mercoledì 30 settembre 2009

Se potessi avere mille lire al mese...


Anni 40, l'Italia post I° Guerra mondiale e del Ventennio fascista arrancava con fatica cercando di risollevarsi dalla crisi che la attanagliava, che già echeggiavano i primi rumours della II° guerra che di lì a poco avrebbe nuovamente insanguinato il mondo intero. Il fascismo si imponeva in Italia instillando negli italiani il sogno di potenza, di gloria e di ricchezza dell'Impero. La gente sognava una vita agiata e spensierata con mille lire al mese. Così recitava una famosa canzonetta dell'epoca. Con mille lire al mese non si diventava ricchi ma si poteva vivere bene, senza troppi pensieri.
Passano 60/70 anni, cambia il secolo, cambia l'economia italiana e quella mondiale. Cambiano i costumi, la cultura; cambiano gli italiani. Il nostro paese passa dai sogni dell'Impero fascista a quelli del villaggio globale e l'Italia si colloca tra le nazioni più industrializzate del mondo senza l'uso dei cannoni. Si ragiona in termini macroeconomici, di pil, di produzione, di redditività. La finanza e l'economia sono le discipline che dettano legge e impongono la loro supremazia su tutte le altre, sulle arti, sulla letteratura, sulla filosofia. Numeri, non parole. Percentuali, non pensieri astratti. Ma una cosa lega l'Italietta della prima metà del Novecento all'Italia del G8 degli anni Duemila. Oggi infatti il sogno degli italiani è quello di avere 4000 euro al mese. Il criterio è quello di allora, quello delle mille lire. Non ricchi ma senza ristrettezze. Un piccolo sogno da coltivare per sopravvivere alla lotta quotidiana con bollette, affitti, conti, tasse da pagare. Mutata mutandis, le mille lire sono diventate quattromila euro; lo stipendio del benessere di una volta è stato sostituito da una vincita al gioco, ma questi sono dettagli da nuovo millennio.

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