di Andrea Camilleri
Ho girato l'ultima pagina del libro con un certo nodo alla gola. Montalbano normalmente non è tipo da suscitare una tale emotività nel leggere le sue avventure. Non questa volta, non in questo ultimo libro di Andrea Camilleri. Il finale è una sciabolata che va diritta al cuore e fa anche piuttosto male. Bisogna però essere fedeli lettori del commissario di Vigata, perchè altrimenti mancherebbero i collegamenti narrativi con i precedenti racconti e i personaggi delle storie che ormai fanno parte consolidata della vicenda. Uno in particolare, Il ladro di merendine (1996). Ma non posso dire di più per ovvi motivi.
Questo episodio si articola su almeno quattro piani narrativi paralleli. Una vicenda di traffico d'armi e di immigrati nordafricani, una rapina con stupro dai dettagli poco convincenti, un innamoramento improvviso e lacerante di Montalbano, una compravendita di quadri di grande valore; sullo sfondo, come negli ultimi racconti, il vecchio e ormai frusto rapporto di Montalbano con Livia, che sembra giunto ad un punto morto anche in virtù della prepotente comparsa della nuova fiamma Marian. Molta carne al fuoco, dunque. Troppa? No, assolutamente. E' la maestria indiscussa di Camilleri che riesce a tenere ogni cosa al suo posto e a legarle insieme.
La mitica verandina di Montalbano della serie televisiva (Punta Secca – Ragusa) |
Una lama di luce conquista di diritto il titolo di uno dei migliori libri usciti dalla fantastica vena letteraria del Maestro. Una volta iniziato sarà difficile smettere prima della fine.
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