lunedì 23 gennaio 2012

Libri. Scerbanenco, scrittore d'altri tempi



Lo scandalo dell'osservatorio astronomico
di Giorgio Scerbanenco










E' il secondo libro di Scerbanenco che leggo, entrambi dedicati alla figura del poliziotto Jelling. Poliziotto sì, ma sui generis, perchè in realtà è un semplice archivista promosso al ruolo di investigatore per meriti conquistati sul campo. In "Nessuno è colpevole" avevamo imparato a conoscere questo personaggio anomalo nel panorama dei poliziotti made in Usa. Timido, introverso, riservato, ben educato, decisamente fuori dai clichè abituali del "cop" americano tradizionale. Si tratta, come per il precedente libro, di una pubblicazione postuma (l'autore è scomparso alla fine degli anni 60), frutto dell'ostinato lavoro di ricerca della figlia di Scerbanenco, Cecilia, che in omaggio alla figura del padre, lo ha riesumato e dato di recente alle stampe di Sellerio.
Si tratta di un classico esempio di letteratura noir d'antan. Senza cedimenti ad eccessi violenti o sanguinolenti, tutto giocato sul filo dell'intuizione e della deduzione logica dell'investigatore. Un gioco di incastri sottile ed appassionante che, è bene dirlo, può sembrare stucchevole se paragonato agli standard attuali. Ma che ha una sua cifra inconfondibile, come inconfondibile è anche lo stile letterario di Scerbanenco, con quell'uso della prosa tipica degli anni 50-60, arcaica se vogliamo, ma tanto elegante e raffinata. A cominciare dall'uso dei pronomi personali (al giorno d'oggi in disgrazia), di certi vocaboli ormai desueti ma anche tanto eleganti, della vecchia e fascinosa consuetudine di italianizzare i nomi di battesimo dei protagionisti stranieri. E' come andare a vedere un vecchio film noir in bianco e nero e lasciarsi trasportare dalle voci di quei doppiatori di una volta, tanto care e tanto apprezzate.

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