di Camilla Läckberg
Fjällbacka, località turistica estiva della Svezia sud occidentale. Affacciata sul mare, in lontananza probabilmente nelle giornate serene e limpide si possono scorgere le coste della vicina Danimarca. Più a nord il confine con la Norvegia. Un posto bellissimo, anche se desolato per 10 mesi l'anno, neanche mille gli abitanti residenziali.
Un piccolo angolo di paradiso in una terra ghiacciata nella brutta stagione dove la scrittrice Camilla Lackberg ambienta i suoi romanzi polizieschi. Lo scalpellino è il terzo libro della serie di grande successo (vedi in questo stesso blog Il predicatore e La principessa di ghiaccio) che ha portato l'autrice a porsi subito dietro Stig Larsson e la sua trilogia Millennium nella graduatoria degli scrittori svedesi più letti nel mondo. Alcuni personaggi fissi (il poliziotto Patrick e sua moglie Erica, ma non solo) e altri invece introdotti appositamente seguendo le esigenze narrative.
Essendo ormai giunti al terzo romanzo si possono individuare dei temi ricorrenti. Due sembrano essere di maggior rilievo: a) le apparenze borghesi e perbeniste dietro la cui facciata si nasconde una realtà spesso spietata e feroce; b) l'esasperazione del credo religioso visto come un'ossessione deviante e pericolosa se portata verso una rigida interpretazione e osservanza. Per il resto Camilla ci presenta un ventaglio di umanità, di abitudini e stili di vita tipicamente nordici che, al di là della trama poliziesca di fondo, costituiscono certamente gli aspetti più interessanti dei suoi romanzi. Sicuramente istruttivi anche se a volte alquanto "raccapriccianti" per noi mediterranei. Mi spiego con un piccolo esempio a proposito dei cibi e dei gusti alimentari. Il protagonista Patrick, poliziotto brillante e intelligente, suole fare colazione o uno spuntino ingurgitando una tazza di cioccolata calda, due o tre fette di pane, burro, formaggio da spalmare e crema di uova di merluzzo (!!!). Pensate che schifezza immangiabile e imbevibile deve essere un cocktail del genere con i sapori di cioccolata, formaggio e pesce mischiati insieme... Bleah, preferisco non pensarci...
Fjällbacka |
Come detto, il tema principale è la verità nascosta che si cela sotto la corteccia esteriore della rispettabile e perbenista società svedese. Poco o nulla è in realtà ciò che sembra in apparenza. Le indagini di Patrick sembrano essere ad un punto morto, proprio perchè l'apparenza esteriore dei personaggi e delle rispettive famiglie di appartenenza sembrano coriacee e inattaccabili. Un continuo scavare e indagare oltre tali apparenze riescono a portare qualche risultato. Ma non basta. Solo un caso fortuito e un'intuizione improvvisa riusciranno a far sì che Patrick possa trovare il bandolo della matassa per risolvere il caso della bambina annegata in acqua dolce e ritrovata cadavere in mare aperto al largo di Fjällbacka.
Camilla Läckberg |
Ebbene la protagonista Erica è l'esatto contrario di quel modello stereotipato di mamma dura e inflessibile che, sorda ai pianti del bambino, segue imperterrita i principi educativi nordici. Balle. Erica ne fa addirittura una malattia depressiva dello star dietro ai pianti della piccola Maya, dei suoi ritmi di veglia e sonno, del ritmo delle pappe. La sua vita e quella coniugale con Patrick sono cadenzati dai ritmi imposti dalla neonata che detta legge a forza di pianti e di strilli. Alla faccia dell'imperturbabile inflessibilità dei genitori nordici...
Vabbè, siamo partiti da una trama poliziesca e siamo finiti a parlare di principi educativi dei figli. Cose che capitano discorrendo di libri.... Per fortuna.
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