di Andrea Vitali
Andrea Vitali e la sua Bellano, ovvero una miniera inesauribile di storie e di personaggi. Questa volta Vitali ci racconta della costituenda fanfara, alias Corpo Musicale Bellanese, che tra mille vicissitudini tenta di prendere vita dalle ceneri di una scalcinata banda improvvisata che rallegra i turisti in visita domenicale. Il tutto sotto la severa guida del Geminazzi rag. Onorato che è chiamato a dirigerla. Non senza il rigoroso controllo delle autorità, dal Podestà, al segretario della locale sezione del Partito. Non senza un nutrito contorno di personaggi, uno più variopinto e gustoso dell'altro. A cominciare dai nomi propri coniati dalla fervida fantasia di Vitali. Sì, perchè mi rifiuto di credere che possa davvero esistere qualcuno che si chiami Estenuata (la moglie del ragioniere-musicista), Scudiscia (la perpetua del prevosto), Armellina (giovane e avvenente signorina), Vereconda (segretaria della ditta di distillati) o Evelindo ed Eumeo (musicisti della banda). Insomma, una galleria di personaggi bizzarri, dipinti a tutto tondo da Vitali che pagina dopo pagina al lettore sembra di poter materializzare e dar loro una pacca sulla spalla non senza aver offerto un bicchiere "di quello buono". Sullo sfondo il Regime, il Partito, l'Italia che collocano nel tempo e contestualizzano le vicende di Bellano.
Bellano in una foto d'epoca |
Ho deciso. Uno dei prossimi giri in moto sarà alla volta del lago di Como. Muoio dalla curiosità di vedere i luoghi dove -mutata mutandis- si muovono i personaggi di Vitali.
Il quale Vitali, lo dico ancora una volta, è un abilissimo narratore. Forse uno dei più grandi nel panorama italiano. E, perchè no, non solo italiano.
Buona lettura, in attesa del prossimo libro... (è già sul comodino: La figlia del Podestà).
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