martedì 27 dicembre 2011

Libri. Da regalare a chi vi sta antipatico

La mappa del destino
di Glenn Cooper






Glenn Cooper è uno che ci marcia. Alla grande. Negli Usa deve esistere un proverbio molto simile al nostrano "il ferro va battuto finchè è caldo". Infatti dopo il successo del primo libro continua a sfornarne a getto continuo, con rapidità impressionante. Purtroppo questo prolifico autore deve essersi montato la testa parallelamente al depauperamento della vena letteraria ed ha imboccato un piano inclinato che lo porta molto lontano dalla sua opera d'esordio La biblioteca dei morti, che non era niente male nel suo genere (fantasy).  La mappa del destino, invece, è assolutamente da evitare. Parla di monaci medievali che trovano casualmente il segreto della longevità, scoperto trentamila anni prima da uomini preistorici. Un segreto che si perpetua fino ai giorni nostri con risvolti criminali che portano a bagni di sangue pazzeschi. Fatta eccezione per l'esilissima trama noir, per il resto siamo a zero.
Insomma un guazzabuglio incredibile che si snoda in varie epoche storiche, giusto per incasinare il tutto il più possibile. Girare alla larga o da regalare a chi vi sta antipatico.

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Livello di guardia
di Natalino Balasso







Il livello di guardia del titolo è quello delle acque del Po nel suo ultimo tratto prima di scaricarsi nel Mar Adriatico. Siamo in Polesine, tra le province di Rovigo e Ferrara. Terra di nebbie eterne e di lotte altrettanto eterne con il fiume. A lottare sono le popolazioni del posto che difendono il loro territorio e le loro case, in definitiva le loro vite, dalla furia del fiume quando il livello sale a dismisura e si riversa ovunque travolgendo gli argini. Territori di una bellezza desolata, ma struggente. Gli amici di questo blog hanno letto brevi resoconti di viaggio sul Delta del Po e sul Polesine in più occasioni essendo una delle mete nei miei giri in moto con la bella stagione.
Natalino Balasso è un attore comico che ha raggiunto la notorietà grazie al programma televisivo Zelig. E' un cabarettista che fonda il suo successo sul personaggio dialettale, molto ruspante e altrettanto ignorante. "Sana ignoranza", si dice in questi casi. Giochi di parole, storpiature dialettali, doppi sensi, saggezza popolare spicciola e chi più ne ha più ne metta. Un successo meritato il suo, che lo ha portato anche a calcare i palcoscenici teatrali anche per cose più serie e importanti del cabaret. Balasso si è cimentato anche al cinema e in alcune fiction televisive. Non gli manca certo l'intraprendenza e la voglia di mettersi in gioco, puntando sempre sul suo essere un personaggio sanguigno, popolare e dialettale. Infatti il denominatore comune delle sue performance artistiche è proprio l'uso del dialetto e la sua forza espressiva superiore e immediata rispetto alla lingua italiana.
Non ha esitato a cimentarsi anche con la scrittura. Questo "Livello di guardia è il suo secondo romanzo. Un romanzo che lui stesso autodefinisce "umido", giocando proprio sui doppi sensi da bravo cabarettista. In realtà questo libro è un ibrido, un incrocio tra il genere umoristico e quello poliziesco, non senza qualche incursione nell'introspezione social-sociologica. Insomma, un po' troppo, a dirla proprio tutta. Un piccolo libretto, nei contenuti e nelle dimensioni, in cui è abbozzato di tutto e di più, finendo per non assumere nulla di preciso e di compiuto. Il paesino polesano dove si svolge il racconto è un coacervo di personaggi, per lo più macchiette di maniera e dunque prevedibili e poco o nulla originali, che sono sul limite (pericoloso) tra il suscitare il sorriso o la riflessione più seriosa. Troppi e troppo eterogenei questi personaggi che si disseminano lungo il percorso di una trama anche piuttosto confusa e poco incisiva. Insomma anche in questo caso -come nel precedente- un libro, tutto sommato, da evitare. Sia pure con ben altre motivazioni.
Un suggerimento.Da non regalare ad amici veneti, lo troverebbero troppo banale e scontato a causa dell'uso del dialetto alquanto grossolano.
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