Con l'arrivo della bella stagione, da aprile in poi, ho ripreso la bella abitudine del giro in moto nel fine settimana. L'ultimo in ordine di tempo, quasi a festeggiare degnamente l'anniversario della caduta del 2006, è di sabato scorso. Al mattino mi sentivo piuttosto bene e allora, senza pensarci troppo per evitare ripensamenti, ho preparato tutto l'abbigliamento, ho fatto il pieno e via... La meta non l'avevo fissata, l'ho scelta un po' a caso dove mi portava la "belva". La quale belva (la mia Aprilia Caponord) era giustamente orgogliosa di sfoggiare le borse laterali nuove, montate giustappunto in settimana. Questo mi permette di avere più spazio per il fabbisogno: tuta antipioggia, giubbetto leggero per quando fa molto caldo, giubbo pesante per quando si sale di quota e scende la temperatura, gonfia-e-ripara in caso di foratura, scorta d'acqua, eccetera, eccetera.
La mattina presto col fresco è un gran bel viaggiare, è un gran bel viaggiare anche andare su di quota in montagna nelle ore centrali della giornata e quindi più calde, ma scendere in pianura e sbattere contro un vero e proprio muro di caldo e afa è qualcosa di indescrivibile, nonostante l'aria addosso.
Il percorso è stato il seguente: Padova - Piovene Rocchette - Asiago (1.000 m.) - Altopiano per Gallio ed Enego - Primolano - Arsiè - Monte Grappa (1.500 m.) - Bassano del Grappa - Padova. Totale circa 270 km, gran parte su strade di montagna (più o meno 170). Un bel saliscendi nel verde e nel fresco. Bellissimo. Piacevole sosta in rifugio per ora di pranzo a Cima Grappa con degustazione di gnocchi fatti in casa e tosella ai ferri. Pausa sigaro e poi ripartenza a scendere verso Bassano. E qui arriva la parte più difficile del giro: dai 22 gradi di temperatura del rifugio sul Grappa ai 39 di Bassano in pianura. Micidiale. Giuro che ho rimpianto di non essere in macchina con l'aria condizionata a palla. Inutile svestirsi eliminando il giubbo da moto. In maglietta a maniche corte la sensazione era quella di sentirsi bruciare la pelle dalla calura insopportabile. Provvidenziale uno scroscio d'acqua a pochi km dall'arrivo. Normalmente la pioggia in moto non mi piace e non la sopporto, ma questa volta è stata quasi una benedizione.
Al rientro ho sentito tutta la stanchezza accumulata, perchè l'entusiasmo mi porta ad esagerare dimenticando che fisicamente non sono più quello di una volta. Somaro che sono. Infatti poi la pago cara. Domenica passata interamente buttato in divano per recuperare.... Accidenti!, se penso che in passato mi sono fatto i 1.000 km di Padova-Lecce tutti di seguito in un giorno solo e con pioggia continua da Ancona a Foggia... Ma, piccolo particolare che non riesco a ficcarmi bene in testa, avevo 20 anni. Una vita fa e anche più.
Ma sabato prossimo si parte daccapo.
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