regia di John Woo; con Tony Leung Chiu Wai, Takeshi Kaneshiro, Zhao Wei.
[voto: 2.5]
John Woo è un ottimo regista d'azione di nascita cinese (Hong Kong), ma da lungo tempo trasferitosi negli Usa per poter esercitare al meglio la sua professione di cineasta sfruttando le possibilità offerte da Hollywood e dalle majors americane. Ha firmato film di grande successo come Mission Impossible 2, Broken Arrow e prima ancora l'ottimo Face/Off. Insomma è uno che il mestiere di regista ce l'ha in mano e con ottimi risultati. Questo suo ultimo film, cinese sia di produzione che di contenuti, è un po' un ritorno in patria o alle origini tant'è che, sia la storia che gli attori che l'ambientazione, sono cinesi al 100%. Ma sostanzialmente non cambia di molto il canovaccio di fondo. Rimane un film d'azione, sia pure in una ambientazione storica e geografica del tutto insolite per Woo. Lo scenario non sono i grattacieli di New York e le armi non sgranano centinaia di proiettili al minuto. Ma la sostanza rimane. Bisogna dire che di film storici che narrano epopee e tradizioni cinesi ne abbiamo visti molti negli ultimi anni. Di diverso spessore e di diverso contenuto, dalla violenza pura a quella ammantata di enfasi (a tonnellate...). Dall'esaltazione delle arti marziali ad un lirismo sofisticato stile Zhang Yimou. Da non dimenticare l'incursione nel mondo orientale (ma lì si trattava di Giappone più che di Cina) di Quentin Tarantino con il suo Kill Bill. Insomma ne abbiamo visti di tutti i colori in salsa orientale. La battaglia dei tre regni si differenzia per un'enfasi meno marcata, per una storia meno fantasiosa e debordante nel fantastico, per una aderenza ad un certo rigore storico. Tuttavia quando al cinema si contrappongono i deboli buoni contro i forti cattivi si sa quasi sempre come vada a finire. Qui non si fa eccezione e i cattivoni imperiali sono chiaramente destinati a fare una brutta fine nonostante le loro forze preponderanti sui buoni e bravi cinesi dei regni del sud. La storia è tutta qui, è descritta in maniera minuziosa senza troppe indulgenze agli spruzzi di sangue in faccia agli spettatori e con un ridotto numero di prodigiosi e assolutamente ridicoli salti dei guerrieri a cui eravamo abituati.
Inutile dire che i costumi sono molto curati mentre la fotografia è meno colorata del solito per scelta probailmente dello stesso Woo che voleva raccontare una storia piuttosto che fare un film olografico e di maniera. Dai paesaggi alle scene di battaglia, tutto è girato in digitale con effetti maestosi ma fasulli. Questo non leva fascino alla confezione finale, ma ormai chi ci casca più?
Un rilievo negativo di non secondaria importanza: difficile seguire una qualsiasi battaglia delle tante proposte nel film e avere ben chiari e distinti i contendenti. Divise quasi tutte uguali (per non parlare delle facce dei soldati "carne-da-macello"...). Pochi i riferimenti per distinguere gli schieramenti e dunque sembra che tutti combattano contro tutti in una grandiosa confusione. Mi piacerebbe pensare che questo particolare sia quasi voluto per sottolineare che in una guerra fratricida tra popoli della stessa razza e nazione non ci sono differenze. Ma forse esagero in benevolenza. Passati i tempi in cui tra cow boys e pellerossa non ci si poteva confondere neppure per scommessa....
Uffa che noia... questo è in estrema sintesi il giudizio sul film... Dopo due ore e mezza di lotte e tattiche militari alternate a sottolineature del genio cinese in tema di arguzie e ingegnosità, di gustose bevute di the, di passioni muliebri delicate e appena accennate, arriva la morale finale. Di fronte ad una distesa sterminata di cadaveri (buoni e cattivi), il trionfatore della battaglia dei tre regni sentenzia sconsolato "in guerra nessuno vince". Amen.
Nessun commento:
Posta un commento