venerdì 16 luglio 2010

Come ti distorco l'informazione

La notizia è di qualche giorno fa, letta sul quotidiano veneto Il Gazzettino.
Cronaca locale, titolo di prima pagina: "Gli nega l'elemosina e le distrugge la macchina". Articolo nelle pagine interne: "Macchina distrutta per un'elemosina negata". Il tenore del messaggio lanciato dal giornale è dunque chiarissimo e inequivocabile. Titolone ad effetto che getta una luce drammatica sul clima di paura che si vive in città a causa del problema dell'accattonaggio incontrollato. Zingari e miserabili di ogni genere agli angoli delle strade sono un pericolo pubblico e il cittadino subisce la loro violenza. Stando così le cose bisogna pensarci su due volte prima di rifiutare un obolo a chi lo chiede. Non si mai come può andare a finire. Cosa fanno le forze dell'ordine invece di vigilare? Bla bla bla....
Ma le cose stanno davvero così? Per scoprirlo basta leggere l'articolo senza fermarsi al titolone. Eccone uno stralcio:
«Stavo andando negli uffici dell'Ulss per prenotare una visita medica. Ho parcheggiato il mio Mercedes e sono scesa. Dovevo andare al parchimetro a prendere il biglietto per il parcheggio. Si è avvicinato un uomo. Mi ha chiesto soldi. Gentilmente ho risposto che non potevo, che non navigo neppure io nell'oro. Il mendicante non gradisce il rifiuto e le urla qualcosa. A quel punto, spaventata, la donna si è rivolta ai portieri del palazzo dell'Ulss raccontando quanto le era capitato. È stata tranquillizzata. Le è stato detto che il mendicante non aveva mai fatto male a nessuno. Che era a loro noto. Mezz'ora dopo la beffa: «Sono uscita per tornare a casa e la mia portiera era rigata. Forse con una chiave o un chiodo. Ho chiamato subito la polizia. Gli agenti hanno fatto uno splendido lavoro di indagine e l'altra mattina attraverso un riconoscimento fotografico, ho segnalato l'uomo che mi ha fatto del male moralmente e ha danneggiato la mia auto».  
Insomma l'auto distrutta del titolo, nel racconto della vittima, si è rivelata essere soltanto rigata sulla portiera (come si intuisce nella foto). Ma allora perchè titolare in quel modo? Per quale motivo gonfiare un fatto spiacevole, da condannare e che certamente non dovrebbe accadere, ma che comunque ha conseguenze limitate a un graffio sulla vernice fino a farlo diventare la distruzione di una macchina? Perchè distorcere fino a questo punto l'informazione? La risposta purtroppo è piuttosto semplice.
Ci sono almeno due o tre argomentazioni in proposito:
1) il titolo ad effetto fa vendere più copie, specie se finisce sulle "civette" delle edicole (come in effetti è stato);
2) gettare discredito sull'amministrazione comunale di centrosinistra (in questo caso: Padova) porta acqua all'area politica di riferimento dell'editore del giornale (centrodestra);
3) dare addosso all'untore è sempre la strada più semplice e comoda da seguire. Il mondo dei diversi e degli emarginati è un serbatotio inestinguibile a cui attingere per chi vuole rimestare nel torbido e stuzzicare i peggiori istinti perbenisti. Possono essere di volta in volta stranieri, extracomunitari, slavi, romeni, rom, omosessuali o negri, il risultato non cambia. La feccia è feccia e va trattata da feccia. In base a questo principio uno sgarbo deprecabile, antipatico, insolente, maleducato come lo striscio sullo sportello si trasforma e si distorce nella distruzione della macchina e quindi merita la prima pagina.

Dunque il quadro che emerge è quello desolante in cui sguazza quasi tutto il giornalismo italiano, sia esso della carta stampata o televisivo: ricerca a qualunque costo dello scoop urlato e sfacciato servilismo politico. Tutt'altra cosa del solito aneddoto che ci propinano i giornalisti furbi: il cane che morde l'uomo non fa notizia..., ma l'uomo che morde il cane sì. Il discorso non è questo. Si tratta di onestà intellettuale e di distorsione dell'informazione per secondi fini. Ma questi a ben vedere non sono altro che i valori cui si ispirano buona parte degli italiani sul buon esempio di larga parte della classe politica; questa è l'Italia di oggi e a ben vedere l'informazione non fa che rispecchiare questi valori dominanti: apparire e servire. Apparire ad ogni costo e servire la parte giusta. Con buona pace della professionalità e della deontologia che dovrebbe ispirare qualsiasi buon giornalista.
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1 commento:

Anonimo ha detto...

Il guaio è che questo modo di fare informazione non riguarda soltanto un giornale locale come è il Gazzettino, ma anche la grande stampa nazionale. Pressappochismo e scarsa o nulla capacità di andare a fondo di una notizia sono i limiti principali. Ma sui titoloni che fanno sensazione sono tutti bravissimi.
Renato