lunedì 15 agosto 2011

Film visti. ...in crisi di astinenza estiva

Captain America: Il primo vendicatore
Regia: Joe Johnston
Cast: Chris Evans, Hugo Weaving, Tommy Lee Jones, Stanley Tucci
Voto: 2 su 5






Hanna
Regia: Joe Wright
Cast: Saoirse Ronan, Eric Bana, Cate Blanchett, Niels Arestrup, Jason Flemyng, Tom Hollander, Olivia Williams
Voto: 2,5 su 5







Siamo alle solite. Come in ogni estate bisogna sopportare il vuoto di programmazione cinematografica che affligge il circuito italiano. Discorsi già fatti, ma pare che non sia possibile cambiare lo statu quo. Eppure sono sicuro che con una programmazione almeno decente le sale sarebbero ben frequentate con tutta la gente che rimane a casa non potendosi permettere vacanze significativamente lunghe.
Quindi bisogna adattarsi a vedere quel che passa il convento delle lobby di distribuzione scegliendo quello che, a naso, può sembrare il "meno peggio" della programmazione? Non ci sono alternative. In attesa della ripresa settembrina con le uscite dei film della Mostra del cinema di Venezia.

I due titoli visti sono accomunati dall'avere un buon cast di attori, sebbene nel complesso il risultato lasci molto a desiderare. Ma, tant'è.


Captain America è un personaggio di fumetti degli anni '40 di gran successo oltreoceano, ma di scarso appeal qui in Italia. Nato durante la II Guerra mondiale negli States con evidenti fini politici aveva tra le sue finalità intrinseche il risveglio dello spirito nazionalistico finalizzato alla sottoscrizione massiccia di buoni del tesoro per finanziare lo sforzo bellico. L'eroe (Capitan America) è un soldato dotato di poteri che lo rendono forte e invincibile, pur senza godere di una dotazione stupefacente, tipo Superman. Un supereroe, dunque, abbastanza casereccio che fa dei muscoli e del coraggio le sue armi migliori. Cosa poteva esserci di meglio per solleticare la fantasia del cittadino medio americano se non "amor di patria ed eroismo a vagonate"? All'epoca di uscita dei fumetti i cattivi da combattere erano ovviamente i nemici veri sul campo, ovvero nazi-fascisti e i giapponesi (ricordiamoci di Pearl Harbour). Nel film invece l'attenzione si sposta su un'organizzazione para-nazista, ma pur sempre cattivissima e senza scrupoli, che intende assogettare il mondo intero con ogni mezzo. Botte da orbi per un paio d'ore e la solita metafora dell'americano mite, buono e patriottico che se provocato scopre i muscoli e comincia a menar le mani. Tutto già visto, compresi gli effetti speciali che, ormai, per stupire devono essere almeno superlativi. Tipo Avatar, per intenderci. Altrimenti non ci si fa più nemmeno caso...
Hanna è una ragazzina più o meno quattrodicenne che vive in una landa desolata e congelata a ridosso del circolo polare artico. Una vita semi selvaggia fatta di caccia e lotta quotidiana per la sopravvivenza. Perchè questo stile di vita con l'unica compagnia del padre e di lupi, cervi, ecc.? Ma non basta; perchè il rustico genitore l'ha educata all'azione e alla lotta, sullo stile del più temibile degli agenti segreti? Ancora una volta la domanda dello spettatore è "perchè".
Per avere le risposte alle domande basta aspettare e seguiro lo sviluppo della storia, condita da numerose scene di violenza e di lotta. La ragazzina, caruccia,  sa cavarsela meglio di Terminator, nonostante la giovane età e un fisico esile. Ma, si sa, i protagonisti delle avventure cinematografiche hanno sempre risorse impensabili per chiunque altro. E infatti.... Non dico altro della trama per non togliere quel po' di interesse che il film riesce a suscitare.
Del cast fanno parte l'inespressivo Eric Bana (il papà) e l'algida Cate Blanchett (la cattivissima dark lady di turno), ma la vera protagonista è la piccola Hanna ovvero la giovanissima attrice irlandese Saoirse Ronan, già vista, nonostante la giovane età, in ben due pellicole di buon livello in altrettanti ruoli da protagonista: Espiazione (era Briony da piccola) e Amabili resti (la vittima della violenza). Ovvero una giovanissima rampante e già molto brava. La vedremo ancora, ne sono sicuro.

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