giovedì 11 agosto 2011

In moto a zonzo per laghi alpini

Partenza alle 8.30 in una splendida mattina di sole di inizio agosto con la "Poderosa" Aprilia Caponord  vogliosa di sgranchirsi le ruote dopo un lungo periodo di permanenza in garage, causa ferie con la macchina (c'era la famiglia, era una scelta obbligata). Che si senta tradita dall'uso delle quattroruote...? Temperatura ideale di 24 gradi e un cielo blu, che più blu non si può. Oggi ho voglia di andare a zonzo facendo tappa ai laghi alpini del Trentino. Che sono tanti e disseminati tra le splendide montagne dolomitiche, ma non potendoli visitare tutti ne ho scelti cinque. Un giro motociclistico di circa 350 km. Si comincia con il lago di Lavarone sull'omonimo altopiano a quota 1100 metri, a nord ovest dell'altopiano di Asiago. Primo tratto di trasferimento in autostrada A22 Valdastico fino alla uscita obbligatoria (l'autostrada è incompiuta da decenni), poi si prende a sinistra in direzione Trento.

Lago di Lavarone
Una quarantina di km di una bella strada tortuosa, ma non impegnativa, e si arriva in vista del lago. Acque scure contornate di boschi. Colpo d'occhio notevole, come si può immaginare. Il paese è molto alla moda perchè facilmente raggiungibile dalle principali città venete di pianura in poco più di un'ora, quindi ha una grande quantità di seconde e terze case di villeggiatura di padovani e vicentini soprattutto. Come del resto la stessa e più famosa Asiago.
E' l'occasione di passare a trovare il mio amico Sandro, in ferie con quasi tutta la famiglia (figli grandi e ormai indipendenti...). Rimane colpito dalla Poderosa, che fa sempre la sua porca figura, specie quando è al completo con l'attrezzatura da viaggio (borse, bauletto, navigatore, ecc.). Sandro è un fresco adepto della Vespa che ha acquistato di recente,  alla prima esperienza con le due ruote. Mi fa un sacco di domande e si interessa a modelli stradali, enduro, da granturismo. La moda della BMW ha contagiato anche suo figlio che ha in mente solo la GS. Moto sopravalutata e supercostosa. Chissà che Sandro non sia rimasto affascinato dal mondo della moto e che si converta pure lui. Un compagno di viaggio è sempre ben accetto.
Lago di Molveno come appare arrivando da nord
In sella, si riparte. Prossima meta la Paganella e il lago di Molveno. Da Lavarone si giunge in breve a fondo valle a Trento. Si passa dall'altro lato della Valdastico in direzione nord lungo la statale 235. Bellissima strada in perfette condizioni con parecchie gallerie. Un gioiello. Si esce verso ovest in direzione Altopiano della Paganella. Un'arrampicata di alcuni tornanti e la strada si fa quasi pianeggiante. Si punta grosso modo verso sud in direzione di Andalo. La strada è bella con panorami mozzafiato di una vastità incredibile. C'è tutto il fondo valle da godere a perdita d'occhio. Breve sosta per degustare una specialità locale. La torta di patate, un piatto semplice, della tradizione contadina. L'aspetto e le dimensioni sono quelli di una pizza/focaccia. Mi sono fatto spiegare la preparazione. Si lavora la patata cruda e la si macina e amalgama con formaggio e altri ingredienti a seconda della fantasia e disponibilità del cuoco, fino ad ottenere un impasto omogeneo. Poi si stende in una teglia e si mette in forno per circa 20-25 minuti. Quando la superficie è dorata ed ha formato la giusta crostina croccante è pronta e si serve in tavola con contorno di insalatina, fagioli (Lamon o Borlotti) con cipolla, affettati misti (speck, ossocollo, salame) e formaggio. Da mangiarne a sazietà prima di dire basta. Anche perchè poi si riprende a guidare. Il tempo di fare ancora qualche curva e si apre all'improvviso lo spettacolo del lago di Molveno.
Provenendo da nord è una vista che veramente lascia senza fiato, perchè in un attimo si passa dalla prospettiva chiusa di una strada di montagna, circondata da rocce, al panorama a quasi 180 gradi. Uno spettacolo da non perdere. Garantisco che la foto non rende giustizia al colpo d'occhio di chi proviene da nord e si trova improvvisamente davanti questa meraviglia. Ero già venuto qui parecchi anni fa (ahimè, una trentina...), in pieno inverno, durante una settimana di sci sulla Paganella. Le acque del lago erano molto basse, causa la stagione di secca invernale. Rivederlo ora in piena estate, gonfio d'acqua e in una splendida giornata di sole, è stato veramente un tuffo al cuore. Vicino al lago il paesino di Andalo, località di villeggiatura sia estiva che invernale, grazie al collegamento con funivia a Cima Paganella, a quota 2100 metri circa. Per inciso, è proprio sulla Paganella che ho cominciato tanti anni fa a muovere i primi passi sugli sci. Belle piste, in prevalenza "rosse" non particolarmente impegnative, ma che non consiglierei a dei principianti. Sempre che a distanza di anni da allora la planimetria delle piste non sia stata adeguata per accogliere tutte le categorie di sciatori.

