei tempi)

Coprolalia, dal greco kopros, sterco e lalia, linguaggio. La coprolalia consiste nella pronuncia, compulsiva e ripetitiva di parole oscene, in particolare nell’impulso anomalo a fare continuo riferimento, con parole volgari, agli escrementi, all'ano e agli organi genitali. E' una malattia, nè più nè meno, ma forse è più corretto e adeguato ai tempi considerarla invece una moda. Un segno dei tempi che viviamo, decadenti, tendenzialmente aggressivi anche nelle espressioni e nei comportamenti più banali e, soprattutto, volgari. Non voglio fare nè il moralista, nè il bacchettone, ma è un dato di fatto che balza agli occhi e alle orecchie semplicemente prestando un po' di attenzione. Sembra che una frase o un discorso abbiano più valore se rafforzati da qualche imprecazione (meglio se di "ambito" genitale) o da qualche bestemmia. Abitudine diffusissima e dilagante anche nei ceti medio-alti, sia culturalmente che economicamente. Dunque non è una incapacità di usare un diverso linguaggio più trattenuto ed educato (?), bensì una vera e propria scelta. Un carico da dieci. Perchè fa "figo", perchè "lo dicono anche in tv", perchè è lo slang abituale, perchè non usarlo etichetterebbe in maniera troppo conformista e perbenista l'utilizzatore stesso. Per non sembrare mosci e slavati. Etichette evidentemente scomode per molti.
Fateci caso, il linguaggio anale e genitale è stato sdoganato da qualche tempo anche in radio e in tv; non come scivolone occasionale, involontario o deprecabile, ma sempre più alla luce del sole e con la patente della normalità. Ed ecco che il florilegio di organi genitali diventa il denominatore comune di tanti, spesso insospettabili. Ma sarà la radio e la tv che mutuano il linguaggio dalla quotidianità o sarà invece vero il contrario? Certo non tutti ne sono vittime o protagonisti allo stesso modo e con la stessa intensità e frequenza, ma la tendenza è indubbiamente questa. Di pari passo con la crescita verticale di rafforzativi genitali, viaggia anche l'assimilazione nella lingua parlata e scritta del linguaggio esasperatamente stringato e conciso (eufemismi!) in stile quasi-sms. Poche parole risicate e abbozzate per esprimere concetti elementari, guai a usare frasi lunghe ed articolate. Guai a perifrasi, a subordinate e relative. Guai ad analogie e metafore.
D'altronde, se vi va bene così ok, sennò vaffanculo, cazzo!
E' il linguaggio moderno, bellezza. Virgola, punto, punto e virgola.
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