lunedì 8 marzo 2010

Film visti. Shutter Island

Shutter Island
regia di Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo e Ben Kingsley.
[voto: 4 su 5]

Difficile parlare del film senza svelare nulla della trama che è avvincente e coinvolgente fino all'ultimo minuto della proiezione. Diciamo che l'ambiente è quello di un'isola-lager che ospita un ospedale psichiatrico-prigione. Un manicomio criminale riservato ai più pericolosi assassini affetti da tare mentali. Siamo nei primi anni '50, all'indomani della seconda guerra mondiale, dello sterminio degli ebrei per mano nazista, della bomba atomica di Hiroshima. L'America affronta da vincitrice il periodo post bellico, ma deve comunque fare i conti con i propri fantasmi e con i propri incubi. Proprio come il protagonista Di Caprio, un agente federale con alle spalle un passato da eroe di guerra e da liberatore del campo di sterminio di Dachau, in missione per indagare sulla misteriosa sparizione di una paziente, detenuta per l'omicidio dei tre figli. L'agente Di Caprio deve fare i conti con l'apparato dell'isola, guadie carcerarie e staff medico, che non si dimostrano molto collaborativi, bensì ansiosi di salvaguardare i segreti dell'isola.
Da qui in poi è un crescendo di emozioni e di colpi di scena, in cui lo spettatore deve sempre cercare di distinguere tra vero e falso, tra realtà e illusione, in un magistrale intreccio narrativo messo in scena da Martin Scorsese, qui alla sua quarta esperienza con Di Caprio. Il quale Di Caprio è sempre più bravo come attore, dimostrando una padronanza della scena e una maturità interpretativa come pochi altri. Ben supportato dal resto del cast, Mark Ruffalo nei panni del collega detective, Ben Kingsley e Max Von Sidow nelle vesti dei medici, ambigui fino all'inverosimile.
Tutto nel film è misurato e studiato per concorrere a costruire il clima di dubbio che domina la vicenda. Un crescendo drammatico che va di pari passo con l'approssimarsi di un uragano che sta per investire l'isola conferendo a tutta l'ambientazione un'atmosfera da incubo. Scorsese, da vecchio marpione del set, usa tutte le armi a disposizione per confezionare sapientemente il film, compresa la partecipazione straordinaria di Robert De Niro in una apparizione che dura non più di un minuto o due, truccato in modo da essere quasi irriconoscibile. Non manca la citazione di un maestro del cinema come Alfred Hitchcock con una scala a chiocciola che si inerpica in cima ad un faro nel momento topico del film. La difficoltà maggiore è stata mostrare lo stato d'animo del protagonista senza che questo aspetto venisse fagocitato dallo svolgersi della narrazione. Risultato pienamente centrato, a mio avviso. Perchè il film è molto equilibrato e bilanciato tra introspezione dei personaggi e azione poliziesca, senza scivolare nel noir più piatto.
In definitiva, un film da non mancare, uno dei migliori della stagione.

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