Castello di Toblino sull'omonimo lago
Mi lascio alle spalle Andalo e Molveno per puntare nuovamente a fondo valle in direzione Trento. La meta è il lago di Toblino, piccolo gioiello con annesso castello. Lo si costeggia pewrcorrendo la strada statale che porta a Trento (che dista solo una dozzina di km). A costo di essere ripetitivo non posso che dire che anche questo lago è molto bello. In questo caso il panorama è impreziosito da uno splendido castello che si staglia sulle acque come se ne venisse fuori. In realtà è costruito su una piccola penisola che penetra nelle acque del lago. La sua silouhette è decisamente imponente e in ottimo stato di conservazione. Prati verdissimi e curatissimi a bordo lago con qualche punto di ristoro, che non guasta mai.Il castello è in perfette condizioni probabilmente perchè di proprietà privata ed adibito a ristorante. Cosa ne sarebbe se fosse un bene pubblico? Bisogna dire -a onor del vero- che la regione Trentino è solitamente impeccabile sotto il profilo della salvaguardia naturalistica e storica del territorio, per cui probabilmente il castello godrebbe ugualmente di buona salute. Poco prima di arrivare in pianura scendendo dall'altopiano della Paganella, si può godere della vista del torrente Sarca dall'altissimo ponte che lo sormonta. Anche qui la vista è stupefacente. Siamo vicini a Ponte Arche, a San Lorenzo in Banale e Terme di Comano.

Levico e Caldonazzo
Nuovamente in sella per i laghi "gemelli" di Levico e Caldonazzo. Li chiamo gemelli perchè sono appaiati, separati da una sottile striscia di terra su cui passa la statle 47 della Valsugana e i rispettivi centri abitati. Mi sono lasciato alle spalle Trento e il territorio è già quello dell'alta Valsugana. I due laghi sono frequentatissimi, molto di più dei precedenti dove pur essendoci spiegge e ombrelloni si vedono perlopiù barche, wind surf e qualche canoa. Ma sono laghi freddi essendo incastonati tra le montagne del Parco Adamello Brenta per cui è abbastanza raro vedere qualcuno fare il bagno. Almeno io, di bagnanti non ne ho visti. Niente di tutto questo per Levico e Caldonazzo dove invece i bagnanti sono numerosi e il clima è decisamente più caldo. L'atmosfera è decisamente più vicina a quella da spiaggia "marina" piuttosto che di lago alpino. Insomma, ciabatte e costume da bagno al posto di felpa e pedule...

Si sono fatte ormai le sei del pomeriggio, i km percorsi sono tanti, i sali-scendi per valli e tornanti sono stati pressocchè ininterrotti e per il rientro a casa ce ne vogliono ancora 120. Una pausa per sgranchirsi le gambe e per un buon caffé e poi una sgroppata fino alla fine senza interruzioni. La statale 47 Valsugana percorsa in direzione Bassano del Grappa/Padova nel tardo pomeriggio regala emozioni inaspettate. Solitamente mi è capitato di percorrerla in senso inverso al mattino. Al pomeriggio il sole radente alle spalle nel senso di marcia da una prospettiva inaspettata e molto bella. Le pareti scoscese di roccia che fiancheggiano il fondo valle dove si snoda la statale acquistano una vividezza insolita e sensuale. Anche in questo caso la natura, pur nella sua semplicità, da spettacolo!


Sono le 19.30, il giro di oggi a zonzo per laghi alpini è finito. Quale sarà il prossimo...?

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