martedì 3 gennaio 2012

Libri. Il silenzio dell'onda

Il silenzio dell'onda
di Gianrico Carofiglio

Sono un fan di Gianrico Carofiglio e questo forse mi porta ad amare aprioristicamente i suoi libri (tutti letti, tranne uno alquanto anomalo, La manomissione delle parole). Questo suo ultimo romanzo non appartiene al filone noir dell'avvocato Guerrieri (pubblicazione riservata a Sellerio) che rimane la punta di diamante della sua produzione letteraria. In un certo senso lo si può per questo considerare un romanzo minore? Un "di cui" che consente all'autore di uscire dal seminato costruito intorno al suo personaggio abituale? La critica ha accolto tiepidamente questo suo ultimo lavoro, forse un po' troppo duramente e severamente, a mio avviso. Perchè Il silenzio dell'onda è un bel romanzo che narra di un uomo che ha alle sue spalle una vita vissuta pericolosamente e che gli ha lasciato addosso dei segni devastanti per la sua psiche. Tant'è che arriva ad un passo dal suicidio e costretto a ricorrere al sostegno di uno psichiatra. La storia di Roberto (il nome del protagonista) si svela al lettore attraverso le sedute dallo psicoterapeuta, nel corso delle quali un po' alla volta riesce a tirar fuori quanto di brutto ha dovuto affrontare nella sua attività di carabiniere infiltrato nella malavita organizzata. Brutto mestiere, dove la menzogna e la finzione sono regole di vita fino al tradimento finale che porta tutti "i cattivi" in galera. Già, perchè le indagini sotto copertura sono vissute da Roberto come dei tradimenti nei confronti delle persone cui aveva carpito la fiducia, sia pure trattandosi di criminali della peggior specie. Ma il fatto di vivere con loro, di comportarsi come loro e di conquistarsi giorno dopo giorno la loro fiducia fino a d essere considerato da tutti un amico, fa sì che la conclusione delle indagini, invece di essere vissute come il coronamento del suo lavoro di intelligence assicurando alla giustizia i malviventi (e non si tratta di ladri di polli...), divengano dei veri e propri sconvolgimenti della sua vita, soprattutto interiore. L'assistenza dello psichiatra, forse una delle figure meno riuscite del libro, porta comunque a far esplodere il bubbone e Roberto si libera di ciò che si portava dentro e che gli rode l'anima. Manco a dirlo, la chiave di volta è una storia di innamoramento che finisce per inquinare il suo comportamento da sbirro. Unire il lavoro ai sentimenti diventa fatale per il suo equilibrio psichico.
Insomma, in buona sintesi, è la storia di una crisi interiore grave e da cui è difficile affrancarsi. Il lettore è portato a immedesimarsi in Roberto, perchè in fin dei conti ciascuno di noi nella propria esistenza ha attraversato momenti di crisi, forse anche forti e distruttivi. Per questo motivo il racconto di Roberto lo sbirro infiltrato finisce per essere introiettata, sia pure fatte le debite proporzioni.
Il silenzio dell'onda è un libro che parla del bene e del male, di amore e di dolore, di gioia e di colpa…La ricerca disperata di un perdono… è il cerchio della vita, di storie di padri e di figli che si cercano soprattutto quando non ci sono più e la cui assenza diventa insopportabile.
La vena noir di Carofiglio si rivela nella storia parallela di un bambino appena dodicenne che inizialmente non si capisce che ruolo abbia esattamente nell'economia del racconto. Fino a quando tutto appare chiaro e la vicenda vira rapidamente verso un epilogo molto meno psicologico e molto più d'azione. E' la catarsi di Roberto che, messo davanti alla concretezza di una situazione reale e drammatica, ritrova il suo spirito di sbirro che pure lo aveva affossato portandolo alla crisi in cui sguazzava da troppo tempo, ma che alla fine lo aiuta a venirne fuori.
Per Roberto, appassionato surfista negli anni della fanciullezza sulle orme del padre scomparso, l'onda del titolo diventa immagine simbolica. Perchè un conto è aspettare che la grande onda arrivi tentando di stare a galla e sopravvivere, altro conto è afferrare la tavola da surf, issarvisi sopra e cavalcarla. Per domarla, come i casi della vita.
Ho trovato la lettura del libro molto coinvolgente in un crescendo che mi ha portato a fare le tre di notte per finirlo. Non mi succede spesso. Per i miei parametri è un ottimo segnale.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Anch'io l'ho trovato un po' debole e "tirato", con alcuni personaggi cha faticano a procedere e la storia che si allunga un po' troppo.
Forse i primi libri, ambientati in una città e in un clima che conosce bene, avevano la freschezza dell'esperienza diretta. Qui si sente un po' troppo l'invenzione, in particolare per il passato del carabiniere, proprio inverosimile (sarebbe stramorto, nella realtà, temo).
Ma insomma, c'è in giro ben di peggio...
Flavio