venerdì 19 agosto 2011

In moto. Sul Passo della Cisa verso il mar Tirreno

Un’occhiata al meteo che annuncia una serie di giorni di sole e caldo. Ultimi giorni di ferie residui. Meteo buono e ferie = le condizioni per inforcare la Poderosa e partire per un viaggetto ci sono tutte. Come al solito la borsa contiene il necessario per un’eventuale prolungamento a più giorni nel caso di stanchezza o imprevisti che impedissero il rientro a casa in giornata. Preparato tutto per benino, si parte di buona mattina per godere il fresco, finchè possibile.

La meta è impegnativa: attraversare l’italico stivale e puntare diametralmente sul versante tirrenico, da est verso ovest. Un sacco di km, ma è anche vero che non mi corre dietro nessuno e all’occorrenza mi posso fermare dove capita per fare una tappa riposante. L’anno scorso con questo sistema mi sono fatto alcuni giorni a zonzo per la Toscana. Una gran bella vacanza.


Il percorso di massima prevede un trasferimento in autostrada fino a Desenzano del Garda, poi uscita alla volta di Parma. Sosta a Busseto, paese natale di Giuseppe Verdi, poi sarà la volta degli Appennini emiliani che degradano verso la costa dopo aver superato il Passo della Cisa per poi approdare al confine tra Liguria (Cinque Terre) e la Toscana (Versilia).

Come al solito noioso il trasferimento in autostrada, peraltro meno trafficata di quanto mi aspettassi nonostante il periodo ferragostano. Meglio così. In autogrill, prima del bivio per l’autostrada del Brennero, incontro un altro motociclista che viaggia sulla Caponord Aprila. Stesso anno della mia, uguale anche il colore grigio fumo. Ovvie le quattro chiacchiere di rito tra “colleghi” di marca. Lui è di Pescara e sta andando decisamente a nord, in Germania. All’autogrill ha appuntamento con un amico per poi proseguire il viaggio insieme. Un po’ lo invidio, mi piacerebbe molto partire per un viaggio davvero lungo che mi portasse molto lontano. Ma non è detto che una volta o l’altra non lo faccia. Mi piacerebbe la Francia, anche perché con il francese un po’ me la cavo, mentre con il tedesco sono a zero assoluto. E un minimo di conoscenza della lingua è necessario.

Palazzo Pallavicino (Teatro Verdi) - Busseto
Un saluto e proseguo per Busseto seguendo strade secondarie in mezzo alla pianura. Certo che il panorama non è entusiasmante, ma viaggiare in moto permette di sentire gli odori dei luoghi attraversati. E qui gli odori sono forti e quasi acri, di campagna, di fieno, di terra. Per chi come me in moto va soprattutto in montagna dove i profumi sono di bosco e di abeti, la differenza è notevole. Ma pur sempre affascinante. Arrivo a Busseto e mi indirizzo verso il centro. Manco a dirlo le strade del paese sono quasi tutte intitolate a musicisti e compositori. Curioso e originale e in linea con la matrice culturale del luogo. In piazza è giorno di mercato e la confusione regna sovrana. Un sacco di gente, a dispetto del periodo di ferie. Posteggio la moto e mi libero del giubbotto e del casco. Un giro in paese, un cappuccino e una brioche è quel che ci vuole. Una visita rapida alla casa di Giuseppe Verdi non si può evitare, anche se in paese è molto sottolineata la figura di un altro illustre bussetano, Antonio Barezzi. Fu fondatore dell'Orchestra Filarmonica bussetana e artefice delle prime esibizioni pubbliche del giovane Verdi, cominciando a frequentarla dall'età di dieci anni. Barezzi fu per il giovane musicista un vero mecenate e fu soprattutto grazie al suo aiuto economico che Verdi poté recarsi a Milano nel 1832 per approfondire e perfezionare i suoi studi musicali. Nel 1836 Verdi sposò Margherita, figlia di Barezzi. Attenzione, non prendetemi per un fenomenale erudito. Ho semplicemente consultato una qualsiasi guida turistica…

Nella piazza principale di Busseto (non ricordo il nome), sorge la rocca Pallavicino di origine trecentesca, ampliata nel secolo successivo e più volte rimaneggiata. Nell'ala destra venne ricavato il Teatro Verdi (1857-68). Bello e imponente da vedere all’esterno, purtroppo non ho avuto modo di andare a visitarlo. A Roncole, una frazioncina bussetana, è situata la casa natale di Verdi. Un modesto edificio con alcuni cimeli dell'artista. Nella chiesa parrocchiale si conserva l'organo con cui l'artista fece i suoi primi accordi. Curiosità per i cinefili. A pochi km si trova la fattoria delle Piacentine, un vasto complesso agricolo dell'inizio dell'800 in cui il regista Bernardo Bertolucci ha ambientato gran parte del suo film-capolavoro "Novecento".

Si riparte alla volta della statale 62 della Cisa. Altra breve sosta a Fornovo di Taro per un parco e frugale pasto ed evitare l’ora più calda della giornata all’ombra di un pergolato di una trattoria lungo la strada. Ma poi si riparte alla volta del Passo della Cisa. Pochissime macchine, ma molte moto. In effetti è una delle mete classiche per gli appassionati delle due ruote, anche se devo dire che il percorso viene colpevolmente scambiato troppo spesso per una pista da competizione. Ho visto dei pazzi furiosi correre a tutta manetta e piegare al limite ad ogni curva. Francamente non riesco a capire che bisogno ci sia di rischiare la pelle ad ogni curva in quel modo. Chi vuol correre vada in pista…

Si arriva al valico intorno ai 1000 metri di altitudine e il panorama è bello, ma devo dire che con l’occhio allenato alle Dolomiti non l’ho trovato eccezionale. Da segnalare che il fondo stradale è molto irregolare e a tratti sgretolato, rendendo l’asfalto poco affidabile. Un motivo in più per usare prudenza nella guida. Discesa fino in pianura in zona di La Spezia. Arrivo sulla costa con un caldo africano. Nel bauletto ho il costume da bagno. Cosa che normalmente non faccio, ma questa volta, chissà, ho avuto un’intuizione geniale. Mi fermo e vado nella prima spiaggia che trovo. Un bel bagno rinfrescante è quel che ci vuole.

Ormai è pomeriggio inoltrato, decido di fermarmi per la notte e vado in cerca di un alloggio. Lo trovo in breve in un albergo appena fuori Marina di Carrara, un tre stelle, semplice, ma con tutto quello che serve. Prezzo ragionevole. Sera tranquilla con passeggiatina dopo cena, un buon toscano da gustare sotto le stelle (siamo nel periodo delle stelle cadenti di San Lorenzo) e poi a nanna.

Domani il rientro alla base.

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