
Strano destino quello di Rita levi Montalcini. Grande scienziata, ricercatrice, premio Nobel per la medicina, apprezzata e stimata in tutto il mondo ha trovato proprio in Italia le maggiori resistenze al riconoscimento del suo genio. Perchè era un personaggio scomodo, sebbene semplicemente colpevole di avere delle idee e di non farne mistero, di non appiattirsi sul pensiero dominante del momento. E si sa che nel nostro paese, specie negli ultimi decenni, avere delle idee non agganciate al carrozzone politico di successo comporta automaticamente la ghettizzazione mediatica. Così è successo per la Montalcini, presa di mira dal centro destra perchè, in quanto senatrice a vita per nomina del Presidente della Repubblica Ciampi, esercitava il suo diritto di voto in parlamento. Le cronache riportano le offese e gli sberleffi a lei indirizzati dal fronte politicante di centro destra. Una delle tante vergogne della politica italiana dominante negli ultimi anni. Per quanto illustre, importante e geniale possa essere un personaggio che a livello internazionale porta lustro all'Italia e agli italiani, per certa politica è un nemico da abbattere sempre e comunque. Questa è (anche) l'Italia, purtroppo.
Rita Levi Montalcini era nata a Torino il 22 aprile 1909. Dopo aver studiato medicina all'universita' di Torino, all'età di 20 anni entra nella scuola medica dell'istologo Giuseppe Levi e inizia gli studi sul sistema nervoso che prosegue per tutta la sua vita, salvo alcune brevi interruzioni nel periodo della Seconda guerra mondiale. Si laurea nel 1936. Nel 1938, in quanto ebrea sefardita, fu costretta dalle leggi razziali del regime fascista a emigrare in Belgio con Levi, dove continua le sue ricerche in un laboratorio casalingo.

Rita Levi Montalcini è scomparsa. Una parte d'Italia piange la grande donna e la grande scenziata, un'altra parte tira un sospiro di sollievo per un personaggio non disponibile all'asservimento in meno. Nemo propheta in patria, dicevano i latini che la sapevano lunga....
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