giovedì 4 febbraio 2010

L'apologia della cocaina e l'ipocrisia

Questo signore nella fotografia a lato si chiama Morgan. Fa il cantante e il conduttore televisivo di un  programma musicale della Rai (X Factor). Era in lizza per partecipare al Festival di Sanremo di quest'anno, ma è stato depennato dalla lista per certe sue dichiarazioni sull'uso di cocaina. La cocaina e Sanremo non vanno d'accordo e dunque Morgan il festival se lo guarderà in tv invece di parteciparvi. Ammetto di non conoscere il personaggio e di averlo intravisto qualche volta smanettando con il telecomando. Spero che non conoscere Morgan (e dunque non apprezzarlo nella sua dimensione artistica) non sia una cosa grave .
Perchè ne parlo? Qual è il problema? I nodi sono più d'uno: il fatto in sè; le reazioni dell'opinione pubblica e dei media; la conseguente esclusione dal festival.
Andiamo con ordine. Morgan ha dichiarato: "La droga apre i sensi a chi li ha già sviluppati, e li chiude agli altri. Io non uso la cocaina per lo sballo, a me lo sballo non interessa. Lo uso come antidepressivo. Gli psichiatri mi hanno sempre prescritto medicine potenti, che mi facevano star male. Avercene invece di antidepressivi come la cocaina. Fa bene. E Freud la prescriveva. Io la fumo in basi (modalità di assunzione nota come crack, ndr) perché non ho voglia di tirare su l'intonaco dalle narici. Me ne faccio di meno, ma almeno è pura. Ne faccio un uso quotidiano e regolare".
Che Morgan fumi crack sono fatti suoi; che ne faccia aperta apologia in pubblico invece a mio avviso è un fatto molto grave in sè e soprattutto altamente diseducativo verso le fasce più deboli e fragili della popolazione (adolescenti e giovani!) che segue questo tipo di personaggi. "La cocaina fa bene", l'ha detto Morgan, quello della televisione, basta fumarla e non sniffarla"!. E la frittata è fatta. Il messaggio pericoloso, fuorviante e criminale è arrivato a destinazione.
A me che Morgan si fumi di tutto e di più non interessa (se resta un fatto personale), mi interessa invece, e molto, che il suo atteggiamento e la sua scelta di vita non diventino un esempio devastante per altri soggetti in virtù del ruolo indiscutibilmente pubblico che riveste. Tant'è vero che le sue affermazioni non sono state fatte in privato al bar tra compagni di gozzoviglie, ma sulle pagine di un noto mensile e dunque all'attenzione di qualunque lettore e dunque di tutti.
Secondo problema. In seguito alla decisione  di escluderlo da Sanremo (da parte della Rai, credo) si sono levati cori di protesta per l'ipocrisia della decisione da parte di personaggi dello spettacolo altrettanto noti, opinionisti, maitre à penser, giornalisti, tuttologi, e compagnia briscola. Naturalmente rilevati e amplificati dai media di ogni tipo. Insomma reagire di fronte alla apologia esplicita della cocaina (o crack) sarebbe un atto ipocrita e dunque, come tale, censurabile. Siamo al ribaltamento dei fatti, della ragionevolezza e del buon senso. Siamo alla follia pura. Sarebbe ora di dire basta a questi malpensanti à la page che tutto tollerano e tutto minimizzano cercando di svicolare sistematicamente dai veri problemi. Sono arcistufo di questa mentalità idiota mascherata di tolleranza e libertà che invece altro non sono che demenza sociale e ideologica, stupidità assoluta. Ognuno è libero di farsi del male come meglio crede (forse ed entro certi limiti), ma non è tollerabile che ne faccia l'apologia ai quattro venti in pubblico. Chi ha parlato di ennesimo cattivo maestro ha pienamente ragione. Ce ne sono già troppi in giro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Morgan è essenzialmente sopravvalutato. Ma chi è? Un mezzo esaltato e basta.

Franz