venerdì 7 maggio 2010

Una ciofeca misteriosa e intrigante

La biblioteca dei morti, di Glenn Cooper.

Parte prima.
Questo libro me l'ha consigliato mia figlia, che è appassionata di quel filone mistery della narrativa contemporanea che ultimamente va tanto per la maggiore. L'ho ignorato a lungo, ma poi l'ho preso in mano e ho cominciato a leggerlo anche per constatare, lo confesso, che gusti avesse la mia giovinotta. Tanto per chiarire come la penso, dopo una quarantina di pagine mi sono detto: "ma che cavolo di ciofeca è...?", e me la sono presa anche con lei e i suoi gusti insani.
Brevemente la storia (purgata): tra le rovine di un monastero dell'isola di Wight, all'epoca del governo di Winston Churchill (post seconda guerra mondiale), viene ritrovata una sterminata quantità di libri manoscritti dell'epoca medievale. Sterminata? di più, molto di più... Tutto frutto del lavoro di pazienti monaci che in un salto temporale della narrazione ci vengono presentati dall'autore Glenn Cooper come pallidi, emaciati e silenziosi religiosi dell' VIII secolo d.C. che, di generazione in generazione, si applicavano al maniacale lavoro di scrittura dei libri. Ma dall'esame più approfondito del contenuto della sterminata biblioteca, il cui completamento aveva richiesto svariati secoli di certosino lavoro degli ammanuensi, emerge una verità sconvolgente. Al punto tale che tutta l'immensa biblioteca viene trasfeita un po' alla volta negli USA (più attrezzati alla bisogna della malandata Inghilterra alle prese con le rovine post belliche), nella famosa Area 51, quella degli Ufo, per intenderci. Ovviamente sotto massima copertura e con il vincolo del top secret. Non dico ovviamente nulla di più sulla natura del segreto, anche perchè è l'unica cosa buona del libro, il quid che lo tiene insieme e che spinge il lettore a continuare la lettura invece di far volare il libro dalla finestra. Sì, devo ammettere che  l'idea base da cui prendono il via tutte le vicende connesse e collegate con il ritrovamento è oggettivamente affascinante ancorchè genialmente strampalata. Ma in questi casi, più le situazioni sono fantasiose e inverosmili, meglio è. Altrimenti che filone mistery sarebbe?
Sul libro, ahimè, non c'è molto altro da dire se non che sguazza nei più classici e prevedibili clichè della letteratura poliziesca americana e che, a lettura finita, il mio pensiero irriverente è andato all'autore, chiedendomi perchè invece di continuare a fare il suo mestiere (se non sbaglio fa l'imprenditore di successo) si fosse messo a scrivere. Mah.

Parte seconda.
Ieri, come ogni giovedi, sfoglio il magazine settimanale del Corriere della Sera (Sette) e butto l'occhio sulla rubrica del critico letterario Antonio D'Orrico. Con mia grande meraviglia leggo la presentazione di un altro libro di Glenn Cooper, Il libro delle anime, in uscita in questi giorni. Ohibò -leggere per credere- non vi dico le meraviglie del libro annunciate nell'articolo e ancor più del precedente di cui è il sequel. Indovinato? Sì: La biblioteca dei morti, la ciofeca stuzzicante di cui sopra.
Tutto questo mi ha messo in crisi non poco. Il dubbio è il seguente: sono io che non capisco niente di libri e non riesco ad apprezzare il lavoro di Cooper per le tante qualità espresse e sottolineate dal critico D'Orrico? Oppure è lui che prende un grosso abbaglio e il libro è davvero una ciofeca?
Ubi maior minor cessat, recita il latinorum. D'Orrico sarà pur per qualcosa il critico del Corriere o no? Mica della Gazzetta di Forlimpopoli.... Sì, ok, il sospetto che dietro possa esserci qualche manovra editoriale c'è sempre, ma voglio pensare che il Corriere sia superiore a queste cose venali.
E dunque ormai sono rassegnato a leggermi anche il sequel della sunnominata ciofeca, se non altro per vedere come va a finire e se alla fine avevo ragione io o l'illustre critico.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Come vendere un milione di copie e vivere felici di Antonio D'Orrico . Se ti dovesse capitare tra le mani, leggilo. Lui lo spaccia per romanzo ma, in realtà, è una vomitevole accozzaglia di parole. Solo allora potrai capire quanto valga il suo giudizio. Per quali occulti meriti sia diventato critico del Corriere della sera è una domanda a cui mai sarà data una risposta....