mercoledì 30 novembre 2011

Cosa c'è di più bello del sole d'inverno ...in moto

Ok, siamo in novembre, quindi tecnicamente è ancora autunno. Ma il sole di questi giorni è bellissimo. La temperatura esterna si aggira tra 0° e 7-8° nelle ore più calde. Approfitto appena posso per mettermi tranquillo faccia al sole a farmi scaldare dai raggi tiepidi e carezzevoli. In pausa pranzo al lavoro mi ritaglio sempre dieci minuti inn un angolo soleggiato prima di reintarre in ufficio. Mi rigenera, mi appaga e mi riconcilia con me stesso. Inutile dire che approfitto anche per fumare un mezzo toscano.
Domenica mi sono svegliato piuttosto presto, come d'abitudine. Il mio orologio biologico non accetta il fatto che nel fine settimana potrebbe rilassarsi e lascisrmi dormire un po' più del solito. E pensare che una volta mi facevo di quelle tirate di sonno da 8-10 ore continue e anche di più. Adesso invece è raro se supero le sei ore. Invecchiare significa anche questo? Non mi piace affatto.
Dicevo di domenica. Do un'occhiata fuori dalla finestra. Un sole splendido. Il termometro segna zero gradi. Faccio le mie cose. Leggo un po', porto giù Jack a fare la sua passeggiatina del mattino. Si fanno le 8.30. Temperatura quasi 2 gradi. Va meglio. Decido al volo, senza pensarci troppo, sennò va a finire cha cambio idea. Mi vesto di tutto punto "da moto": calzamaglia e maglietta della pelle termiche in tessuto tecnico (chissà che vuol dire). Un bel pile, pantaloni da moto con rinforzi e protezioni anticadute; giacca da moto invernale con imbottitura. Casco, guanti, scarponcini alti in caviglia e via. Peccato non avere gli stivali da moto. Ma non riesco a trovare la mia misura. Mai trovato un 48 in tanti anni. Scarpe da basket a caviglia alta a volontà, ma stivale da moto niente da fare. Ma non ci sono motociclisti con il piede misura 48? Sono l'unico?

Non c'è in giro anima viva. Men che meno motociclisti. Ma sono tutti ancora sotto le coperte a dormire o in pasticceria a sbafare cappuccini e brioches? Esco dalla città e prendo la direzione del mare, verso Chioggia. Da lì imbocco la Romea e proseguo in direzione sud verso il Delta del Po. Ci sono stato anche questa estate, ma faceva un caldo torrido. Almeno trenta gradi in più di oggi. Da un estremo all'altro.
La giacca da moto tiene benissimo il freddo e l'aria. Un paio di gradi in moto sono piuttosto pesantucci da sopportare se l'abbigliamento non è adeguato. Per fortuna non è così e il freddo rimane all'esterno. Anche la carenatura della mia Aprilia Caponord fa il suo dovere e mi ripara in modo eccezionale. Unici punti dove patisco il freddo, i piedi e le mani. Ma è solo per i primi 20 minuti, poi in qualche modo il freddo passa (o sono le mani che si adeguano e reagiscono al freddo?) e tutto procede più che bene, pur trattandosi di temperature proibitive.
Arrivo sul Delta. Il panorama si apre a 360°, l'aria e tersa e trasparente. I colori sono sgargianti. Arrivo sulla spiaggia di Boccasette. Il mare è piatto come l'olio. Non un'increspatura, non un'onda. La temperatura è salita. Siamo a 7-8 gradi almeno. Al sole si sta benissimo. Più ci rimango immobile, più lasensazione di tepore cresce. Il termometro della moto segna effettivamente 8 gradi, ma la sensazione è che siano di più. Mi tolgo la giacca imbottita, il pile è più che sufficiente. Mi trovo un punto comodo per sedermi sulla sabbia, tra le capanne vuote e sprangate di un bar ristorante chiuso per la stagione invernale. Silenzio assoluto. Pace e tranquillità che sembrano quasi palpabili, da poter toccare con mano. Non si sente il rumore del mare, non essendoci onde che si frangono sulla spiaggia. Il vento soffia leggero o quasi inesistente. Neanche i gabbiani sembrano osare di rompere il silenzio e la tranquillità del posto. Fantastico.
Una piacevolezza simile l'ho trovata solo in montagna, nel silenzio delle valli e delle vette imbiancate. Ma è molto più consueto che tanto silenzio regni in montagna. Al mare lo sciabordio dell'acqua sulla riva è quasi inevitabile e fa da sottofondo costante e ineliminabile. Non oggi, non qui a Boccasette. Qui oggi c'è solo silenzio e pace assoluta. Fantastico.

Si fa ora di pranzo. Comincio ad avere fame. Prendo la statale Romea a ritroso e arrivo a Chioggia. Conosco un posticino dove fanno certe mozzarelle in carrozza da far resuscitare un morto. Parcheggio la moto in centro. Sono quasi le 14, i ciosoti sono tutti a pranzo. Il bar rosticceria è semideserto. Mi siedo ad un tavolino all'aperto. In pieno sole, si sta benissimo. C'è anche il fungo a gas che dovrebbe servire a scaldare gli avventori che si siedono all'aperto. Ma non ce n'è bisogno. Ordino due mozzarelle in carrozza calde, appena uscite dalla friggitrice e un bicchiere di cabernet. Roba da far resuscitare i morti... ovvero i motociclisti che viaggiano anche col freddo novembrino. Roba da matti, a ben pensarci. Ma si sa che i motociclisti sono un po' matti.
E poi, cosa c'è di più bello del sole d'inverno ...in moto?

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