A ben vedere il compleanno è un giorno come un altro. E così per qualsiasi altra ricorrenza. Quindi nulla di particolarmente eccezionale. I compleanni poi si vivono in maniera decisamente diversa a seconda dell'età. La voglia di festeggiare è spesso inversamente proporzionale al numero degli anni che ci si porta dietro. Ma feste e ricorrenze possono essere motivo di qualche riflessione. E' proprio quello che mi è capitato in questi giorni.
Mia figlia minore ha compiuto 22 anni (lo avete letto nel post precedente), è ormai una persona adulta con cui si ragiona e si discute normalmente di tutto. E' questa una delle cose che rende unica l'esperienza della paternità. Quando le mie figlie erano piccoline immaginavo quando sarebbero state grandi e tutte le cose che avrei potuto fare insieme a loro. Dopo anni di gavetta passata a crescerle ed accudirle arriverà pure il momento di godere di un ritorno appagante (...pensavo fiducioso). Come papà sono stato abbastanza "sui generis" essendomene preso cura fin da quando erano in fasce. Credo di essere stato uno dei primissimi casi di aspettativa lavorativa maschile post partum (certamente il primo del Veneto nella mia azienda), perchè mia moglie non poteva assentarsi dal lavoro oltre i primi tre mesi di allattamento. Problemi contrattuali non superabili. Quindi è toccato a me stare a casa e accudire in tutto sia la prima che la seconda figlia. Dalle prime pappe e biberon dopo l'allattamento, ai pannolini puzzolenti. E poi le passeggiate con la carrozzina, i giardini pubblici con le giostrine e tante mamme simpatiche con cui fare conoscenza (la faccenda della paternità faceva spesso colpo...). In quegli anni credo di aver spalmato chili di pasta di Fissan su quei sederini arrossati. Rifarei tutto, anzi è probabilmente stato uno dei periodi più belli ed emozionanti della mia vita. Sentivo e sento tuttora parlare dei disagi insormontabili di certi papà alle prese con i bambini. Racconti schifati di cacche verdognole e mefitiche. Di pianti e di capricci e via lamentandosi. Nulla di tutto questo. Non che le mie figlie la facessero profumata o non piantassero mai qualche capriccio...., ma sono in gran parte sciocchezze belle e buone, scuse buttate lì per non sporcarsi le mani, in senso figurato e anche no. In molti casi fare gli schizzinosi conviene. In ogni caso è stato molto meglio che le mie bambine siano state seguite da un papà volenteroso e motivato piuttosto che da una baby sitter estranea. Almeno fino all'età dell'asilo nido.
A distanza di anni, anzi decenni, ricordo sempre con una punta di commozione e di orgoglio quel periodo in cui le mie bambine le ho viste crescere letteralmente sotto i miei occhi, giorno dopo giorno. E' una cosa fantastica che consiglierei a chiunque e ad occhi chiusi. Se penso che mi sarei potuto perdere tutto questo se mia moglie avesse potuto assentarsi dal lavoro... mi vengono i brividi. Non voglio passare da eroe, perchè l'eroismo è sempre legato ad un sacrificio, mentre per me è stata una vera gioia.

E così, mutatis mutanda, si impara a godere anche solo delle mezz'ore passate insieme alle figlie e sottratte ai fidanzati e alle compagnie di amici. Oppure si fa buon viso a cattivo gioco e si accetta di buon grado anche la compagnia dei suddetti fidanzati e amici (chissà perchè mi sembrano tutti un po' tanto naif). Fa comunque piacere che questi giovanotti e giovanotte di belle speranze mi diano del tu, probabilmente perchè avvertono che in fin dei conti non c'è molta distanza tra di noi e non troppa diffidenza generazionale.
Sì, figuriamoci... Una pia illusione, lo ammetto, ma a volte fa bene allo spirito pensarla così... e dunque ogni tanto ne prendo qualcuno per i fondelli per via di quegli stupidi pantaloni portati a livello chiappe e che vanno tanto di moda...
Piccole soddisfazioni di noi padri incontentabili e brontoloni, ma che si sciolgono davanti a un sorriso delle proprie figliole...
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