sabato 9 gennaio 2010

Rosarno, Italia.

Cosa sta succedendo a Rosarno? Rivolta di massa, manifestazioni di protesta, scontri per strada, agguati, gambizzazioni, tutta la gamma della violenza di piazza è sciorinata senza risparmio. E' l'effetto-spumante, il tappo della bottiglia che esplode sulla spinta dei gas accumulati e poi fa il botto. Questo sta succedendo a Rosarno. Scontri fra polizia, extracomunitari e cittadini; tutto nato quando gli immigrati sono scesi per le strade esasperati, dopo che due di loro erano stati feriti. La comunità extracomunitaria a Rosarno e nella zona reggina sono bassa manovalanza da sfruttare con il sistema del caporalato gestito dalla malavita, dalla 'ndrangheta, dalla mafia. Dodici ore di lavoro nei campi a 25 euro al giorno, di cui 5 vanno al "caporale". Finchè i neri immigrati hanno subito in silenzio, a Rosarno andava tutto bene, al punto che la gente del posto si è vantata davanti alle telecamere dei tg di essere ben disposta verso di loro e di averli trattati bene. Salvo il particolare delle condizioni subumane in cui vivono e di un paio di fucilate contro due di loro, cosa che hanno avuto il cattivo gusto di non gradire scendendo per le strade. Scene di guerriglia urbana, polizia in assetto antisommossa per cercare di fronteggiare i manifestanti infuriati, auto distrutte, vetrine dei negozi infrante. L'aggressione ai due extracomunitari ha fatto esplodere la rabbia delle centinaia di immigrati che vivono in zona e la reazione dei cittadini di Rosarno che adesso li vogliono cacciare via. Il bilancio degli scontri è pesante: 38 feriti (ad oggi), di cui due gravissimi in coma. Bilancio pesante come il clima che si respira. Tutti contro tutti: gli immigrati protestano per le condizioni disumane in cui vivono e lo sfruttamento che subiscono con il caporalato; lo Stato italiano contro gli immigrati disperati che sono scesi per le strade a manifestare; i cittadini di Rosarno contro gli immigrati a cui rinfacciano la disponibilità con cui sono stati accolti; la polizia contro sia gli immigrati che quella parte di cittadini che hanno imbracciato le armi e i bastoni e hanno aggredito gli immigrati. Il caos totale, un girone dantesco.
Il ministro degli interni Maroni, da bravo politico, non si è fatto sfuggire l'occasione per addossare le colpe di tutto alla sinistra, colpevole di avere un atteggiamento troppo morbido verso gli immigrati. L'unica cosa giusta che mi sento di sottoscrivere in pieno è che i reati commessi saranno perseguiti e non saranno lasciati impuniti. C'è da sperare che il ministro si riferisse indistintamente a tutti i reati, anche quelli di chi sfrutta e schiavizza il lavoro altrui. Il dubbio è legittimo, si sa che andare a toccare gli interessi della 'ndrangheta è sempre molto rischioso, anche politicamente. Non mi pare di aver letto una sola parola pronunciata da Maroni sulle condizioni  reali ed oggettive in cui vivono gli immigrati e sul fatto che siano sfruttati come schiavi per il lavoro nei campi. La reazione ha sempre all'origine un'azione uguale e contraria. Ma questo pare essere ignorato dai politici di governo. Una riduzione e costrizione in schiavitù modello anni 2000. Perchè il ministro Roberto Maroni pare non avere dubbi: dietro la guerriglia urbana degli immigrati per protestare per il ferimento dei loro connazionali c'è il "lassisimo" delle politiche immigratorie dei precedenti governi di sinistra. Ovvero il solito scaricabarile: autoassoluzione totale invece di ammettere che quanto è successo è comunque la si voglia vedere una vergogna per Rosarno, per la Calabria, per lo Stato italiano, per i politici italiani (di qualunque schieramento), per tutti. Un'autoassoluzione invece di ammettere che lo Stato non è in grado di imporre e garantire il rispetto della legge a cominciare dalla regolarità dei rapporti di lavoro. Lo Stato si è fatto vedere solo con la presenza della polizia per le strade e solo nel momento in cui gli immigrati sono scesi per le strade per disperazione ed esasperazione. Invece di controllare, verificare, regolare il reclutamento dei lavoratori, invece di garantire un giusto contratto di lavoro agli immigrati, invece di impedire abusi e soprusi, invece di impedire lo sfruttamento e la schiavitù. Forse gli immigrati avrebbero ricevuto più attenzione e visibilità se si fossero rivolti al Gabibbo. Uno straccio di telecamera sarebbe arrivata a Rosarno per documentare su Striscia la notizia le condizioni di quei poveretti. Adesso a cose fatte, a situazione compromessa e destabilizzata, adesso che ci sono due immigrati in coma e in pericolo di vita, si combattono gli schiavi e non gli schiavisti.
Questa è la situazione a Rosarno, Italia, paese membro del G8, dell'Onu e cofondatore dell'Unione europea. Un paese che nell' A.D. 2010 si autodefinisce paese leader tra le nazioni del mondo civile e globalizzato.

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