martedì 27 ottobre 2009

Non solo Millennium
















Roseanna, romanzo di Maj Sjowall e Per Wahloo
Assassino senza volto, romanzo di Henning Mankell

Non solo Millennium, ovvero la letteratura scandinava prima del grande successo di critica e di pubblico della trilogia di Stieg Larsson. Personalmente sono assolutamente entusiasta di questa scoperta fatta sull'onda dei tre romanzi dell'eroina Lisbeth Salander, perchè ero all'oscuro di questo filone letterario (per mia ignoranza, naturalmente).
Questi due romanzi sono, in ordine temporale, tra gli "antenati" di Millennium e ci possono aiutare a capire come sia nato il fenomeno editoriale di questi ultimi anni. Andiamo con ordine.

Roseanna è un romanzo scritto a quattro mani, cosa già di per sè insolita. Maj e Per sono una coppia anche nella vita privata, oltre che alla macchina da scrivere. L'uscita del libro risale agli anni 60 e vede come protagonista il poliziotto svedese Martin Beck. Un tipo fondamentalmente depresso e malinconico, metodico nella sua quotidianità, alle prese con una moglie ruvida e pressante che riesce a procurargli qualche mal di stomaco di troppo. O forse è il mestiere di poliziotto che gli provoca il mal di stomaco. Il dubbio è da sciogliere a piacere, a seconda dell'umore e dell'estro di lettori. Martin Beck è protagonista di molti libri scritti dalla coppia (credo almeno 7-8), al punto di essere paragonato, non senza qualche esagerazione, ad un suo collega francese, tale Maigret, figlio diletto di Georges Simenon... La storia si dipana sistematica e appassionante, giorno dopo giorno, intorno alle indagini per risalire all'omicida di una giovane donna americana (Roseanna) trovata cadevere nelle acque del porto. Lo stile è prettamente europeo (niente colpi di scena o sparatorie di stampo americano) e il periodo storico (anni 60) condiziona e limita l'utilizzo dei mezzi tecnologici in uso all'epoca. Eppure le indagini di polizia si facevano anche allora senza poter ricorrere all'esame del DNA o le alchimie chimiche attuali. E, chissà, forse l'intuito di un poliziotto era anche più sviluppato dei nostri contemporanei. Tant'è vero che alla fine l'assassino viene identificato e acciuffato. Ma non dirò di più, ovviamente.

Assassino senza volto è un altro poliziesco, ambientato questa volta non a Stoccolma, ma nella Scania, regione del sud della Svezia, nell'estrema punta della penisola scandinava che si protende verso la Danimarca. Il protagonista è il commissario Kurt Wallander, interpretato con discreto successo da Kenneth Branagh sugli schermi del cinema (ma non mi risulta che i film siano distribuiti in Italia). Ho avuto modo di vederne un paio che non mi sono affatto dispiaciuti perchè fedeli all'atmosfera dei romanzi di Mankell. Wallander è un poliziotto molto "svedese", al pari del suo antesignano Martin Beck di trent'anni prima. Sposato e abbandonato dalla moglie, una figlia con cui ha un difficile rapporto, un padre pittore sclerotico con la mania di dipingere sempre lo stesso soggetto e la fissa di fare -una volta nella vita- una vacanza in Italia, al sole di Rimini. Riflessivo e metodico, conduce le sue indagini con passione e coinvolgimento, spesso tormentato e disturbato dai rapporti con la stampa o dalla nostalgia della moglie che lo ha lasciato. L'epoca di questo romanzo sono i primi anni 90, quindi abbastanza vicini a noi, ma i rapporti si stendono ancora con la macchina da scrivere e di telefonini neanche l'ombra... Lo spettro degli omicidi a sfondo razzista domina il racconto, con centri di raccolta per profughi provenienti da tutte le parti del mondo. Elementi che rendono di drammatica attualità la storia raccontata in questa nostra epoca di extracomunitari clandestini. Come dire: nulla di nuovo sotto il sole...

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