Il percorso di massima prevede un trasferimento in autostrada fino a Desenzano del Garda, poi uscita alla volta di Parma. Sosta a Busseto, paese natale di Giuseppe Verdi, poi sarà la volta degli Appennini emiliani che degradano verso la costa dopo aver superato il Passo della Cisa per poi approdare al confine tra Liguria (Cinque Terre) e la Toscana (Versilia).
Come al solito noioso il trasferimento in autostrada, peraltro meno trafficata di quanto mi aspettassi nonostante il periodo ferragostano. Meglio così. In autogrill, prima del bivio per l’autostrada del Brennero, incontro un altro motociclista che viaggia sulla Caponord Aprila. Stesso anno della mia, uguale anche il colore grigio fumo. Ovvie le quattro chiacchiere di rito tra “colleghi” di marca. Lui è di Pescara e sta andando decisamente a nord, in Germania. All’autogrill ha appuntamento con un amico per poi proseguire il viaggio insieme. Un po’ lo invidio, mi piacerebbe molto partire per un viaggio davvero lungo che mi portasse molto lontano. Ma non è detto che una volta o l’altra non lo faccia. Mi piacerebbe la Francia, anche perché con il francese un po’ me la cavo, mentre con il tedesco sono a zero assoluto. E un minimo di conoscenza della lingua è necessario.
Palazzo Pallavicino (Teatro Verdi) - Busseto |
Nella piazza principale di Busseto (non ricordo il nome), sorge la rocca Pallavicino di origine trecentesca, ampliata nel secolo successivo e più volte rimaneggiata. Nell'ala destra venne ricavato il Teatro Verdi (1857-68). Bello e imponente da vedere all’esterno, purtroppo non ho avuto modo di andare a visitarlo. A Roncole, una frazioncina bussetana, è situata la casa natale di Verdi. Un modesto edificio con alcuni cimeli dell'artista. Nella chiesa parrocchiale si conserva l'organo con cui l'artista fece i suoi primi accordi. Curiosità per i cinefili. A pochi km si trova la fattoria delle Piacentine, un vasto complesso agricolo dell'inizio dell'800 in cui il regista Bernardo Bertolucci ha ambientato gran parte del suo film-capolavoro "Novecento".
Si riparte alla volta della statale 62 della Cisa. Altra breve sosta a Fornovo di Taro per un parco e frugale pasto ed evitare l’ora più calda della giornata all’ombra di un pergolato di una trattoria lungo la strada. Ma poi si riparte alla volta del Passo della Cisa. Pochissime macchine, ma molte moto. In effetti è una delle mete classiche per gli appassionati delle due ruote, anche se devo dire che il percorso viene colpevolmente scambiato troppo spesso per una pista da competizione. Ho visto dei pazzi furiosi correre a tutta manetta e piegare al limite ad ogni curva. Francamente non riesco a capire che bisogno ci sia di rischiare la pelle ad ogni curva in quel modo. Chi vuol correre vada in pista…
Ormai è pomeriggio inoltrato, decido di fermarmi per la notte e vado in cerca di un alloggio. Lo trovo in breve in un albergo appena fuori Marina di Carrara, un tre stelle, semplice, ma con tutto quello che serve. Prezzo ragionevole. Sera tranquilla con passeggiatina dopo cena, un buon toscano da gustare sotto le stelle (siamo nel periodo delle stelle cadenti di San Lorenzo) e poi a nanna.
Domani il rientro alla base.
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